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Le ONG stanno assumendo un ruolo sempre più importante. Negli ultimi anni sono cresciute moltissimo per numero, varietà e forza. La loro influenza nel determinare le politiche ambientali, sociali ed umanitarie è diventata notevole.
Giunge inevitabile il loro incontro con il fenomeno tecnologico principale di questi ultimi anni, la diffusione e l'utilizzo su vasta scala delle reti di computer. Tutto il terzo settore le sta rapidamente adottando, sia per migliorare la propria organizzazione interna che per sviluppare il sistema dei rapporti con l'esterno.
Il primo capitolo analizza quale potrà essere, secondo autorevoli osservatori, l'impatto che la conoscenza portata da queste tecnologie produrrà su paesi del Sud del mondo, considerando non solo l'aspetto economico, ma anche i numerosi sconvolgimenti sociali conseguenti.
Nel secondo capitolo si è reso necessario inquadrare formalmente il concetto di ONG, proponendo alcune definizioni e classificazioni che potessero aiutare a comprendere le molteplici sfaccettature di questo fenomeno, individuando distinzioni in base all'attività svolta, tra organizzazioni operative e di opinione, e in base all'ambito di azione geografico, con la divisione tra quante operano in ambito locale, nazionale e internazionale.
Tra le aree della gestione più direttamente interessate dall'impatto con le nuove tecnologie e peculiari al settore no-profit sono state analizzate in primo luogo la raccolta fondi che ha visto un notevole miglioramento dell'efficienza negli ultimi anni attraverso il passaggio da fund-raising a fund-development, vale a dire il passaggio da un'azione frammentaria ad una sistematica e organizzata, in secondo luogo la comunicazione che vede sempre più il messaggio dell'organizzazione destinato a riceventi dalle caratteristiche diverse e confuso con quelli di caratteri unicamente commerciale, e infine la gestione delle risorse umane con la fondamentale distinzione tra personale dipendente e volontario.
Il terzo capitolo analizza vantaggi e svantaggi derivanti dall'adozione di tali tecnologie.
Riguardo alle opportunità che hanno creato e all'utilità che possono portare alle ONG, possiamo individuarne alcuni aspetti relativi alla maggior disponibilità di informazioni: i costi della manipolazione e distribuzione di esse diminuiscono nettamente, sono possibili velocità e frequenze di distribuzione finora impensabili, si ha il passaggio ad un sistema in cui molte spese sono a carico dei fruitori e non dei produttori. Altre opportunità derivano da nuove possibilità che vanno a favore delle relazioni tra i soggetti con cui una ONG entra in contatto. Ricordiamo che: la collaborazione e la partecipazione può avvenire on-line, con incremento di velocità, con risparmio di costi e di tempo, e infine la facilità di contatti con altre organizzazioni che lavorano per obbiettivi comuni, oppure con finanziatori o organismi sovranazionali.
Tutti questi vantaggi non si possono avere senza un costo: tralasciando i fattori economici, spesso peraltro non indifferenti, l'utilizzo di tali tecnologie non è facile e immediato come può sembrare in prima istanza. Ci sono alcune insidie che si palesano dopo poco tempo, altre invece che, per essere ben comprese, necessitano di una riflessione più profonda. Ricordiamo: la poca evidenza degli utilizzi socialmente rilevanti delle reti, la sovrabbondanza delle informazioni, e in particolare la distribuzione ineguale del contenuto che riflette le disparità economiche tra Nord e Sud del mondo: gran parte di esso è rilevante solo per gli utenti del Nord e per di più in lingua inglese.
Meno evidente e più discusso è l'impatto che la rete globale potrà avere sulle culture locali, se porterà ad un loro indebolimento, oppure ad una loro maggiore visibilità. I fautori di quest'ultima ipotesi sostengono che i bassi costi di accesso e di utilizzo, la facilità di pubblicazione potranno essere i fattori che permetteranno, anche a piccole comunità, di sfruttare efficacemente le reti.
Coloro che non concordano con quest'ipotesi ribattono che motivi culturali porteranno invece al risultato opposto: tali tecnologie, frutto della tecnica scientifica occidentale, porteranno inevitabilmente ad un livellamento verso la cultura da cui scaturiscono. Inoltre il loro utilizzo non è libero e la loro adozione non è il risultato di una scelta ponderata, basata sulle necessità locali, bensì imposta dalle esigenze commerciali dell'occidente.
Il progresso tecnologico esercita anche un altro tipo di influenza sul terzo settore: il cambiamento del mercato del lavoro, il gigantismo delle organizzazioni, la globalizzazione determinano sempre scompensi e disequilibri sociali a cui le entità no-profit possono essere in grado di dar risposte, assumendosi sempre di più compiti una volta ritenuti di competenza dello stato.
Il quarto capitolo cerca di individuare per i due strumenti più noti in rete, l'e-mail e il World Wide Web, delle linee guida ben precise che consentano di farne un uso efficiente, perlomeno sul piano tecnico.
