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DESIRE’E
"No, non voglio !"…."Perche?"
"E’ peccato, Alessandro andrai all’inferno ! "
(Santa Maria Goretti1)

 
Pensando a Desirée, perché è di lei e non dei suoi carnefici che vogliamo parlare, ci viene in mente un episodio avvenuto cento anni fa, esattamente il 2 luglio 1902: nelle campagne vicino a Nettuno Maria Goretti, una fanciulla dodicenne, per aver rifiutato di sottostare alle voglie di un giovane di nome Alessandro, viene da questi più volte pugnalata e muore dopo un’agonia durata quattro giorni nella quale trova anche la forza di
perdonare il suo aggressore. Allora vi era stato un tentativo di stupro ed il rifiuto della vittima aveva scatenato la furia omicida dell’aggressore; difendendo la sua verginità Maria Goretti era stata martire (μάρτϋς= testimone) della sua fede in Cristo e per questo fu santificata.
Nel secolo attuale la verginità non è un valore altrettanto forte di quanto lo fosse cento anni fa, ma da un punto di vista laico Desirée rappresenta un valore secondo noi molto più importante per il quale, sembra, siamo tuttora disposti a mettere a rischio la vita di milioni di persone: la libertà. Non sappiamo se Desirée sia stata uccisa dopo aver tentato di resistere allo stupro o se invece il suo assassinio fosse già nei piani dei suoi aggressori ma noi preferiamo pensare a Lei non come una vittima2 ma come una eroina: difendendo la sua libertà ha difeso quella di tutte le altre donne.
Si fa un gran parlare attorno alle figure dei possibili assassini e come al solito nessuno o quasi parla di Desirée3 o lo fa solo per insinuare ombre nella morale e nei comportamenti della fanciulla. Qualunque cosa Desirée possa aver fatto e probabilmente non ha fatto, restava intoccabile il suo diritto alla libertà e alla vita. Nella vicenda di Maria Goretti vi fu il perdono, che contribuì tra l’altro alla santificazione della fanciulla, ma il perdono non arrestò il corso della giustizia4, e l’assassino dedicò tutta la vita all’espiazione della sua colpa, aderendo infine5 a quei valori cattolici per i quali Santa Maria Goretti aveva sacrificato se stessa.
Il perdono senza pentimento e soprattutto senza espiazione, quale i protagonisti di tutte le più recenti vicende di cronaca invocano, è una mistificazione: in realtà esso rappresenta la rivendicazione del diritto all’impunità e alla negazione della libertà e della vita altrui. Lo stato  e la volontà  dei  cittadini stabiliranno se  quello
alla libertà ed alla vita siano diritti che vadano ancora garantiti.
 
Per saperne di più sull’aggressività minorile si raccomanda la lettura del Capitolo V "Gli angeli ribelli" del libro "IL VIRUS INTELLIGENTE" pubblicato dalle Edizioni Madame De Loynes.

Parole di Maria Goretti rivolte al suo aggressore Alessandro inferocito dal rifiuto della fanciulla.
Vedasi News Il silenzio degli innocenti nel paese dei funerali
Vedasi la News: Il silenzio degli innocenti
L’assassino di Maria Goretti fu condannato a trent’anni di lavori forzati nonostante avesse sempre affermato di essere totalmente estraneo ai fatti e successivamente di essere mentalmente infermo. Evitò l’ergastolo perché all’epoca dei fatti era minorenne.
Alessandro rilasciò completa confessione del suo delitto dopo che una notte -secondo il suo racconto- Maria Goretti gli era apparsa in sogno. Scontata la pena si stabilì in un Monastero Cappuccino come terziario e lavorò da giardiniere. Nel 1950 era accanto alla madre di Maria Goretti quando, nella basilica di San Pietro, la fanciulla venne canonizzata da Pio XII
Dopo aver negato il fatto, aver provato ad essere dichiarati incapaci di intendere e di volere al momento dei fatti ed essere diventati, infine, personaggi ricercati dai media per la loro indubbia capacità di "fare notizia".

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Ultimo aggiornamento 25/10/2002

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