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Dati

Italia

Dati sull’internet in Italia

A cura di Giancarlo Livraghi

Analisi aggiornate al 22 dicembre 2011
(i dati più recenti sono di novembre)


 
I dati sull’internet in Italia,
basati sul hostcount e confrontati
con quelli di altri paesi, si trovano
nelle analisi europea e internazionale
 
Qui ci sono dati sulle persone
che si collegano alla rete in Italia
 

Alcune annotazioni sulla rilevanza dei dati

In tutte le ricerche “demoscopiche” (come in ogni altra statistica)
ci sono problemi di interpretazione e di significatività dei dati,
che non derivano solo dalla validità quantitativa e qualitativa
del “campione”, ma anche dal modo in cui è condotta la ricerca.
L’esperienza dimostra che i dati sul numero di “utenti” internet
sono spesso sfasati “per eccesso” – anche se, con la crescita dell’esperienza
e l’aumento delle quantità, il fattore di errore tende a diminuire.
Queste analisi sono basate su dati che hannno continuità metodologica
da più di dieci anni e perciò, mentre l’esattezza aritmentica
non può essere mai garantita da alcuna statistica,
hanno una ragionevole significatività nelle linee evolutive.



Persone che usano
l’internet in Italia


I dati sul numero di “utenti” dell’internet, in tutto il mondo, sono imprecisi, poco attendibili e spesso esagerati. Ma sembra credibile che il numero di persone online in Italia si possa collocare (secondo diversi criteri di frequenza d’uso) fra i 23 e i 26 milioni. Con una tendenza a crescere che è in corso da da parecchi anni, in particolare dal 1998 – ma dal 2001 al 2008 è stata meno veloce. Sembra che ci sia una nuova fase, di maggiore sviluppo, nel 2009-2011, ma sarà necessario continuare a seguirla nei prossimi anni per capirne l’evoluzione.

Come sempre... ci sono stime discordanti. Ma le differenze fra varie fonti sono meno accentuate oggi di quanto fossero alcuni anni fa. Questo può dipendere dal fatto che i metodi di ricerca sono migliorati con l’esperienza, ma è anche dovuto alla maggiore diffusione della rete – quindi non solo a una base statistica più ampia, ma anche a una migliore capacità delle persone di definire il proprio comportamento. Tuttavia continua ad accadere che circolino ipotesi esagerate (come le recenti “notizie” incautamente diffuse, quanto infondate, di 30 milioni di persone che usano l’internet in Italia).
 

L’analisi dimostra che, rispetto alla fine del secolo scorso, la situazione è sostanzialmente cambiata. L’internet in Italia non è ancora “per tutti”, ma non è più “per pochi” – e c’è una tendenza talvolta discontinua, ma solida e durevole, a un uso sempre più diffuso della rete.

È probabile che ci sia una parte della popolazione italiana che si sente estranea alla rete e non sarà mai personalmente online (semmai chiedendo aiuto ad altri quando ne ha la necessità). Ma, come vedremo più avanti, siamo ancora lontani da una “soglia di saturazione” e non abbiamo basi attendibili per poterne valutare l’ipotetica dimensione.

L’evoluzione non è costante né omogenea. Per esempio nel 2001 (non solo in Italia) c’è stato un rallentamento – nel 2002-2003 si sono rilevati periodi di stasi, o anche di diminuzione, dei collegamenti alla rete, che non sono sempre riconducibili alle abituali oscillazioni stagionali. Sembra che dalla seconda metà del 2003 ci sia una nuova fase di crescita, meno veloce (in proporzione) che nel 1998-2000, ma con una tendenza di sviluppo più forte di qualsiasi altro strumento di informazione e comunicazione. E, come già osservato, sembra più veloce nel 2009-2011.




Le analisi di Eurisko mi sembrano particolarmente rilevanti, anche perché permettono un confronto diretto con i dati della stessa fonte pubblicati in questo sito dodici anni fa – e con una serie storica che ho avuto la possibilità di seguire regolarmente nel tempo. Riassunti della situazione in anni recenti sono stati pubblicati nella rubrica Il mercante in rete nel febbraio 2002, febbraio 2004, luglio 2005, gennaio e aprile 2007, aprile e agosto 2008, agosto e dicembre 2009, maggio e ottobre 2010, marzo e settembre 2011

Secondo i dati rilevati da questo istituto fino al novembre 2011 il numero totale di persone che accedono alla rete in Italia, anche occasionalmente, sarebbe salito a 26 milioni, che scendono a 25 se si escludono gli accessi in situazioni esterne, come corsi di formazione, presso amici, in biblioteca o “bar” – mentre sono 24 milioni le persone che dicono di collegarsi “almeno una volta alla settimana”.

I fattori in gioco sono molti e complessi. Potrebbero esserci nuovi e imprevedibili rallentamenti – mentre se ci fosse un “salto di qualità” nei contenuti e dei servizi, oppure si diffondesse una più consapevole e concreta cultura della rete, si potrebbero innescare sviluppi capaci di andare molto oltre le dimensioni oggi prevedibili.

Comunque, una cosa è chiara: l’andamento dell’internet in generale, in Italia come nel resto del mondo, indica che siamo ancora molto lontani da un’ipotetica “soglia di saturazione”.

Intanto la crescita continua, anche se ha avuto alcune fasi di rallentamento, come vediamo in questo grafico che riassume l’evoluzione dal 1997 al 2010.


“Utenti” internet in Italia 1997-2010
Numeri in milioni

crescita
 
Il totale si basa su una definizione di “utente” molto estesa.
L’uso “frequente“si riferisce a persone che “dicono di essersi
collegate almeno una volta negli ultimi sette giorni”.


All’interno di un totale che continua a crescere, anche se non ha ancora raggiunto un livello “adeguato” rispetto ai paesi più evoluti, pare che sia gradualmente aumentando la frequenza d’uso. Cioè sono ancora molti gli italiani che non hanno familiarità con l’internet, ma le persone che conoscono la rete tendono a usarla più spesso.

Nel prossimo grafico vediamo l’evoluzione della frequenza d’uso dal 2002 al 2010.


