| Il silenzio degli innocenti
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Mentre che l'uno spirto questo disse, l'altro piangëa; sì che di pietade io venni men così com' io morisse. E caddi come corpo morto cade. (Dante Alighieri ; Inferno Canto V) |
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Nella vicenda di Erika ed Omar parlano tutti. Parlano ovviamente i protagonisti (per lo più Erika e sempre a sproposito).
Parlano pochissimo gli ex compagni della coppia, invocando una punizione che dia un minimo di significato alle regole e, soprattutto, ai "limiti".
Parlano (?) psicologi e psichiatri, affannandosi come sempre in questi casi, a costruire teorie che "spieghino" e giustifichino l'accaduto come se fosse possibile e facile spiegare l'origine della stupidità e della ferocia umane.
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Parlano gli Avvocati difensori ed insieme ai CTU di parte ribadiscono la tesi dell'infermità mentale. Parla, poco fortunatamente, il padre di Erika. Parla, ottenendo ampio spazio sui media, il "nuovo fidanzato di Erika".
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Tacciono, per sempre Gianluca, il fratello, e Susy Cassini, la madre di Erika: annullati, scomparsi, estinti. I loro sogni, i loro desideri, la loro storia: evaporati nel nulla. Il primo giorno di scuola di Gianluca, il giorno in cui Susy Cassini conobbe il futuro marito, il giorno in cui insieme decisero di sposarsi, ponendo, inconsapevoli, le basi dell'attuale tragedia tutto questo non interessa a nessuno.
Ma se, isolandosi da tutto questo trambusto, ci si ferma un'attimo ad ascoltare l'ignoto, sembra quasi di sentire la voce eterna (?) ed inconfondibile di Totò mentre declama la sua poesia "A'livella":
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Lettura consigliata: Requisitoria del Pubblico Ministero Livia Locci
(La prima, negli ultimi anni, ad aver
dato voce alle vittime). | |
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