Viene spesso detto che le tecnologie di rete sono facili da usare, e questo è certamente vero, ma è altrettanto vero che farne un utilizzo complesso, diffuso ed efficace non è semplice. Man mano che le tecniche si affinano e la base di utenti si allarga la loro implementazione diviene sempre più complicata. E' importante in un'organizzazione che la gestione del traffico di e-mail sia standardizzata, coerente e costante. Si possono superare i limiti connessi alla bilateralità della posta elettronica attraverso le mailing list, che permettono di creare un efficace ed economico sistema multilaterale di discussione. Per quanto riguarda il Web, fondamentale è il momento della progettazione: bisogna definire chiaramente il pubblico a cui ci si rivolge, gli obbiettivi, e le risorse a disposizione. Fondamentale è la struttura logica di un sito, che risulta da due componenti, lo schema organizzativo che fornisce le basi comuni tra particolari informazioni per poterle raggruppare in categorie e la struttura organizzativa che definisce i tipi di relazioni tra le informazioni e le categorie in cui sono suddivise.
Si tende spesso a ridurre le tecnologie telematiche alla sola rete internet, commettendo uno sbaglio: altri sistemi sono in uso da molto tempo con soddisfazione e sono particolarmente adatti in ambito socialmente impegnato, per alcune caratteristiche come la semplicità e la stabilità nel tempo delle tecnologie, l'economicità nelle richieste hardware, software e di larghezza di banda, la qualità delle discussioni derivante dalla selezione degli utenti. Ricordiamo la rete Fidonet, le BBS o bacheche elettroniche e le reti civiche.
Nel quinto capitolo, che consiste in un'analisi indiretta dei siti web di alcune ONG brasiliane e in un'indagine diretta mediante l'invio tramite la rete di un questionario riguardante le modalità di utilizzo delle tecnologie telematiche, dai quali emergono alcuni risultati interessanti nonostante numerose limitazioni. Molti siti web non sfruttano in pieno le potenzialità del mezzo e sono caratterizzati da una progettazione abbastanza approssimativa, da una interattività scarsa (sono visti come strumento di comunicazione unidirezionale) e da un aggiornamento non molto frequente. Dalle risposte al questionario appare infatti come la progettazione di essi sia nella gran parte dei casi svolta all'interno, quindi senza l'utilizzo di risorse specializzate. Altri invece, anche se sono la minoranza, risultano progettati e costruiti in modo più razionale. Dal questionario inviato, invece, risultano due fattori principali: il basso tasso di risposte pervenute solo da un terzo delle organizzazioni lo ha fatto), che può significare che molte ONG, dopo un periodo iniziale, non usano più la rete come strumento di comunicazione e quindi la parziale delusione rispetto a ciò che si aspettavano, in particolare di coloro che prevedevano un incremento delle donazioni e dei volontari attraverso tali tecnologie.
Nell'analisi dei risultati del questionario vanno tenuti presenti le seguenti limitazioni: in parte legate alla modalità di diffusione prescelta (esclusivamente on-line) come la non rappresentatività del campione e l' esclusione delle organizzazioni non presenti in rete, in parte relative al basso tasso di risposta fatto registrare.
Per quanto riguarda i benefici ottenuti finora dalla presenza in rete, cioè le domande che costituivano la seconda parte del questionario, risposte positive sono state ottenute per quanto riguarda l'accesso alle informazioni e la collaborazione con altre organizzazioni, valutazioni negative nell'incremento delle donazioni on-line e dei volontari conosciuti attraverso la rete. La spiegazione di questo va a mio parere ricercata in una serie di motivi: le ONG sono più restie (peraltro comprensibilmente) ad adottare i cambiamenti metodologici e organizzativi richiesti da alcune innovazioni, il loro pubblico di riferimento è meno informatizzato rispetto al settore privato, perché esse sono più propense a sfruttare le opportunità in ambienti caratterizzati dalla collaborazione piuttosto che dalla competizione (quindi accedere a delle informazioni e metterle a disposizione di altri è un atto collaborativo, raccogliere fondi presuppone la competizione).
Il capitolo sesto propone alcune considerazioni sul processo di adozione di queste tecniche: vi si evidenzia come esistano delle specifiche differenze tra organizzazioni no-profit e imprese a fine di lucro, come lo sviluppo tecnologico vada sempre più nella direzione di quest'ultime, come il processo di globalizzazione, di cui queste innovazioni sono una parte fondamentale, porti spesso ad un appiattimento delle diversità e ad un'omologazione culturale. Infine si mostra come tale adozione non sia spesso il risultato di una preciso processo sociale di scelta, con un'effettiva analisi dei costi e benefici, ma un movimento il più delle volte automatico e spesso dettato dal prevalere di interessi particolari.
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1999-10-19