Frequenza d’uso in Italia 2002-2010
“Ogni quanti giorni” (in media)

frequenza
  Il grafico è un po’ semplificato attenuando alcune variazioni di scarsa rilevanza.


La “frequenza media” è ancora bassa (da “ogni 6,3 giorni” nell’uso dal lavoro a 2,3 da scuola) ma continua a crescere. Ci sono comunque – e continieranno a esserci – forti differenze individuali. Non è né prevedibile, né desiderabile, che ci siano comportamenti “omogenei”. Quanto più si evolvono la capacità e l’esperienza delle persone – e quanto più aumenta la quantità di risorse disponibili – tanto più è importante che ciascuno sia in grado di “farsi una rete su misura”.

Vedremo in maggiore dettaglio, nel prossimo grafico, l’evoluzione negli ultimi dieci anni. Intanto è opportuno ricordare che fino al 1998 la rete in Italia era usata prevalentemente negli uffici (anche l’uso “da scuola” era superiore a quello “da casa”). Dall’inizio del 2000 si era esteso di più l’uso nelle famiglie. Dalla seconda metà del 2003 alla fine del 2005 si era rilevata una tendenza diversa, con una (relativamente) maggiore crescita dei collegamenti dall’ufficio.

Sembra che nel 2006-2008 ci sia stato, di nuovo, un più forte sviluppo dell’uso “da casa” (ma, come vedremo, con una crescita meno veloce rispetto all’Europa e al resto del mondo). Mentre l’uso dall’ufficio appariva statico – o in debole sviluppo – prima di un andamento un po’ diverso che sembra delinearsi nel 2009-2011.

La crescita generale ha avuto alcune fasi di minore velocità, ma nel complesso è tutt’altro che “lenta”, come è confermato anche da altre fonti. Mentre, come abbiamo visto, la frequenza d’uso aumenta un po’ più velocemente del numero totale di persone che usano la rete.

Comunque l’evoluzione è continua. I dati complessivi sono la “somma algebrica” di tendenze contrastanti: alcuni iniziano o aumentano la loro attività online, mentre altri la interrompono o la riducono. Anche indipendentemente dalla velocità di crescita totale, il quadro è sempre in continuo cambiamento.

La natura confusa e bizzarra delle più diffuse “notizie” e commenti sull’internet è stata ed è un motivo di perplessità e confusione. Un perenne intrico di paure esagerate, promesse fantasmagoriche e insulsi pettegolezzi puo’ disorientare anche chi ha una consolidata esperienza della rete, ma soprattutto scoraggia e confonde chi sta cominciando a usarla (o, assillato dalla disinfomazione, esita a farlo). Vedi La stupidità delle tecnologie e una serie di articoli su questo argomento.
 

Lo sviluppo che è rilevato nel 2009-2011 è particolarmente interessante rispetto alla situazione generale di “crisi” economica e sociale. Mentre quasi tutti gli indici e i sintomi, statistici e non, hanno preoccupanti tendenze negative, l’uso della rete continua a crescere.

Il grafico che segue indica linee di tendenza basate sulle rilevazioni di Eurisko dal gennaio 2001 al novembre 2011. I dati si riferiscono a “utenti” relativamente “abituali” (cioè persone che dicono di essersi collegate all’internet “almeno una volta negli ultimi 7 giorni”).


“Utenti” internet in Italia
gennaio 2001 – novembre 2011

Numeri in migliaia

2001-2011


Senza entrare nel dettaglio di alcune oscillazioni, solo in parte attribuibili a fattori “stagionali”, sembra che dal 2009 ci sia un’accelerazione della crescita (ma, almeno finora, meno veloce nel 2011).

Il numero totale di persone che dicono di essersi collegate “negli ultimi sette giorni” aveva superato i dieci milioni nell’aprile 2005 – undici in novembre. Dodici nel maggio 2006, tredici nel settembre 2007, quindici nel novembre 2008. Superati nell’aprile 2009 i 17 milioni, in ottobbre 18, nel gennaio 2010 19, in marzo 20 – 21 nel novembre 2010. 22 in dicembre, 23 nel marzo 2011 e 24 in settembre.

L’uso della rete dal luogo di lavoro, che aveva avuto alcune diminuzioni, seguite da una lunga fase statica, sembrava in ripresa dall’autunno 2003. Anche nella prima metà del 2006 era cresciuto più velocemente dell’uso da casa. Nell’aprile 2006 il numero di persone che si collegano dall’ufficio aveva superato i cinque milioni. Un nuovo “massimo storico” si era rilevato nel maggio 2006, ma non era stato confermato nei mesi e anni seguenti. Nel 2008 l’andamento è stato quasi statico, ma dal marzo 2009 sembra esserci un nuovo sviluppo. Superati i sei milioni nell’ottobre 2009, i 7 nel gennaio 2011, con un andamento un po’ instabile nei mesi seguenti.

Nell’uso da casa si erano superati i 10 milioni nel giugno 2007 e si è saliti a 12 nel maggio 2008, riconfermati in settembre e con un nuovo “massimo storico” in dicembre. Dall’aprile 2009 si sono superati i 15 milioni, in ottobre 16. Nel febbraio 2010 più di 17 e in marzo (di nuovo in giugno) oltre 18. In novembre oltre 19, in dicembre 20 milioni, 21 nel marzo 2011 e 22 in ottobre.

Nel novembre 2011 rispetto a un anno prima, in base a questo criterio, la crescita dei collegamenti è del 10 % in totale, 12 % da casa, 6 % dal luogo di lavoro.

Si conferma, comunque, che continua a crescere la diffusione della rete in Italia – con uno sviluppo talvolta discontinuo, ma tendenzialmente rilevante nel medio-lungo periodo. Nel 2010 il totale è triplicato rispetto al 2001.

Per una percezione più diretta della tendenza, possiamo vedere lo stesso grafico (solo per il totale) semplificato eliminando le diminuzioni stagionali e altre variazioni di breve periodo.


“Utenti” internet in Italia
gennaio 2001 – novembre 2011

Numeri in milioni

2001-2011


La linea tratteggiata indica la crescita “come sarebbe” se fosse continuato l’andamento degli anni precedenti. È visibile un cambiamento, anche se ancora inadeguato rispetto allo sviluppo che sarebbe necessario per avvicinarci ai paesi più evoluti.

