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Polipo endometriale: neoformazione mucosa, singola o multipla, sessile o peduncolata. Quando sintomatica si associa a sanguinamento anomalo e/o mestruazioni abbondanti; se asintomatica si riscontra come reperto ecografico TV di ecopattern aumentato e/o irregolare .

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La neoformazione può essere isolata od associata ad iperplasia endometriale, od assumere l'aspetto di iperplasia pseudopolipoide; talora, raramente, può nascondere un adenocarcinoma endometriale: per questo motivo ogni formazione polipoide va asportata, meglio se in isteroscopia operativa, per essere sottoposta ad esame istologico. Per l'iperplasia pseudopolipoide è invece indicata la terapia medica con Gn-RH analoghi asportando in isteroscopia, eventuali polipi singoli, residui dopo il trattamento medico.

 

Il mioma sottomucoso è spesso asintomatico, altrimenti come il polipo può dare spotting o menometrorragie. Quando è peduncolato assume l'aspetto e si comporta come un polipo e come quello va asportato per via isteroscopica.

Le patologie uterine endocavitarie si distinguono in polipi, miomi, iperplasia che se di tipo polipoide può essere curata con Gn-RH analoghi e/o con dispositivi intrauterini al progesterone ed infine adenocarcinoma dell'endometrio.

Se sottomucoso va valutato, servendosi anche dell'ecopelvica Tv,quanto grande è la porzione intramuraria rispetto a quella che sporge in cavità . Tale valutazione è importante ai fini della terapia in quanto, a meno che un mioma sia sintomatico, la decisione se toglierlo o meno può dipendere proprio da quanto il mioma sporga in cavità e/o dalla sua sede. Asportare un mioma dell'angolo tubarico, ad esempio, oltre che difficoltoso e non privo di rischi può essere controproducente specie se fatto ai fini di incrementare l'outcome riproduttivo in caso di fertilizzazione in vitro ;una terapia con Gn-RH analoghi potrebbe essere altrettanto efficace e più sicura . La decisione va presa congiuntamente da medico e paziente all'atto del consenso informato

 

L' iperplasia endometriale comprende sotto questo termine situazioni varie dalla quasi normalità alla franca displasia .Può essere isolata od associata a polipi e fibromi endocavitari, in particolare nell'iperplasia pseudoploide la componente iperplastica prevale su quella polipoide.

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Ai fini pratici è importante distinguere un iperplasia senza, o con atipie essendo quest'ultima ad elevata potenzialità di trasformazione neoplastica tanto che molti preferiscono chiamarla neoplasia intraepiteliale endometriale (EIN). Alcune caratteristiche morfologiche isteroscopiche consentono di distinguere iperplasie endometriali:

  • a basso rischio
  • ad alto rischio
ma è solo l'esame istologico a darci la risposta definitiva.

La terapia è chirurgica per i casi con atipie (ad alto rischio) medica per le iperplasie senza atipie (basso rischio). Gli Gn-RH analoghi sono molto efficaci specie nelle iperplasie pseudopolipoidi dove la terapia chirurgica conservativa potrebbe portare ad una eccessiva asportazione di endometrio da evitare nelle donne desiderose di prole.

Nelle forme semplici a basso rischio un dispositivo intrauterino al progesterone (IUDs), Lasciato in sito per un anno o più, è risolutivo nella maggior parte dei casi.

L'iperplasia può essere iatrogena, conseguenza degli effetti collaterali della terapia con Tamoxifene un farmaco molto usato nelle pazienti operate di carcinoma della mammella; molti oncologi in previsione di ciò non utilizzano questo farmaco, peraltro efficacacissimo, o lo sospendono al minimo accenno di ipersviluppo edometriale. L'utilizzo dello IUDs a scopo preventivo e/o curativo dell'iperplasia iatrogena da Tamoxifene permette a più donne di continuare senza problemi la terapia con questo utile farmaco.

 

L'adenocarcinoma dell'endometrio è la forma più severa di patologia uterina endocavitaria. L'utilizzo regolare dell'ecopelvica TV come screening e dell'isteroscopia diagnostica con eventuale biopsia endometriale consente sia la prevenzione mediante l'individuazione delle iperplasie con atipie e delle EIN sia la diagnosi precoce.

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Una donna affetta da neoplasia endometriale allo stato iniziale dopo che si sia sottoposta all'asportazione dell'utero può considerarsi definitamente guarita .

 

Le sinechie endouterine sono aderenze fra le pareti della cavità uterina . Conseguenza per lo più di traumatismi esercitati in occasione di curettage (raschiamenti) della cavità uterina specie se in occasione di una gravidanza (IVG, aborto spontaneo, revisione post partum), le sinechie endouterine (per lo più ipomenorrea cioè flusso mestruale scarso)

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sono più o meno tenaci a seconda della loro componente tessutale (mucosa, muscolare, fibrosa). Esse producono irregolarità mestruali (ipomenorrea) che può giungere sino alla totale assenza di mestruazioni (sindrome di Asherman: rara). La difficoltà al concepimento da sinechie endouterine possono determinare anche sterilità. Una sinechia intracervicale, conseguenza di un traumatismo minimo come l'inserimento di un IUD in donna che non ha mai concepito, può da sola impedire il concepimento. La terapia delle sinechie è soprattutto chirurgica, per via isteroscopica. I risultati sia in termini di normalizzazione del flusso sia di ripristino della fecondità sono ottimi.

 

Il setto endouterino è un'anomalia congenita inserita fra le patologie uterine endocavitarie per praticità. La sua influenza sul tasso di concepimento è controversa mentre è certa l'associazione con l'aborto ripetuto.

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Si ricorre alla metroplastica isteroscopica sia per migliorare l'outcome riproduttivo nelle pazienti con utero setto che debbano sottoporsi a FIVET sia in quelle portatrici di tale anomalia che abbiamo avuto due o più aborti spontanei.

 

L'endometrite è una patologia flogistica dell'endometrio attualmente abbastanza rara. La sua eventualità va sempre tenuta presente in caso di dolori, spontanei od alla palpazione, dell'utero e/o di perdite vaginali maleodoranti.

Le patologie uterine endocavitarie si distinguono in polipi, miomi, iperplasia che se di tipo polipoide può essere curata con Gn-RH analoghi e/o con dispositivi intrauterini al progesterone ed infine adenocarcinoma dell'endometrio.

I reperti odierni, spesso clinicamente muti, sono talora collegati all'uso dello IUD specie quando questo sia stato tenuto oltre il periodo previsto.

 
   Bibliografia [ 1 - 2 - 3]
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Ultimo aggiornamento 21/10/2002

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