Aprile / Maggio 2005
Anno VI n. 4
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Editoriale

CHI SIAMO

Dalla parte delle formiche

SALUTE
& BENESSERE

Succubi di un'abitudine

Noi cultori dell'health foods

Le vitamine dell'anima

I forzati del fitness casereccio

Letti separati, rinasce l'amore

Forno a legna con le ore contate

CONVERSAZIONI
INNOVATIVE

Vicini...vicini?

Se la vita comincia in soffitta

Due sconosciuti, un ascensore e poi...

Bancarelle a "tutto gratis"

AMBIENTE

Benessere a prova di bussola

La casa secondo un click

STILI DI VITA

Ikea, l'uomo che si fece da solo

Il piacere di dedicarsi del tempo

Masochismo che piacere

L'insolito trono

Il colore del guscio

VIVERE
CON SUCCESSO

Casa e bottega

Abitare bene per lavorare meglio

NEWS

Notizie e curiosità dal mondo della salute e del benessere

VITA IN POSITIVO

La firma d'oro del Processo

Arbitro, mestiere o vocazione

Ad ogni quadro la sua cornice

CINEMA

Cinema story

Supersize me

 




Sveglia non troppo presto, uno scroscio d'acqua sul viso per cancellare la sonnolenza, una fermata prolungata davanti all'armadio per abbinare calzini, t-shirt e cravatta, perché, anche se nessuno controlla, mamma ci ha insegnato così, e finalmente la tappa principale davanti allo specchio, quella superficie liscia, riflettente e spietata che compiace o denigra il nostro narcisismo. E molto rapidamente, ma molto rapidamente, un caffé in piedi in cucina, anche senza zucchero, così é sicuro che il sonno non torna più. Quella goccia di caffeina pura, trangugiata di fretta sul bordo del lavabo, è solo l'inizio di una pioggia battente: mediamente un nostro connazionale riesce a bere un caffè all'ora, seguito spesso da una nefasta sigaretta, senza ingerire nulla che assomigli lontanamente al cibo. E la colazione? Che fine ha fatto la nostra colazione "all'italiana"? Quella a base di caffé e latte, fette biscottate e marmellata e una sana spremuta di tarocchi siciliani, riconosciuta anche dall'Authority Europea per la sicurezza alimentare come la migliore per l'equilibrio psico-fisico dell'essere umano. Per la maggior parte degli italiani il primo dei tre pasti principali è un mero ricordo di infanzia che solo il Mulino Bianco può permettersi di rievocare senza essere tacciato di vuoto tradizionalismo. Quella famiglia che da decenni compare sul video per pubblicizzare la bontà dei prodotti da forno Barilla, da decenni illude i telespettatori d'Italia fotografando un quadro sempre più demodè. Da museo, insomma. Altro che mamma e papà che si danno il "buongiorno" con una bella tazza di cappuccino corredata dalla dose consigliata di biscotti stampata sulla confezione del prodotto! Altro che figlio generoso che prepara alla mamma le fette biscottate al malto d?orzo per sorprenderla al suo risveglio. Questa è fiction ormai!
Si arriva al pranzo con uno stomaco che non ne può più di caffè e acqua, con un desiderio irrefrenabile di far lavorare anche i denti, che, dopo tanto digiuno, di frequente li obblighiamo ad accontentarsi di uno "snack all'americana". Invece di appagare le esigenze fisiologiche, si mette un bavaglio ai succhi gastrici. Se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, c'è da rispolverare le regole alimentari che tutto il mondo ci invidia. Persino gli americani, che non hanno la più pallida idea di cosa sia un "codice nutrizionale", restano aggrappati alla salutare abitudine mattutina di convocare l'intera famiglia intorno alla tavola apparecchiata per il breakfast. Durante il rito della colazione, il primo appuntamento sociale negli States, si discutono progetti, si commenta l'attualità, spesso con un sottofondo radiofonico, mai con la tv, mentre le "borse da lavoro" di ogni commensale aspettano il loro turno sotto il tavolo, pronte per la corsa al pulmino o al metrò. Certo, non é tutto rose e fiori: muffins, frittelle imbevute di sciroppo d'acero, burro, torte al formaggio, prosciutto cotto, corn flakes e il caffé, immancabilmente "lunghissimo" e nerissimo di caffeina, mettono a dura prova le capacità dell'organismo, reduce dalla digestione della cena. Ma almeno si onora la regola di ingerire sostanze liquide e solide fin dal mattino, lo si fa in compagnia e soprattutto seduti. Questo stress calorico non è solo usanza americana: se si dà una rapida occhiata al resto del mondo, sono in molti a ricorrere al "carburante" sbagliato.
Gli israeliani danno il buongiorno al loro stomaco con frittata, cetrioli, pomodori, aringhe, tonno, yogurt, frutta e caffè; i cinesi portano a tavola il Fan, un piatto a base di cereali, tra cui non manca naturalmente il riso, e il Cai, fatto di pesce, carne, frittura e verdura, condito con salse piccanti e soia, e innaffiato con birra; i turchi non si fanno mancare uova sode, olive, formaggi, pomodori, pane e té.
Neanche la regina Elisabetta è riuscita ad imporre un editto capace di arginare il malcostume della colazione all'inglese. Così foglie essiccate del tea, uova fritte al bacon, rognone alla griglia, aringhe, salsicce e toast con burro e marmellata circondano il bollitore di ogni suddito dei Windsor.
I tedeschi, poi, per indagare il cuore dell'Europa, anche se rimandano la birra ad ore più consone all'alcool, non sanno resistere alla tentazione mattutina del wurstel di maiale bollito, delle brioches salate e dell'uovo strapazzato deglutiti grazie a chilometri di caffè. Il fatto che gli hotel si siano adeguati all'uso della colazione salata, sui depliants nota come "colazione continentale", non è certo un segno di progresso del costume. Questi veri e propri pasti, pur allietando la vista e compiacendo il gusto, distruggono ogni velleità di farsi del bene. Il cuore, abbuffato di grassi saturi fin dall'alba, implora l'apparato digerente di fare del suo meglio, ma non sempre una normale attività fisica risolve. Sempre che il corpo riesca, non regolarmente nutrito, a far fronte alla stanchezza e a recuperare rapidamente energia. Una scorretta alimentazione produce un sensibile abbassamento della soglia dell?attenzione, una costante sensazione di affaticamento oltre a gravare sul sistema nervoso. Scompensi seri, che inevitabilmente condizionano il rapporto con se stessi e con gli altri.
Ma la strada erroneamente imboccata da noi italiani non è senza uscita, è una questione di educazione. Bisogna escludere dalla lista dei modelli importati quello del "presto e bene" perché la fretta è un ingrediente che raramente si sposa con l'equilibrio e la regolarità. Facciamo ricorso all'acceleratore quando siamo in ritardo e vogliamo a tutti i costi evitare che qualcosa di importante accada in nostra assenza. Ma se diamo gas senza riempire il serbatoio prima di iniziare il viaggio di ogni giornata, saremo costretti a soste intermedie che spezzettano il percorso dando l'illusione di alleggerirlo. Alla fine il tempo che si crede di aver guadagnato saltando la colazione, lo si perde con gli interessi durante le pause di recupero di cui il nostro organismo avrà naturalmente bisogno. In questo caso una prescrizione amica potrebbe suonare così: per un regolare fluire della vita, si consiglia un rapido ritorno alla tradizione, italiana.

Alessandra De Ferrà