Sembra esserci un rallentamento della crescita nel 2011, ma per valutare la tendenza occorrerà seguire i dati successivi, almeno fino al secondo trimestre del 2012.

Se osserviamo l’evoluzione, negli anni più recenti, in base alla stessa fonte, ma secondo un concetto più esteso di “utenti” (persone che dicono di essersi collegate “almeno una volta negli ultimi 30 giorni”) questo è l’andamento dall’aprile 2004 al novembre 2011.


“Utenti” internet in Italia
aprile 2004 – novembre 2011

Numeri in migliaia

2004-2011


L’evoluzione è un po’ diversa da quella dell’uso “frequente”, ma l’andamento generale è analogo. Alcune oscillazioni, solo in parte attribuibili a fattori stagionali, non sono rilevanti nella valutazione della tendenza. Come spesso accade, l’evoluzione dovrà essere verificata su periodi più lunghi.

Anche da questo punto di vista si era rilevata una crescita dopo la “fase estiva” nel 2006, con un “massimo storico” in ottobre superiore a tutti i periodi precedenti nell’uso totale e nei collegamenti da casa, seguita da una stasi negli ultimi due mesi del 2006 e nei primi quattro del 2007. C’era poi stata una nuova crescita in maggio-luglio (in totale superati, per la prima volta, i 15 milioni nel maggio 2007) e un aumento nell’ultimo trimestre (oltre 16 milioni in novembre) che era continuato nel 2008 (da marzo più di 17, in dicembre più di 18 milioni).

Superati i 19 milioni nell’aprile 2009 e i 20 in ottobre. Poi 21 nel gennaio 2010, 22 in marzo, 23 in novembre, quasi 24 in febbraio, 25 milioni nel marzo 2011.

Secondo questo criterio nel novmbre 2011 si rileva una crescita, rispetto a un anno prima, dell’11 % in totale, 15 % da casa, meno del 4 % dal luogo di lavoro – non c’è aumento nell’uso da da scuola.

In una prospettiva più estesa nel tempo, il totale è raddoppiato in sette anni (rispetto al novembre 2004).




Continua a crescere la presenza delle donne in rete in Italia. Questa è una sintesi dell’andamento dal 2000 al 2010.


Donne online in Italia
2000-2010

(Numeri in milioni)

donne e uomini
 
L’uso “frequente“ si riferisce a persone che “dicono di essersi
collegate almeno una volta negli ultimi sette giorni”.
 

Non è il caso di entusiasmarsi per le “cifre tonde”, ma è probabilmente vero che il numero totale di donne che usano l’internet in Italia ha superato i 10 milioni nel 2010 – benché in questa cifra ci sia ancora una componente significativa di uso “occasionale” o poco frequente. È comunque chiaro che ci sono ancora ampi spazi di sviluppo, non solo quantitativo, ma anche nei modi di usare efficacemente la rete.

Nel prossimo grafico vediamo un confronto, in percentuale, fra uomini e donne online in Italia dal 2001 al 2011.


Uomini e donne online
Italia 2001-2011

(Percentuale sul totale “utenti internet”)

donne e uomini
La stima per il 2011 è una proiezione basata sui dati dei primi nove mesi
 

In questo grafico la tendenza è intenzionalmente semplificata per dare un’idea più coerente delle linee di evoluzione. Mancano dati aggiornati per un’analisi più dettagliata, ma è ragionevole credere che la parità sia raggiunta, o molto vicina, fra le persone più giovani e di più alto livello scolastico. Già nel 2008 si era arrivati al 50 % nell’uso “da scuola”. Dal 2006 sono costantemente in maggioranza le donne fra le “nuove” persone online, cioè quelle che “hanno cominciato a collegarsi” in anni più recenti.

Non è mai prudente azzardare proiezioni aritmetiche, ma se la tendenza continuasse con lo stesso andamento le donne sarebbero il 50 per cento delle persone online in Italia nel 2015. E la “vera parità” (considerando il fatto che le donne sono fra il 51 e il 52 % della popolazione) si raggiungerebbe nel 2016 o 2017.

Questo non significa, naturalmente, che ci si debba “accontentare” degli sviluppi già in evoluzione. Rimane comunque desiderabile un continuo impegno per la presenza attiva delle donne in ogni aspetto della società civile – come di un ruolo più consapevole di tutti, in ogni “categoria demografica” e con ogni strumento di comunicazione.

La percentuale di donne online è in continuo aumento in tutta l’Europa – e anche altrove nei paesi più avanzati, per esempio negli Stati Uniti. È probabile che nel medio-lungo periodo gli sviluppi internazionali contribuiscano a un’ulteriore evoluzione in Italia.

Ma intanto il confronto con altri paesi continua a segnalare una posizione debole dell’Italia. Sono scarsi i dati che permettano un confronto coerente. Uno studio specifico dell’Unione europea risale al 2007. Negli anni seguenti, come abbiamo visto, è aumentato il numero di donne online in Italia – ma non in misura tale, almeno finora, da poter migliorare nel confronto con altri paesi europei.

Per una lettura più facile e immediata questo grafico si limita ai sette paesi dell’Unione europea con più di 10 milioni di persone che usano l’internet – con l’aggiunta dell’Islanda perché la “pietra di paragone”: rispetto alla popolazione è il paese più evoluto dell’Europa, e del mondo, per uso dell’internet e per attività online. (In tre grafici nella pagina “Eurostat“ il quadro è esteso a 28 paesi).

I dati riguardano la percentuale di donne in rete, rispetto alla popolazione, suddivisa in tre gruppi di età: da 16 a 24 anni, 25 a 54 e da 55 a 74. Si tratta di uso “relativamente frequente”, cioè “almeno una volta alla settimana”.


Donne online in otto paesi
2007
(Percentuali sulla popolazione)

donne online
 
Persone che “dicono di collegarsi almeno una volta alla settimana”.
 

La debolezza dell’Italia non riguarda solo le donne. Vediamo, per confronto, lo stesso grafico, dalla stessa fonte, riferito agli uomini.


