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Dagli atomi ai bit

La differenza fondamentale che sta alla base dei cambiamenti che le tecnologie informatiche hanno introdotto nel nostro modo di comunicare è rintracciabile nella differenza tra i componenti ultimi dell'informazione trasmessa. Il passaggio dai media tradizionali a quelli digitali è caratterizzato dalla trasmissione di bit piuttosto che di informazioni analogiche. Ciò che transita sulle cosiddette autostrade dell'informazione non è altro che una sequenza di 0 e 1. L'evoluzione dell'informatica negli ultimi trent'anni si è concretizzata nella progressiva ed inarrestabile sostituzione di informazioni analogiche con i loro corrispettivi digitali. Siamo passati dalla digitalizzazione dei testi a quella delle fotografie, della musica, dei video; oggi qualunque tipo di informazione può, e spesso è, essere realizzato in forma digitale. Una delle differenze tra informazioni analogiche e i bit è che questi possono essere riprodotti in grande quantità ad un costo marginale pressoché nullo, voglio dire con questo che i costi in cui si incorre sono essenzialmente legati alla produzione del contenuto, mentre la sua distribuzione è molto meno costosa. Inoltre il processo di creazione dei bit è in genere molto più facile ed economico rispetto alla creazione di informazioni analogiche: i computer mettono a disposizione di tutti strumenti che permettono di creare informazioni in modo professionale (dai programmi di impaginazione a quelli di elaborazione audio e video) che nel passato richiedevano strumenti accessibili a pochi. I bit possono essere modificati e manipolati molto più facilmente dai destinatari delle comunicazioni, che hanno le potenzialità per trasformarsi da passive ad attive. Le modalità di diffusione sono parimenti semplificate e velocizzate dando la possibilità di comunicare ad un numero molto più ampio di soggetti. Siamo di fronte ad una tecnologia dagli innumerevoli potenziali benefici, come pure dai notevoli rischi. Nonostante la loro natura binaria e matematica anche i bit vengono sottoposti ad un processo di interpretazioni come le informazioni atomiche e il significato di sequenze analoghe di bit può cambiare radicalmente a seconda del contesto. Rispetto alle tecniche precedenti l'utilizzo delle informazioni digitali è sottoposto ad un effetto di leverage provocato dalla facile riproducibilità, grazie a cui l'efficacia di tali comunicazioni è aumentata esponenzialmente. Abbiamo quindi sulle reti bit utili e bit dannosi, bit buoni e bit pericolosi, bit sociali e bit antisociali, bit che hanno un significato positivo in un determinato stato del mondo e uno negativo in un'altra situazione. Da qui l'importanza di trovare strumenti che siano in grado di tracciare una a distinzione e di renderla efficace, mentre a livello individuale non è difficile fare un utilizzo delle singole convinzioni morali, a livello sociale tale distinzione risulta molto problematica.

Le comunicazioni digitali amplificano quei problemi di tolleranza con cui si confrontano le società occidentali moderne e pongono i paesi in via di sviluppo di fronte a opportunità e minacce nuove a cui non è detto che siano preparate. Così le risposte dei governi e dei poteri economici e politici, tendono spesso, nei paesi con una democrazia di recente costituzione, al rimedio più veloce e rozzo : la censura preventiva o successiva. Attraverso tale azione che colpisce spesso a casaccio e non è quasi mai in grado di estirpare alla radice i fenomeni che vuole colpire, agiscono i governi in quanto hanno abdicato ad un rapporto costruttivo coi cittadini, lasciando che ogni aspetto della vita sociale sia filtrato e riflesso dai mass-media. Abbiamo così varie forme di censura, che possono andare dall'installazione di gateway che controllano la posta elettronica o server proxy che limitano l'accesso ai siti web a forme più lasche di controllo sugli Internet Service Provider. Nei paesi occidentali dove tali mezzi sarebbero impossibili da attuare i poteri forti sono ugualmente spaventati da un mezzo di comunicazione che permette la partecipazione ugualitaria di molti (anche se non di tutti), e cercano di trasformarlo per renderlo più docile e controllabile. Alcuni esempi di tali intenzioni sono i tentativi di trasformare le reti da mezzo attivo a strumento passivo di comunicazione livellandole ai media tradizionali, spostando l'enfasi dall'interattività alla fruizione di contenuti, dalla discussione al commercio elettronico. Ancora è presente una sostanziale disinformazione nei confronti degli utilizzi negativi delle reti. Essi, pur essendo un notevole problema potenziale, finora non si sono manifestati chiaramente e comunque, sono spesso trasposizioni su un altro piano di comportamenti ormai patologici e accettati come un male minore in altri ambiti. Ancora il tentativo di limitare la sicurezza e la privacy delle comunicazioni personali che le nuove tecnologie consentono a livelli superiori a prima, ma che vengono viste più come fattori criminogeni che come elementi essenziali della libertà individuale, ad esempio i pluriennali tentativi del governo americano di limitare l'uso delle tecniche di crittografia: esso ha sempre visto unicamente questo strumento nel suo possibile utilizzo criminale (come strumento per sfuggire alle intercettazioni) chiudendo gli occhi sulle possibilità che offre di tutelare le comunicazioni interpersonali in una società sempre più vulnerabile ad un uso distorto delle informazioni.

Oltre che al grado di controllo esercitato sui bit è importante (come vantaggio essenziale sugli altri mezzi di comunicazione) in molti casi anche la velocità a cui i bit scorrono nelle reti ed arrivano a destinazione, quando le informazioni sono sensibili al fattore tempo e suscettibili di rapida obsolescenza, oppure quando i costi della connessione sono inversamente proporzionali alla velocità. Più che la velocità è fondamentale che le reti siano un mezzo di comunicazione sicuro e affidabile, che i messaggi giungano a destinazione in modo corretto, che le difficoltà tecniche vengano il più possibile nascoste e che i software utilizzati siano dotati di opportune capacità di autoconfigurazione e autoriparazione.


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1999-10-19