Aprile / Maggio 2005
Anno VI n. 4
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Editoriale

CHI SIAMO

Dalla parte delle formiche

SALUTE
& BENESSERE

Succubi di un'abitudine

Noi cultori dell'health foods

Le vitamine dell'anima

I forzati del fitness casereccio

Letti separati, rinasce l'amore

Forno a legna con le ore contate

CONVERSAZIONI
INNOVATIVE

Vicini...vicini?

Se la vita comincia in soffitta

Due sconosciuti, un ascensore e poi...

Bancarelle a "tutto gratis"

AMBIENTE

Benessere a prova di bussola

La casa secondo un click

STILI DI VITA

Ikea, l'uomo che si fece da solo

Il piacere di dedicarsi del tempo

Masochismo che piacere

L'insolito trono

Il colore del guscio

VIVERE
CON SUCCESSO

Casa e bottega

Abitare bene per lavorare meglio

NEWS

Notizie e curiosità dal mondo della salute e del benessere

VITA IN POSITIVO

La firma d'oro del Processo

Arbitro, mestiere o vocazione

Ad ogni quadro la sua cornice

CINEMA

Cinema story

Supersize me

 




“Avere buoni vicini di casa è come avere una casa più grande” perché in fondo in un condominio, in un palazzo, in un residence di villette multifamiliari si condividono spazi in comune: l’atrio del portone, il pianerottolo, le scale, l’ascensore, il cortile, il giardino, il posto auto. Luoghi che se non fossero considerati esclusivamente di passaggio potrebbero diventare ambienti familiari, accoglienti.
Addirittura a Roma un vecchio ascensore condominiale si è trasformato in una galleria d’arte da un’idea di un inquilino. L’iniziativa ha riscosso successo tra gli abitanti dell’edificio, ma successivamente nel corso degli anni si è evoluta. Le mostre sono state aperte anche a dei veri e propri visitatori che, oltre ad ammirare l’opera esposta, vengono accolti durante le feste d’inaugurazione dagli abitanti; possono assaggiare i dolci preparati dalle signore tra una rampa di scala e l’altra. E’ sorta così Lift Gallery una vera e propria associazione culturale che sta estendendo manifestazioni anche nel quartiere con lo scopo di migliorare gli ambienti in cui si vive, ma soprattutto coltivare le relazioni sociali.
Questa è una iniziativa da prendere come esempio, perché ormai si sente spesso l’esigenza di un amministratore di condominio che possa mettere tutti d’accordo, di liti e lamentele continue, di denuncie e cause portate davanti ai tribunali come se coloro che abitassero all’interno di un palazzo fossero soggetti solo a questi problemi.
Per non parlare dei perfetti sconosciuti che vi abitano di fronte, del “buongiorno” o “buonasera” detto di fretta con un leggero imbarazzo o dei pochi, ma interminabili minuti dentro l’ascensore a sentirsi quasi in obbligo di fare una conversazione quasi forzata del più e del meno (più del meno!)
Possibile nonostante le riunioni così noiose, pesanti e a volte piene di litigate, non si senta l’esigenza di sapere se alla nonnina del piano di sotto serva qualcosa? In realtà se provassimo a conoscere maggiormente i nostri vicini, riusciremmo a scoprire che ci sono anche tanti aspetti positivi e magari condivideremo dei momenti più intensi della nostra vita in modo assolutamente non banale e superficiale. C’è un proverbio cinese che dovrebbe farci entrare nell’ottica giusta “Perché cerchi il bene in una terra lontana? Mentre tu cerchi esso cresce vicino alla porta della tua casa”.
Il Comune di Roma ha promosso di recente “La festa dei vicini di casa” un’occasione che ha consentito di aprire o meglio spalancare le porte ai nostri vicini per non chiuderle più. Lo scopo è stato proprio quello di iniziare a instaurare relazioni diverse. Per chi non avesse partecipato a questo evento, non dovrà aspettare l’anno prossimo e raggiungere la capitale, perché per festeggiare basterà scegliere una data qualsiasi per riunirsi tutti insieme. Come? Naturalmente comunicando questo giorno a tutti per coinvolgere più gente possibile, trovare il posto più adatto all’interno dell’edificio, preparare un buffet ricco di piatti diversi, se ci sono persone provenienti da altri Paesi, proprio per non omologare il cibo nel rispetto di chi ha tradizioni e culture differenti.
Da quel giorno magari riusciremo a lamentarci di meno degli odori della cucina “esotica” che arriva dagli appartamenti dei nostri vicini stranieri proprio perché scopriremo, mangiando, che in fondo quel sapore così particolare piace un po’ anche a noi.
Potremmo dialogare realmente con le persone e perché no da questa conoscenza iniziare a scambiarci favori. Capita a tutti di dimenticare di comprare qualcosa e all’ultimo momento, quando i negozi sono chiusi, accorgersi di avere bisogno della cipolla o del limone e si scopre di non averli in casa, oppure non si sa a chi affidare i bambini. Magari nel vostro palazzo ci sono persone anziane che gradirebbero la presenza dei vostri figli perché si sentono tanto sole.
Forse anche i rapporti di condominio e di vicinato migliorerebbero perché ci sarebbe più comprensione, solidarietà e meno intolleranza. Certo la Festa dei vicini di casa, con tutti i suoi obbiettivi è solamente l’inizio, ma poi deve svilupparsi tutti i giorni dell’anno per combattere quella freddezza, senso di anonimato che esiste nelle nostre città.

Ch. Ca.