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Persone online nel mondo e in Europa

A cura di Giancarlo Livraghi

Analisi aggiornate il 12 settembre 2012

L’aggiornamento dei dati è diverso secondo le fonti.
Due sono di fine anno 2011.
Altre due sono state pubblicate in luglio e settembre 2012.

Per l’Europa vedi anche le statistiche dell’Unione Europea.

Questi due link vanno direttamente
a un aggiornamento e a una aggiunta da una nuova fonte.



Se i dati sul numero di persone che si collegano alla rete sono sempre un po’ incerti, ancora meno affidabili sono i confronti internazionali, perché spesso i criteri di rilevazione nei diversi paesi non sono omogenei. Tuttavia, per un’analisi diversa da quella basata sul numero di host (vedi i dati internazionali ed europei) può essere interessante dare un’occhiata alle informazioni disponibili.

Un servizio chiamato Internet World Stats raccoglie dati di fonti diverse (e perciò non sempre confrontabili) sul numero stimato di persone che si collegano all’internet in varie parti del mondo.

Dicono che le loro statistiche sono aggiornate al 31 dicembre 2011,
ma non è esatto, perché in paesi diversi le informazioni sono più o meno recenti
Comunque il quadro non cambia in tempi brevi – per capire il significato
delle valutazioni numeriche occorrono verifiche nel corso degli anni.

Notizie più complete (e più spesso aggiornate) sulle persone online in Italia si trovano nell’analisi dei dati italiani.

Secondo questa fonte, il “mitico” numero di un miliardo di persone online (di cui si favoleggia da più di dieci anni) sarebbe stato raggiunto nel 2006. Un calcolo un po’ meno esagerato porta (forse) al raggiungimento di quella cifra nel 2010. Sono “grandi numeri”, ma la strada è ancora lunga. Anche se (cosa poco credibile) fossimo arrivati a un miliardo e mezzo nel 2011, sarebbe il 21 % della popolazione mondiale. Otto decimi dell’umanità rimangono esclusi. (E la “gobalità” è molto relativa anche per altre risorse di informazione e comunicazione).

La crescita è notevole. Secondo Internet World Stats, il numero di persone online nel mondo è sestuplicato in dieci anni. Ma lo sviluppo è più veloce in alcune parti del mondo, in altre (relativamente) meno.

In questo grafico vediamo un quadro riassuntivo per “grandi aree geografiche” (che ovviamente ha un aspetto diverso da quello definito, con in base al hostcount, nell’analisi dei dati internazionali).


Grandi aree geografiche – 2011
numero di persone che si collegano all’internet

aree

(In questi calcoli il “Nord America” non comprende il Messico. È geograficamente sbagliato,
ma non irragionevole in un contesto dove si considera come “insieme” l“America Latina).


In un quadro generale di crescita, ci sono forti cambiamenti rilevanti. Può essere interessante confrontare questo grafico con la stessa “torta” di undici anni prima.


Grandi aree geografiche – 2000
numero di persone che si collegavano all’internet

aree


Già nel 2000 si era ridotto, rispetto ai periodi precedenti, il predominio del Nord America. L’Europa aveva superato gli Stati Uniti e l’Asia aveva raggiunto l’Europa. Ma è evidente che la tendenza di medio-lungo periodo continui a muoversi verso uno sviluppo in cui la numerosità della popolazione fa sentire i suoi effetti anche nell’uso dell’internet.

Naturalmente ci sono ancora grandi squilibri, come vediamo nelle percentuali rispetto alla popolazione.


Grandi aree geografiche – 2011
persone che si collegano all’internet
percentuali sulla popolazione

aree


Le velocità di crescita sono diverse, come vediamo in questo grafico che confronta la densità rispetto alla popolazione nel 2011 con quella del 2000.


Grandi aree geografiche
2011 in confronto al 2000
persone che si collegano all’internet
percentuali sulla popolazione

aree
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in undici anni – dal 2000 al 2011


Le differenze tendono a diminuire, ma sono ancora molto rilevanti. Lo sviluppo è più veloce, in proporzione, nelle aree che erano “storicamente” meno evolute. Come è evidente se vediamo lo stesso grafico impostato secondo le percentuali.


Grandi aree geografiche
2011 in confronto al 2000
persone che si collegano all’internet
percentuali rispetto al totale attuale in ciascuna area

aree
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in undici anni – dal 2000 al 2011


In tutte le aree, anche in quelle “storicamente” più evolute, il totale è più che raddoppiato. Ma la percentuale di crescita è particolarmente alta in Africa e (su dimensioni molto più grandi) nell’America Latina e in Asia.

Ovviamente all’interno di ognuna delle aree (particolarmente in Asia e in Africa) ci sono grandi differenze fra i paesi più avanzati e quelli in cui continua a esserci una scarsa diffusione dell’internet. Ma ci sono, dovunque, ancora ampie possibilità di sviluppo.




Secondo la stessa fonte, questa è la situazione nel 2011 in 20 paesi del mondo con più di 20 milioni di persone che usano l’internet.


“Utenti” internet in 20 paesi – 2011

20 paesi
 
Alcuni dati sono “arbitrariamente ma non irragionevolmente” modificati.
Per esempio è ridotta, per ben giustificati motivi, la dimensione della Cina.


Si conferma, anche in questo caso, la posizione ancora dominante degli Stati Uniti – ma non così forte come era in passato e non così accentuata come nell’attività che risulta dal numero di host internet (vedi dati internazionali). E continua (in proporzione) a diminuire: non perché l’uso della rete abbia smesso di crescere negli Stati Uniti, ma perché si sviluppa più velocemente nel resto del mondo.

