Lo scopo del presente lavoro è fare un'analisi dell'utilizzo attuale delle tecnologie
dell'informazione, con particolare riferimento al diffondersi su scala mondiale delle reti di
computer, da parte di quelle entità comunemente chiamate organizzazioni non governative (ONG). Lo stesso concetto di ONG non è ancora stato definito chiaramente e, a mio parere, non può essere chiarito
completamente utilizzando strumenti economico-aziendali, ma deve essere integrato da considerazioni
etiche. Lo stesso può dirsi per il rapporto tra ONG e settore no-profit di cui esse fanno certamente
parte, pur presentando elementi di definizione che si pongono su un piano diverso implicando una
valutazione specifica dell'attività svolta. Allo stesso modo, mentre gli studi sull'impatto delle
tecnologie dell'informazione nelle aziende a scopo di lucro sono ormai vasti e ben definiti, per
quanto riguarda le organizzazioni no-profit e ancora più evidentemente le ONG, la letteratura in
materia è ancora allo stadio pionieristico. Inoltre, nonostante alcuni tentativi in questo senso,
appare evidente come la differente natura dei due settori impedisca un'automatica estensione
delle considerazioni fatte da un settore all'altro. Anzi i problemi e le difficoltà che sorgono
sono spesso di natura opposta, ad esempio i due maggiori trend tipici del
settore delle imprese, cioè il commercio elettronico e la virtualizzazione dell'azienda, sono poco
significativi per il terzo settore. Un altra specificità delle ONG è
l'ambiente esterno in cui operano, generalmente i paesi del Sud del mondo. Si dà spesso per
scontato che il modo naturale per colmare il divario col Nord del mondo sia quello di proporre loro
il nostro modello di sviluppo tecnologico e industriale che culmina nella globalizzazione
dell'economia, di cui le tecnologie dell'informazione sono ormai l'elemento portante. Ma si tratta
di una teoria che se a volte ha portato risultati positivi, ha spesso invece portato effetti devastanti, come la scomparsa di migliaia di culture locali, la disgregazione delle
famiglie e delle comunità, l'impoverimento, tanto spirituale che economico, delle popolazioni.
La tesi è divisa in due parti:
- La prima parte di natura teorica, analizza varie ipotesi sull'influenza della conoscenza, così come scaturisce dall'impatto delle reti di computer sulla società, mettendo a confronto varie opinioni sia pessimistiche che ottimistiche (queste ultime generalmente prevalenti). Si passa poi a cercare di dare una definizione più precisa del fenomeno ONG e del ruolo sempre più importante che esse stanno svolgendo nella comunità mondiale, sia da sole che in collaborazione con entità sovranazionali. Sono palesi i limiti delle statistiche e dei lavori a riguardo, che vedono pesanti lacune e differenze di definizione da paese a paese, così che risulta molto difficile avere un quadro complessivo della situazione mondiale. Vengono analizzati poi i tre sottosistemi del management delle organizzazioni (in questo caso il discorso è allargabile facilmente all'intero settore no-profit) in cui a mio parere le tecnologie in discussione possono incidere più profondamente: raccolta fondi, comunicazione e gestione delle risorse umane. Si ha poi una discussione del delicato problema del passaggio dalle comunicazioni tradizionali (analogiche o atomiche, come sono state efficacemente definite) a quelle digitali, dei vantaggi indubbi che portano ma anche degli altrettanto pesanti problemi che pongono, e che le nostre società non sono spesso preparate ad affrontare. Si affronta anche il problema della influenza indiretta delle tecnologie sul terzo settore, intendendo con questo come esso rappresenti sempre di più una soluzione a tensioni sociali provocate dalle nuove tecnologie. Si esaminano, inoltre, in dettaglio le modalità di utilizzo più efficaci in un ottica no-profit dei due strumenti più innovativi che sono la posta elettronica ed il World Wide Web, cercando di capire quali siano gli sbagli più comunemente commessi e come buona parte delle applicazioni siano ancora immature e viziate da visioni di fondo profondamente errate. Si fa un cenno alle reti alternative ad internet che, anche se stanno perdendo importanza, conservano notevoli potenzialità per la loro semplicità ed economicità che le rendono adatte ad essere usate in ambiti socialmente impegnati.
Vengono, infine, brevemente mostrati tre casi di organizzazioni che hanno saputo sfruttare efficacemente le potenzialità messe a disposizione dal mezzo telematico.
- La seconda parte consiste in un tentativo di valutare l'efficacia dell'utilizzo delle nuove tecnologie da parte di alcune organizzazioni che le hanno già sperimentate, prendendo in esame un certo numero di ONG brasiliane, per la particolare eterogeneità che questo paese presenta. Sono state effettuate due indagini, una di tipo indiretto sui siti web al fine di valutarne la presenza, le tecniche utilizzate, la struttura, in base alle indicazioni emerse nei capitoli precedenti. E' stata condotta anche un'indagine diretta su queste ONG consistente nell'invio di un questionario relativo a quali strumenti utilizzassero, e a come le loro aspettative si fossero realizzate o meno in pratica. Il questionario è stato distribuito principalmente per via telematica, dapprima attraverso una pagina web e poi con la posta elettronica. Nonostante un tasso di risposte non certo entusiasmante, si è potuto avere un quadro abbastanza soddisfacente della situazione, con risposte esaustive e stimolanti. Per facilitare la comprensione dei risultati troviamo un'analisi della situazione economica e sociale del Brasile con particolare riguardo ai settori in cui le ONG svolgono la propria azione e alla diffusione delle tecnologie telematiche.
La tesi è stata sviluppata nell'ambito della ricerca "Diritti Umani e Nuove Tecnologie" promossa dal Centro Interdipartimentale di Ricerca "SCIENZE PER LA PACE", che si propone di studiare l'impatto delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione sulla realizzazione di azioni in difesa dei diritti umani da parte di ONG, sulla crescita di organizzazioni a forte impronta popolare, e sulle sinergie possibili tra di esse.