Le comunicazioni digitali amplificano quei problemi di tolleranza con cui si confrontano le società occidentali moderne e pongono i paesi in via di sviluppo di fronte a opportunità e minacce nuove a cui non è detto che siano preparate. Così le risposte dei governi e dei poteri economici e politici, tendono spesso, nei paesi con una democrazia di recente costituzione, al rimedio più veloce e rozzo : la censura preventiva o successiva. Attraverso tale azione che colpisce spesso a casaccio e non è quasi mai in grado di estirpare alla radice i fenomeni che vuole colpire, agiscono i governi in quanto hanno abdicato ad un rapporto costruttivo coi cittadini, lasciando che ogni aspetto della vita sociale sia filtrato e riflesso dai mass-media. Abbiamo così varie forme di censura, che possono andare dall'installazione di gateway che controllano la posta elettronica o server proxy che limitano l'accesso ai siti web a forme più lasche di controllo sugli Internet Service Provider. Nei paesi occidentali dove tali mezzi sarebbero impossibili da attuare i poteri forti sono ugualmente spaventati da un mezzo di comunicazione che permette la partecipazione ugualitaria di molti (anche se non di tutti), e cercano di trasformarlo per renderlo più docile e controllabile. Alcuni esempi di tali intenzioni sono i tentativi di trasformare le reti da mezzo attivo a strumento passivo di comunicazione livellandole ai media tradizionali, spostando l'enfasi dall'interattività alla fruizione di contenuti, dalla discussione al commercio elettronico. Ancora è presente una sostanziale disinformazione nei confronti degli utilizzi negativi delle reti. Essi, pur essendo un notevole problema potenziale, finora non si sono manifestati chiaramente e comunque, sono spesso trasposizioni su un altro piano di comportamenti ormai patologici e accettati come un male minore in altri ambiti. Ancora il tentativo di limitare la sicurezza e la privacy delle comunicazioni personali che le nuove tecnologie consentono a livelli superiori a prima, ma che vengono viste più come fattori criminogeni che come elementi essenziali della libertà individuale, ad esempio i pluriennali tentativi del governo americano di limitare l'uso delle tecniche di crittografia: esso ha sempre visto unicamente questo strumento nel suo possibile utilizzo criminale (come strumento per sfuggire alle intercettazioni) chiudendo gli occhi sulle possibilità che offre di tutelare le comunicazioni interpersonali in una società sempre più vulnerabile ad un uso distorto delle informazioni.
Oltre che al grado di controllo esercitato sui bit è importante (come vantaggio essenziale sugli altri mezzi di comunicazione) in molti casi anche la velocità a cui i bit scorrono nelle reti ed arrivano a destinazione, quando le informazioni sono sensibili al fattore tempo e suscettibili di rapida obsolescenza, oppure quando i costi della connessione sono inversamente proporzionali alla velocità. Più che la velocità è fondamentale che le reti siano un mezzo di comunicazione sicuro e affidabile, che i messaggi giungano a destinazione in modo corretto, che le difficoltà tecniche vengano il più possibile nascoste e che i software utilizzati siano dotati di opportune capacità di autoconfigurazione e autoriparazione.