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Il termine spirale con cui viene comunemente indicato il dispositivo intrauterino
non è corretto: solo alcuni degli IUDs contengono una spirale di rame. |
L'IUD non è un mezzo abortivo (o per lo meno lo è solo in un percentuale minima di casi).
La sua principale azione consiste nell'impedire la fecondazione1.
Solo se questo meccanismo fallisce la presenza dell'IUD in cavità uterina interferisce con l'impianto della blastocisti. Una volta che l'annidamento dell'uovo fecondato sia avvenuto, l'IUD non può impedire che la gravidanza prosegua.
La capacità dell'IUD di impedire l'impianto della blastocisti viene sfruttata nell'utilizzo dello stesso come contraccettivo post-coitale. L'oocita fecondato impiega circa sette giorni per raggiungere la cavità uterina; se entro tale periodo, da un rapporto a rischio, viene inserito un IUD si impedisce l'annidamento.
L'IUD non provoca, quasi mai2, infezioni né malattia infiammatoria pelvica (PID).
Un aumento di rischio di PID, ammesso dalla WHO3 nei primi 20 gg.
dall'inserzione, viene superato evitando l'utilizzo dello IUD
nei soggetti a rischio per tale patologia e disinfettando molto accuratamente
la vagina all'atto dell'applicazione. In qualche caso può essere indicata
una profilassi antibiotica.
L'IUD non aumenta il rischio di gravidanza extrauterina (GEU).
In qualche (raro) caso il primo meccanismo d'azione dell'IUD fallisce e l'ooocita fecondato inizia il suo cammino dalla tuba verso l'utero. Se per una qualche ragione la progressione si arresta a livello tubarico l'IUD non può impediire che si instauri una GEU.
Donne a rischio GEU4 dovrebbero preferilmente usare un contraccettivo orale.
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- L'IUD comporta solo occasionalmente un aumento del flusso e/o la comparsa di dolore mestruale.
Quando ciò si verifica il dispositivo è sempre del tipo con spirale di rame.
In questi casi va sostituito con un modello a lento rilascio di progesterone.
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- IUDs al progesterone contengono un serbatoio che rilascia ogni giorno una piccola quantità di ormone progestinico (20 ug di levonorgestrel del tipo in commercio in italia). Sono molto utili nelle donne con mestruazioni abbondanti e/o dolorose: con l'uso continuativo i flussi si riducono ed i dolori scompaiono.
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IUD al progesterone si utilizzano, con notevole successo, nella terapia dell'iperplasia endometriale.
Rispetto a quelli classici al rame, gli IUDs al progesterone hanno lo svantaggio di un più alto costo ,compensato da una maggiore durata. L'inserimento di un IUD può provocare dolore e reazione vago-vasale (ipotensione, bradicardia) da stimolazione cervicale. Entrambe le reazione possono essere evitate con una leggera anestesia locale5.
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- Durante la migrazione attraverso la cavità uterina gli spermatozoi vengono inibiti dall'alterato ambiente endouterino creato dallo IUD e diventano incapaci di fecondare gli oociti.
- Quella da Actinomiyes israelii è l'unico caso, raro, di infezione sicuramente correlata all'uso continuativo dell'IUD. La terapia consiste nella rimozione del dispositivo e nella somministrazione di penicillina; la prevenzione nell'effettuare semestralmente i previsti controlli ed annualmente uno striscio batterioscopico.
- World Health Organization - Organizzazione Mondiale Della Sanità
- Precedenti di PID o GEU
- Blocco paracervicale con 5 cc di lidocaina
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Bibliografia [ 1 - 2 - 3] |
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