Uomini online in otto paesi
2007
(Percentuali sulla popolazione)


 

Fra le donne più giovani già nel 2007 si era già raggiunta la parità, rispetto allo stesso dato per gli uomini, in Islanda, Olanda, Gran Bretagna, Spagna e Polonia – e in parecchi altri paesi europei. Ma, secondo questa fonte, non in Italia. Nelle età più adulte rimane, in tutti i paesi, una differenza di “genere” – ma anche quella si sta attenuando.

Le statistiche dell’Unione europea sembrano spesso, in confronto con altre fonti, sottovalutare lo sviluppo dell’internet in Italia. Ma anche se si usassero dati più “ottimistici” sarebbe inevitabile la constatazione di arretratezza rispetto ai paesi più evoluti.

Sono scarsi i dati attendibili e confrontabili per le persone dai 75 anni in avanti, ma dall’osservazione dei fatti risulta che sono tutt’altro che assenti. Benché siano “relativamente poche” in rete, la loro presenza continua a crescere. In particolare le donne – e non si tratta solo di quelle che erano già online quando erano più giovani.

Conosco casi interessanti di signore che hanno cominciato a collegarsi quando avevano ottant’anni e sono diventate molto più brave dei loro mariti e altri coetanei. Che si tratti di piccoli o grandi numeri, quella che conta è la qualità. E la capacità delle persone (spesso delle donne) di sfatare i luoghi comuni e le interpretazioni superficiali delle statistiche.

In un allegato si trovano alcune analisi
della presenza online di uomini e donne in Italia
secondo vari parametri demografici.
Sono dati del 2002, ma il quadro delle differenze
può essere ancora considerato significativo.

Su questo argomento vedi La rete è femmina (2001)
e Le donne e la rete (2006).
 
E due testi più recenti (2011) “Le donne e la rete“
prima e seconda parte.




Secondo un’altra fonte, Audiweb, nel settembre 2011 ci sarebbero 24,4 milioni di persone online in Italia dai 14 anni in su, di cui 11,6 milioni donne e 12,8 milioni uomini. Con un aumento, rispetto a due anni prima, del 24 % in totale, notevolmente maggiore per le donne (+28 %) che per gli uomini (+ 20 %). La fascia di età con più persone in rete è fra i 35 e i 44 anni.

In base a una definizione estesa di uso dell’internet (“almeno una volta al mese”) questa è la progressione dal gennaio 2009 al settembre 2011.


Uomini e donne online in Italia
gennaio 2009 – settembre 2011
Numeri in milioni

donne online
 
Persone che “dicono di collegarsi almeno una volta al mese”
 


Dalla stessa fonte risulta questo andamento per la presenza in rete “in un giorno medio”. Ovviamente i numeri sono più bassi quando si rileva l’attività online in questo modo.


Uomini e donne online in Italia
gennaio 2009 – settembre 2011
Numeri in milioni

donne online
 
Persone online “in un giorno medio”
 

È comprensibie che con questo criterio siano in maggiore evidenza le variazioni “stagionali”. Secondo questa fonte, le persone che hanno usato la rete “in un giorno medio” nel settembre 2011 sono 12,5 milioni, di cui 6,9 milioni uomini e 5,6 donne. E con un aumento, rispetto al settembre 2009, del 25 % in totale, 22 % per gli uomini e 26 % per le donne.

Insomma anche da questi dati risulta una graduale, ma continua, crescita della presenza femminile in rete – però non ancora tale da avvicinarsi alla “parità”.




Una sintesi del quadro su scala mondiale si trova nei dati aggiornati da Eurostat il 16 novembre 2011. Benchè il periodo sia limitato agli ultimi sei anni, è interessante osservare lo sviluppo dal 2005 al 2011. (La suddivisione per aree geografiche è un po’ diversa da quella abituale per continenti).


“Utenti” internet nel mondo
2005-2011
Percentuali sulla popolazione

parti del mondo

* La sigla CIS (Commonwealth of Independent States) definisce una vasta
area euroasiatica che comprende, oltre alla Russia, Armenia, Azerbaigian,
Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.

Ovviamente per “America” (The Americas) qui si intende tutto il continente,
non solo gli Stati Uniti – che hanno una densità molto più alta.


Come accade spesso nei dati riguardanti il numero di persone che usano l’internet, i dati in questa analisi appaiono esagerati (comunque, probabilmente basati su una definizione molto estesa di “user”). Ma possiamo almeno sperare che i criteri siano omogenei e perciò i confronti siano significativi.

L’Europa ha una crescita più veloce, ma l’andamento è simile a quello rilevato nelle “Americhe”. Il forte sviluppo nell’area “CIS” in anni recenti riflette una forte crescita di uso dell’internet in Russia, come vediamo nella prossima analisi.

Secondo una statistica pubblicata da Comscore il 14 novembre 2011, questo è il numero di persone che usano l’internet in 17 paesi europei nel settembre 2011.


“Utenti” internet in 17 paesi
Numeri in milioni

17 paesi


Il “fatto nuovo” nel 2011 è che la Russia, per la prima volta, sembra aver superato la Germania – collocandosi (in “cifra assoluta”) al primo posto in Europa. Il margine differenza, per ora, è piccolo. Ma, data la numerosità della popolazione nella federazione russa, è probabile che la posizione si confermi e si consolidi nel medio-lungo periodo. (Una crescita veloce della Russia in anni recenti risulta anche dai dati di hostcount).

in questo grafico “a torta” vediamo gli stessi dati, della stessa fonte, in confronto al totale delle persone che usano l’internet in Europa.


“Utenti” internet in 17 paesi

17 paesi


L’Italia appare stabilmente al quinto posto in Europa (e al quarto nell’Unione Europea) per numero totale di persone online, ma la sua situazione si conferma debole in rapporto alla popolazione, come vediamo nel prossimo grafico.


“Utenti” internet in 17 paesi
Percentuali sulla popolazione

17 paesi


Sull’esattezza numerica di queste stime è sempre opportuno avere qualche dubbio, ma purtroppo è credibile che (benché in continua crescita) il numero di persone in rete in Italia, rispetto alla popolazione, sia ancora basso non solo in confronto alla media europea, ma anche rispetto a paesi più evoluti nel resto del mondo.

