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Deduzioni sui risultati

Si possono fare alcune considerazioni riguardo alle organizzazioni che hanno risposto. Dalla prima parte del questionario si deduce che lavorano principalmente nei campi della difesa delle minoranze, dell'educazione e della comunicazione sono attive da molto tempo e impiegano un numero abbastanza elevato di persone. Nessuna organizzazione che ha risposto opera nell'agricoltura: si tratta di un dato abbastanza strano vista l'indubbia presenza di ONG di questo tipo in un paese a così forte sviluppo rurale come il Brasile. La spiegazione a questa anomalia è, secondo me, la diffusione essenzialmente urbana delle tecnologie informatiche, soprattutto in paesi caratterizzati da un così vasta estensione geografica e una grande differenza in reddito e stile di vita tra campagna e zone urbane. L'utilizzo di computer è limitato a chi dispone di un reddito medio-alto e vive in città. Per l'utilizzo delle reti occorrono due requisiti tecnici: la presenza di linee telefoniche e elettriche. Se manca una sola di queste condizioni il loro sviluppo è impossibile. Dall'analisi dei vantaggi che le ONG hanno ottenuto da un periodo di utilizzo della rete compreso tra 1 e 3 anni nella maggior parte dei casi, che la percentuale di delusi è abbastanza alta in particolare da chi si aspettava maggiori donazioni e maggior afflusso di volontari: ciò a mio parere è riconducibile ad alcuni fattori: Un altro fattore da considerare è come queste aspettative sono state create: in un contesto che si sta modellando sulle esigenze delle imprese private anche le maggiori attrattive per le ONG riflettono aspetti tipici del settore privato: il fund-raising on-line è la proiezione del commercio elettronico, la ricerca di volontari del telelavoro. Si tratta comunque di attività in cui predomina la concorrenza, anche se certamente importanti o addirittura vitali per organizzazioni che non abbiano finanziamenti alternativi, e per questo forse non le possibilità maggiori per le ONG. Viceversa dove l'elemento caratterizzante delle relazioni non è più la competizione bensì la collaborazione, e dove non è richiesto un cambiamento organizzativo e metodologico troppo brusco, è più facile per le organizzazioni adattarvisi. Difatti le attività che hanno ottenuto maggior consenso sono state la possibilità di accedere alle informazioni e la possibilità di instaurare rapporti con altre organizzazioni presenti in rete. La possibilità di avere informazioni (e di metterle a disposizione all'esterno) a basso costo ed in tempi estremamente inferiori rispetto ai media tradizionali è stato sicuramente il beneficio maggiormente apprezzato. D'altronde questa possibilità ha anche numerosi lati negativi, già ricordati ad esempio la sovrabbondanza delle informazioni e il predominio della quantità sulla qualità. La facoltà di stabilire rapporti per via telematica con altre organizzazioni simili per attività e per fini è stata parimenti valutata abbastanza positivamente, anche se in modo più controverso: l'eterogeneità delle risposte dipende probabilmente dal tipo di organizzazione e soprattutto dalla possibilità che essa ha di instaurare rapporti con l'ensterno e dall'importanza che questi rivestono per la sua attività. Va detto in questo caso che è difficile pensare di sostituire i tradizionali rapporti basati sulla conoscenza fisica e personale con relazioni puramente virtuali, interamente mediate dalle macchine. Gli aspetti non facilmente definibili, ma certamente presenti legati all'intuizione umana e alle sensazioni derivanti dalla conoscenza personale rendono questo tipo di rapporti (anche se si parla di rapporti tra organizzazioni sono sempre riconducibili a rapporti tra persone) inadatti a sostituire del tutto le relazioni interpersonali, ma molto utili e perfettamente accettabili se utilizzati in modo complementare ad essi.
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1999-10-19