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GINECOLOGIA
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("studio-argomento"della donna) |
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Fra tutte le branche della medicina la ginecologia merita un posto a sé. Essa riguarda argomenti come il sesso e la nascita della vita da sempre fortemente carichi di emotività. La pratica della ginecologia è ai primordi riservata alle donne soprattutto nella sua componente ostetrica ma da sempre gli uomini hanno cercato di penetrare1 i segreti dell'arte rivendicando per sé il diritto di esercitarla se non per certi aspetti di monopolizzarla. |
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Fra tutti gli studiosi del passato, secondo Madame De Loynes, merita una menzione a parte Sorano D'Efeso (98-138 d.C.): nato ad Efeso2, studiò ad Alessandria e praticò con grande successo a Roma durante i regni di Traiano ed Adriano.
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La sua opera principale "Malattie delle donne""  ", scritta in greco, fu tradotta dapprima in arabo e latino, in seguito in molte altre lingue, tra cui l'ebraico, e per quindici secoli fu usata come libro di testo sulla ginecologia.
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La rivalità fra uomini e donne nell'accaparrarsi il privilegio di esercitare la ginecologia ha visto nei secoli fasi alterne di predominio degli uni e delle altre. Mentre fino a qualche decennio fa si aveva una netta prevalenza di ginecologi maschi nell'ultimo decennio si è assistito alla nascita di una nuova figura professionale " la ginecologa " nell'immaginario femminile |
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popolare essa sembra comprendere i ruoli del medico, dell'ostetrica, dell'amica, della cultrice della "religione new age" ma nei fatti privilegia l'aspetto commerciale della pratica della ginecologia. Madame De Loynes auspica il superamento delle differenze di sesso e l'evoluzione di un-una ginecologo-a che alle indispensabili conoscenze tecniche unisca capacità di ascolto-comprensione-compassione3, doti molto importanti nella pratica della ginecologia. |
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1Notasi il significato etimologico legato al sesso. 2Attualmente in Turchia, al tempo parte della Grecia classica. 3Intesa nel senso che etimologia (latina) e filosofia orientale attribuiscono al termine: "cum patire" - "soffrire insieme" - percepire quasi fossero proprie le pene ed i dolori altrui.
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