Si conferma un crescente sviluppo, negli ultimi cinque anni, della Francia, che ora sembra aver superato anche in “cifra assoluta” la Gran Bretagna – e la Germania come percentuale sulla popolazione – raggiungendo i livelli, “storicamente” elevati, dei paesi scandinavi.




Negli anni scorsi avevo pubblicato alcuni confronti internazionali sul numero di persone che usano l’internet, basati su altre fonti che non sono più disponibili – e perciò mancano aggiornamenti. Li sostituisco con una sintesi di alcune stime (poco e male aggiornate) diffuse da Internet World Stats. Questa fonte afferma di essere aggiornata al 31 marzo 2011 – ma non è vero, perchè ci sono poche variazioni rilevanti rispetto ai dati di un anno prima (o anche più “vecchi”).

In questa fonte i dati riguardanti l’Italia
non sono aggiornati dopo il 2006.
Perciò nei quattro grafici seguenti
c’è una stima approssimata
di crescita in Italia negli ultimi cinque anni
(la parte delle barre in colore più “pallido”).
 

Vediamo un confronto fra l’Italia e altri dieci paesi (escusi, per leggibiltà del grafico, gli Stati Uniti) con anche un’indicazione della crescita in dieci anni.


“Utenti” internet in 11 paesi
Numeri in milioni
10 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in undici anni (dal 2000 al 2011)


L’attendibilità di questi dati è sempre dubbia, specialmente nei confronti internazionali. Ma, anche se in modo “approssimativo”, possono aiutarci a capire come i dati italiani si collocano in un quadro internazionale.

La situazione dell’Italia non è incoraggiante. Benché, come abbiamo visto, ci sia anche nel nostro paese uno sviluppo tutt’altro che lento, sarebbe necessaria una maggiore accelerazione per non continuare a indebolirci rispetto a posizioni tradizionalmente forti e a molti che crescono più velocemente di noi.

Da precedenti analisi, basate su altre fonti, risulta che l’Italia è stata la prima, fra i “grandi paesi” europei, a essere superata “in cifra assoluta” dal Brasile. Nel 2006 è stata sorpassata dalla Francia. Se continuassero le tendenze rilevate finora, rischierebbe di trovarsi arretrata anche in confronto al Messico, alla Spagna e all’Argentina.

(Questi sviluppi sono diversi da quelli rilevati in base al hostcount – vedi dati internazionali ed europei. Cioè la situazione dell’Italia è migliore per livello di attività in rete che per numero di persone che usano l’internet).

È utile vedere lo stesso quadro (compresi gli Stati Uniti) in base alle percentuali sulla popolazione.


“Utenti” internet in 12 paesi
Percentuali sulla popolazione
11 paesi

Ci sono anche altri paesi, in particolare in Europa,
con una densità superiore a quella degli Stati Uniti.


Da questo punto di vista, sembra che in anni recenti l’Italia sia stata superata non solo dalla Francia, ma anche dalla Spagna – e ora, a quanto pare, dall’Argentina. Vediamo nel prossimo grafico un confronto con gli altri sedici paesi europei che hanno (secondo questa fonte) più di cinque milioni di persone online.


“Utenti” internet in 17 paesi europei
(più gli Stati Uniti d’America)
Percentuali sulla popolazione
18 paesi
(Islanda e Norvegia hanno densità superiore alla Svezia – Danimarca e Finlandia sono vicine all’Olanda)


Se non si tenesse conto del “mancato aggiornamento”, l’Italia sembrerebbe essere al di sotto della media di tutta l’Europa. Questo, probabilmente, non è vero. Tuttavia è credibile che, nel corso degli anni, sia stata superata, rispetto alla popolazione, non solo dalla Francia e dalla Spagna. Oltre a quelli che vediamo in questo grafico, ci sono altri dieci paesi europei (non solo in Scandinavia e nell’area baltica) con una densità maggiore di quella italiana.

Vediamo un confronto fra il 2006 e il 2011 per gli stessi 18 paesi.


“Utenti” internet in 18 paesi 2006-2011
Percentuali sulla popolazione
18 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in cinque anni (dal 2006 al 2011)


Secondo questa fonte, sembra che due paesi non abbiano alcuna crescita dal 2006 al 2010. Il dato è falso per tutti e due. Come già osservato, per l’Italia manca un aggiornamento. Nel caso del Portogallo, invece, si trattava di una valutazione bizzarramente esagerata nel 2006 (“ridimensionata” negli anni seguenti).

Come nei grafici precedenti, anche qui è inserita (in colore “pallido”) un’ipotesi “arbitraria ma non irragionevole”, di aumento della percentuale in Italia. Ma purtroppo è credibile che sia rimasta sotto la media dell’Unione Europea.

La situazione dell’Italia appare ancora più preoccupante nel dati diffusi da Eurostat l’8 dicembre 2011. Nel grafico vediamo la densità rispetto alla popolazione nei paesi dell’Unione Europea – più la Norvegia e tre “candidati”.


“Utenti” internet in 31 paesi
di cui 27 nell’Unione Europea
2006-2011

Percentuali sulla popolazione da 16 ai 74 anni di età
31 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in cinque anni (dal 2006 al 2011)

Altri dati dalla stessa fonte si trovano nell”analisi Unione Europea.


Si rileva una particolare velocità di sviluppo in Francia, ma la crescita è notevole anche in molti altri paesi.

È possibile che, con l’evoluzione in corso, la posizione dell’Italia sia leggermente migliore di come appare nelle statistiche “ufficiali” dell’Unione Europea. Ma anche se così fosse rimarrebbe ancora debole rispetto a uno sviluppo che potrebbe (e dovrebbe) essere molto più forte.

È sempre necessario, comunque, verificare le tendenze su periodi abbastanza lunghi. Vedremo nei prossimi anni se la crescita in Italia, che (come abbiamo visto) sembra dare qualche segno di accelerazione, sarà in grado di migliorare la situazione anche in confronto agli altri paesi.




I dati sul numero di persone che usano l’internet sono quasi sempre esagerati – specialmente nei confronti internazionali. Secondo questa fonte saremmo arrivati, nel 2011, a due miliardi di persone online su scala mondiale. La realtà è molto lontana da quella cifra. Ma, anche se fosse un meno improbabile miliardo e mezzo, sarebbe il 25 per cento della popolazione. Fra sette e otto decimi dell’umanità rimangono esclusi.

Prima che si possa arrivare a una diffusione davvero “globale”, la strada è ancora lunga. E intanto rimangono ampi spazi di evoluzione (non solo “quantitativa”) anche nei paesi più sviluppati.

È interessante rilevare (come indicato dalle analisi del Censis e da altri studi) che un maggior uso della rete si ha dove c’è una maggiore diffusione di diverse risorse (e in particolare della lettura di libri e giornali). Cioè si conferma che, anche a livello internazionale, c’è un divario fra abbondanza e scarsità, “abbienti” e “non abbienti” di informazione e comunicazione.

In altre parti della sezione dati si trovano valutazioni più estese del numero di persone online su scala internazionale e sull’uso dell’internet nell’Unione Europea.




I grafici che seguono sono basati sui dati di un rapporto generale Eurisko del marzo 2008 (dati aggiornati alla fine del 2007) che, come quelli degli anni precedenti, suddivide le persone che usano l’internet in Italia per caratteristiche demografiche. È in preparazione un aggiornamento con dati più recenti (2010) ma non risultano cambiamenti rilevanti del quadro complessivo.

Vediamo la situazione per grandi aree geografiche.


“Utenti” internet per aree geografiche
Percentuali

aree


Nel corso degli anni la situazione si è evoluta verso un maggiore equilibrio, ma rimane ancora una diffusione relativamente più bassa nell’Italia meridionale e insulare. (Nell’uso “frequente” della rete si rileva, ancora oggi, una maggiore concentrazione nel nord-ovest).

Poichè l’evoluzione di queste tendenze non segna grandi cambiamenti in periodi brevi, nel grafico che segue il confronto è con otto anni prima.

Naturalmente in questo grafico, come in quelli analoghi che seguono più avanti, occorre tener conto del fatto che il numero di persone online otto anni fa era meno di un terzo di quello di oggi. In “cifra assoluta” tutte le categorie sono aumentate.


“Utenti” internet per aree geografiche
1999-2007

Percentuali su totale “utenti”

aree


È evidente una progressiva tendenza, nel medio-lungo periodo, verso un maggiore equilibrio.

La situazione è un po’ diversa se si distingue l’uso “domestico” da quello dal luogo di lavoro.


“Utenti” internet per aree geografiche
Percentuali

aree


Benché anche da questo punto di vista le differenze si siano attenuate, ancora oggi l’uso dal lavoro appare più concentrato nel nord-ovest, meno nel nord-est e nell’Italia meridionale e insulare.

Il prossimo grafico riguarda la suddivisione per grandezza di centri.


“Utenti” internet per grandezza di centri
Percentuali

centri

Nel corso degli anni le differenze si sono molto attenuate, ma rimane uno squilibro a favore dei centri più grandi. Comunque, ormai da parecchio tempo, non c’è più una concentrazione dominante nelle grandi aree urbane. L’uso della rete è distribuito su tutto il territorio. Il quadro non cambia se si considera l’uso “frequente” della rete. L’uso dal lavoro è, ovviamente, un po’ più concentrato nei “grandi centri”, ma anche da questo punto di vista le differenze sono diminuite.

Vediamo, anche in questo caso, un confronto con otto anni prima.


“Utenti” internet per grandezza di centri
1999-2007

Percentuali su totale “utenti” – numeri di abitanti in migliaia

centri

Rispetto al 1999 si è attenuato il predominio delle città – e l’uso della rete è aumentato nei centri “medi” e “piccoli”.

Ci sono ancora forti differenze in base all’età.


“Utenti” internet per età
Percentuali

eta


Una “leggenda” coltivata per molto tempo (e ancora oggi insulsamente ripetuta) da chi non conosce o non capisce l’internet è che l’uso della rete sia sempre stato diffuso soprattutto fra i giovani o “giovanissimi”. Non è vero. Solo recentemente (dal 2003) c’è stato un maggiore afflusso di età inferiore ai 25 anni.

Il segmento tradizionalmente più forte (25-44 anni) è ancora oggi la metà delle persone online. Una fascia più estesa di adulti, dai 25 ai 54 anni, è il 65 % del totale (84 % nel caso dei collegamenti dal luogo di lavoro).

Rimane ancora molto debole la diffusione della rete fra gli anziani, ma si cominciano a notare piccoli segni di miglioramento (naturalmente non è facile capire quanto ciò dipenda dall’afflusso di persone anziane che decidono di collegarsi o dall’invecchiamento di chi era già in rete anni fa – ma, anche se non numerose, ci sono persone con più di settant’anni che imparano per la prima volta a usare l’internet e dimostrano di saperlo fare con abilità non inferiore a quella dei giovani).

Anche in questo caso si notano alcune differenze fra l’uso “domestico” e quello “dal lavoro”.


“Utenti” internet per età
Percentuali

eta

Mentre i giovani si collegano più spesso da casa, l’uso dal luogo di lavoro è prevalentemente di persone “adulte”.


Vedi l’allegato per alcuni confronti internazionali.

A questo proposito vedi anche la pagina
riguardante l’internet nell’analisi su
I vecchi, l’informazione e la comunicazione
.

Nelle analisi riguardanti l’Unione Europea
ci sono alcuni confronti internazionali
in base all’età.




L’analisi per “titolo di studio” conferma le tendenze già rilevate negli anni scorsi.


“Utenti” internet per livello scolastico
Percentuali

titolo di studio

Un notevole cambiamento era avvenuto fra il 1998 e il 1999, con una maggiore diffusione della rete nei livelli “medi”. L’evoluzione continua, ma senza “grossi” cambiamenti in periodi brevi. Quasi due terzi delle persone online (il 70 % nel caso dell’uso “frequente”) hanno un livello scolastico medio-superiore o universitario.

Vediamo un confronto fra il 1999 e il 2007.

“Utenti” internet per livello scolastico
1999-2007

Percentuali su totale “utenti”

titolo di studio

C’è stato un allargamento, ma rimane la concentrazione verso i livelli scolastici più alti. (I dati più recenti tengono conto della “laurea breve” e perciò non sono totalmente confrontabili a quelli del 1999).

Le differenze fra l’uso domestico e quello dal luogo di lavoro sono facilmente spiegabili.


“Utenti” internet per livello scolastico
Percentuali

titolo di studio

Le persone con un livello educativo più basso svolgono più spesso attività di lavoro in cui non è necessario o rilevante l’uso della rete. Inoltre l’uso “domestico” è diffuso fra i giovani che non hanno ancora completato il loro percorso scolastico.

Nelle analisi riguardanti l’Unione Europea
ci sono alcuni confronti internazionali
in base al livello scolastico.

Un quadro analogo risulta dall’analisi in base al reddito.


“Utenti” internet in base al reddito
Percentuali

reddito

Si conferma che la situazione tende a equilibrarsi. Ormai non c’è più un distacco rilevante nella penetrazione della rete fra i livelli “medi” e “alti”. Da questo punto di vista il quadro è analogo nell’uso “frequente”.

Anche in questo caso vediamo un confronto fra il 1999 e il 2007.


“Utenti” internet in base al reddito
Percentuali

reddito


È aumentata la diffusione nei redditi “medi” e anche un po’ nelle fasce più basse.

Queste sono le differenze fra l’uso da casa e dal lavoro.


“Utenti” internet in base al reddito
Percentuali

reddito

Come per il livello scolastico, è comprensibile una maggiore concentrazione nel redditi più alti dell’uso della rete dal luogo di lavoro.

Vediamo ora l’analisi per professione o attività.


“Utenti” internet per tipo di attività
Percentuali

professioni


Si conferma un allargamento nell’uso della rete a categorie più ampie, con una notevole diffusione fra gli impiegati e gli insegnanti.

La categoria “studenti” dopo una fase statica nel 2004-2005, sembra di nuovo in aumento. C’è qualche sviluppo, ma su scala ancora molto limitata, nella presenza online delle “casalinghe”.

Le differenze fra l’uso da casa e dall’ufficio sono ovvie, con un maggior uso della rete per motivi di lavoro da parte di imprenditori, dirigenti, professionisti, impiegati e insegnanti, come vediamo in questo grafico (limitato alle persone che hanno un’attività di lavoro diversa dalla gestione domestica).


“Utenti” internet per tipo di lavoro
Percentuali

professioni


Le “persone che lavorano” sono il 67 % di quelle che usano l’internet (l’87 % se si comprendono gli studenti). Chi svolge un’attività “di ufficio” rappresenta il 44 % di tutte le persone che usano la rete, l’80 % di quelle che si collegano dal luogo di lavoro.




Un altro dato interessante è la conoscenza dell’inglese.


Conoscenza dell’inglese
Percentuali

inglese


Con l’allargamento a categorie culturali ed economiche più ampie è ovvio che diminuisca la percentuale di persone online che pensano di “sapere bene” l’inglese (ma non si rileva una diminuzione di quelle che dicono di capirlo “così così”). Comunque la conoscenza della lingua internazionale rimane molto più alta fra gli “utenti” dell’internet che nella popolazione in generale.

 
Vedi La Torre di Babele
e Chi ha paura di sapere l’inglese?.
 

Nel corso degli anni è molto aumentata la disponibilità di materiale in italiano nell’internet (vedi dati internazionali).





Il prossimo grafico mostra come si suddividono le persone oggi collegate all’internet in Italia per “anzianità” nell’uso della rete.


Quando hanno cominciato a collegarsi
Percentuali sul totale di “utenti internet”

quando
Il dato non definisce numero di persone che erano collegate,
ma il livello di “anzianità” di quelle oggi online. Non è la stessa cosa,
perché non tutte le persone che cominciano a usare la rete poi continuano con regolarità.
 

Con una crescita meno veloce, ovviamente, diminuisce la percentuale di persone “nuove”. Se (un po’ arbitrariamente) considerassimo “esperte” le persone che sono online da tre o più anni... dovremmo constatare che da da tempo, ormai, non sono una minoranza. Oggi sono più dell’80 %. Quelle con cinque anni di esperienza sono due terzi del totale.

Continua a diminuire la percentuale di persone “inesperte” – e comunque non è molto ragionevole pensare che i “nuovi utenti” siano impreparati e facilmente manipolabili. Molte persone imparano in fretta (specialmente quelle che usano l’internet più spesso). Oltre l’80 % dei nuovi arrivati dice di basarsi, per orientarsi nella rete, soprattutto sull’esperienza di persone che sono da più tempo online.

Ci sono differenze, abbastanza ovvie, di “anzianità” fra chi usa l’internet da casa e chi si collega dal luogo di lavoro.


Quando hanno cominciato a collegarsi
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

quando


L’uso dal lavoro era prevalente fino al 1999. Poi (come abbiamo visto nei grafici all’inizio di questa analisi) è cresciuto di più l’uso da casa. Comunque, nonostante un afflusso di “nuovi”, la presenza di persone con otto o più anni di esperienza è notevolmente più alta fra quelle che si collegano dal luogo di lavoro.

Un affusso relativamente basso di “nuove” persone che si collegano dall’ufficio riflette quella situazione di scarso sviluppo che si rileva nel dati generali di crescita (vedi i grafici nella prima parte di questa analisi). I motivi sono complessi e non facilmente definibili, ma questo è un sintomo di disagio, nell’uso della rete in varie categorie d’impresa e nell’assunzione di nuove persone in posizioni di responsabilità.




Il prossimo grafico riguarda la diffusione dei sistemi e delle risorse di informazione e di comunicazione in Italia nel 2005 rispetto al 2001 secondo uno studio del Censis pubblicato nel 2006.


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Percentuali su totale popolazione

risorse
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”.
In questo studio la definizione è “penalizzante”
per risorse di disponibilità meno frequente come i settimanali e i mensili.


Tutte le risorse sono in crescita, meno i quotidiani e i periodici, in declino da dieci anni. Perfino l’onnipresente televisione sembra avere un leggero aumento. Sembra esserci una recente crescita nella lettura “occasionale” dei libri.

L’ aumento più forte, come ampiamente noto, è nell’uso “frequente” del telefono cellulare, che è quasi raddoppiato. Ma in totale (compreso l’uso “meno abituale”) la crescita percentuale più elevata (+ 78 %) è quella dell’internet.

Anche questo studio conferma che l’internet ha una presenza ancora modesta, ma non più “marginale”, nel patrimonio di informazione e comunicazione degli italiani. Conferma inoltre che l’uso della rete non è sostitutivo, ma convive con l’utilizzo di altri strumenti. Le persone attive online sono quelle che leggono di più e usano più spesso altre risorse. C’è una forte divisione fra i “meno abbienti” di informazione e comunicazione (la cui risorsa dominante è la televisione) e chi ha un ambito culturale “più ricco” con una gamma estesa di strumenti. (Vedi Il paradosso dell’abbondanza).

Tutte le analisi confermano che l’uso dell’internet non sostituisce alcuno degli altri mezzi di informazione e di comunicazione. Ne può, in parte, diminuire la frequenza e la durata. Secondo questa ricerca del Censis (confermata anche da altre fonti) il tempo è sottratto di più alla televisione – e comunque l’influenza percepita della rete sull’uso di altre risorse è in diminuzione.


“Da quando uso l’internet uso meno...”
Percentuali

uso meno


Le risposte a una domanda come questa riflettono più spesso percezioni soggettive che comportamenti reali. Ma l’esperienza conferma che l’uso dell’internet sostituisce raramente (e diminuisce poco) la lettura dei libri e della stampa quotidiana e periodica.

Ritorniamo alla situazione generale degli strumenti di informazione e comunicazione. Secondo la stessa fonte, questo è un confronto fra uomini e donne nel 2005.


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Per genere
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

uomini e donne
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”.
Come già osservato, in questo grafico e nei due seguenti
la definizione “abituale” è “penalizzante”
per risorse di disponibilità meno frequente come i settimanali e i mensili.


Non è una novità che “in media” le donne leggano più libri e settimanali, ma meno quotidiani, degli uomini. C’è ancora una differenza rilevante nel caso dell’internet, ma è in diminuzione: nel 2005 rispetto al 2001 la presenza femminile nell’uso “abituale” della rete è aumentata del 124 %, quella maschile del 57 %.

Vediamo ora la stessa situazione in base al livello scolastico. I dati finora disponibili dividono il totale solo in due categorie: persone “più istruite” (diploma e laurea) e “meno istruite” (licenza elementare e media).


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Per livello scolastico
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

istruzione
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”


Con una sola e ovvia eccezione, quella televisiva, tutti gli strumenti sono più usati ai livelli più alti di istruzione. Nel caso dell’internet sembra che la differenza si stia accentuando: rispetto al 2001 l’aumento dell’uso “abituale” fra i “più istruiti” è del 90 %, mentre è il 66 % fra i “meno istruiti”. Questo può sembrare in contrasto con quanto rilevato da altre ricerche (allargamento ai livelli “medi”) ma occorre ricordare che in questa analisi il livello “medio inferiore” è accomunato con quello elementare, in cui l’uso della rete è quasi assente.

Un altro confronto, basato sulla stessa fonte, distingue solo tre livelli di età: “giovani” (dai 14 ai 29 anni), “adulti” (30-64) e “anziani” (65 e oltre).


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in Italia

Per età
Percentuali sul totale in ciascuna categoria

eta'
 
La parte più scura delle barre rappresenta l’uso “abituale”


È credibile che fra i giovani la frequenza d’uso del telefono cellulare abbia superato (per la prima volta nel 2005) quella della televisione. Mentre è diminuita, rispetto al 2001, la lettura “non occasionale” di libri nelle età inferiori ai 65 anni. La lettura di quotidiani e periodici è un po’ diminuita in tutte le categorie. L’uso “abituale” dell’internet cresce notevolmente rispetto al 2001 a tutte le età, ma di più fra gli adulti (+ 96 %) e fra i giovani (+ 90 %) che fra gli anziani (+ 40 %) la cui presenza in rete rimane scarsa (specialmente ai livelli di istruzione meno elevati) come confermato anche da altri studi.

Nel già citato studio del Censis pubblicato nel 2007, c’è un confronto con altri quattro paesi europei. In questo grafico vediamo una sintesi delle differenze più rilevanti. (Da atre fonti risulta che la situazione dell’Italia non è migliorata, rispetto agli altri paesi, negli anni seguenti).


Uso di risorse di informazione
e comunicazione in cinque paesi

Percentuali sulla popolazione

5 paesi


Si conferma una preoccupante debolezza dell’Italia nell’uso dei più validi strumenti di informazione e approfondimento: i libri, i giornali e la rete. Non solo nel confronto fra “grandi paesi” dell’Europa occidentale, ma anche rispetto a molti altri di paragonabile sviluppo.

Si conferma anche, come già osservato (e come è sempre stato indicato da ogni sorta di studi sull’argomento), che l’uso dell’internet è più diffuso, e più frequente, in quelle aree geografiche, nazionali, regionali, demografiche, sociali e culturali in cui è più ampia la gamma di risorse – e, in particolare, c’è l’abitudine della lettura.




Ancora una volta l’analisi dei dati disponibili dimostra che l’evoluzione della rete è in continua e reale crescita – ma non con un “moto uniformemente accelerato” (come dicevano i profeti della “crescita esponenziale”). Ci sono rallentamenti, oscillazioni e discontinuità determinate dal quadro culturale e dalle scelte e dal comportamento delle persone. L’Italia ormai è entrata nel mondo delle reti, non più con un nucleo relativamente piccolo di persone particolarmente interessate, ma con una diffusione in strati sociali e culturali sempre più ampi. Anche se a livelli ancora modesti rispetto a quelli dei paesi più avanzati.





Alcuni confronti internazionali
(Unione Europea)

 
Per evitare un ingombro eccessivo
i confronti del numero di persone online
con altri paesi dell’Unione Europea
si trovano in un documento separato

Unione Europea




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