Vediamo, per un confronto, la situazione (secondo la stessa fonte) cinque anni fa – per quelli che erano, allora, i primi 20 paesi del mondo per numero totale di persone che si collegano all’internet.


“Utenti” internet in 20 paesi – 2006

20 paesi


Prima di essere superata dalla Francia nel 2006, l’Italia era arrivata a collocarsi, da questo punto di vista, al settimo posto del mondo (una posizione che non aveva nei primi decenni di sviluppo dell’internet). Ma ora è scesa a dodicesima “in graduatoria” – e la sua situazione sta peggiorando, a causa di una crescita più veloce in altri paesi.

Nel prossimo grafico vediamo la percentuale, rispetto alla popolazione, in 20 paesi con più di 20 milioni di persone che usano l’internet nel 2011.


“Utenti” internet in 20 paesi – 2011
percentuali sulla popolazione

20 paesi

Oltre ai cinque compresi in questo grafico, ci sono altri tredici paesi (di cui dieci in Europa) con una percentuale sulla popolazione superiore a quella degli Stati Uniti.

La crescita continua dovunque, ma sono sempre più numerosi i paesi con uno sviluppo superiore a quello dell’Italia. E questo è confermato anche da un aggiornamento sulla situazione in Europa.




In Europa


Secondo lo stesso criterio, e la stessa fonte, questa è la situazione nei 25 paesi in Europa con più di tre milioni di persone che usano l’internet.


“Utenti” internet in 25 paesi europei – 2011

25 paesi


Più di metà del totale europeo è in cinque paesi. Alcuni (in particolare nell’Europa orientale) hanno una crescita più veloce della media – ma ci sono tassi elevati di sviluppo anche in paesi tradizionalmente avanzati.

Può sembrare “sensazionale” che nel 2010 la Russia abbia superato la Gran Bretagna, ma non è sorprendente. Era inevitabile che, presto o tardi, con più del doppio della popolazione, la Federazione Russa si portasse più avanti per numero totale di persone in rete. Secondo altre fonti, avrebbe superato la Germania nel 2011 e così sarebbe al primo posto in Europa in “cifra assoluta” – cosa comunque inevitabile nel corso del tempo. Ma (come vedremo poco più avanti) ha una densità ancora scarsa.

Ci sino stati vari cambiamenti in pochi anni, come vediamo in un confronto con la situazione nel 2006.


“Utenti” internet in 21 paesi europei – 2006

21 paesi


Non tutti i cambiamenti sono reali (alcuni dati, palesemente “sopravvalutati” da questa fonte nel 2006, sono stati ridotti in anni seguenti). Il quadro complessivo in Europa mantiene linee generali coerenti con il passato, ma è anche in continua evoluzione. Le differenze tendono, gradualmente, a diminuire, ma sono ancora molto rilevanti.

Vediamo l’analisi della densità (percentuale su abitanti) nei 25 paesi europei con più di tre milioni di persone online nel 2011.


“Utenti” internet in 25 paesi europei – 2011
percentuali sulla popolazione

25 paesi


Nonostate la forte crescita in paesi “storicamente” meno evoluti, rimane il “tradizionale” predominio dei paesi scandinavi (più l’Olanda). Come risulta anche dai dati internazionali ed europei basati sull’indice di attività in rete (hostcount).

Il paese con la più alta percentuale di persone online in Europa (e nel mondo) è l’Islanda.

Nelle analisi specifiche riguardanti l’Italia si rileva una continua crescita – ma non è abbastanza veloce per potersi avvicinare ai paesi più evoluti o almeno raggiungere la media europea. Siamo ancora lontani dal “potenziale” realizzabile con le risorse di cui già possono disporre le imprese e le famiglie italiane. Come sempre (nonostante i danni provocati dalla giungla tariffaria e dalla disinformazione dominante) il problema è dovuto molto più a fattori culturali che alla disponibilità delle tecnologie di connessione.



Per chi è interessato alla situazione in anni precedenti, è online
un’analisi analoga, sulla stessa fonte, con i dati del 2005 e 2006



Tre altre fonti
 

Fra le statistiche “ufficiali” dell’Unione Europea, oltre alle analisi sulla situazione in Europa, ce ne sono anche su dimensioni più ampie. Una sintesi del quadro su scala mondiale si trova nei dati aggiornati da Eurostat il 16 novembre 2011. (La suddivisione per aree geografiche è diversa da quella abituale per continenti). Benchè il periodo sia limitato a sette anni, è interessante osservare lo sviluppo dal 2005 al 2011.

Nel primo dei tre grafici di questa serie vediamo la situazione in base ai dati più recenti.


“Utenti” internet nel mondo
“grandi aree” – 2011

parti del mondo

Ovviamente per “America” (The Americas) qui si intende tutto il continente.
La sigla CIS (Commonwealth of Independent States) definisce una vasta
area euroasiatica che comprende, oltre alla Russia, Armenia, Azerbaigian,
Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.

CIS


Ci sono notevoli cambiamenti in confronto al 2005.


“Utenti” internet nel mondo
“grandi aree” – 2005

parti del mondo


Benchè le aree siano definite in modo diverso, l’evoluzione è analoga a quella che risulta, come abbiamo visto, da altre fonti. Il numero di persone che usano l’internet cresce in (quasi) tutto il mondo, ma in proporzione maggiore dove era meno sviluppato.

La percezione è più chiara se vediamo l’andamento in base alla densità (percentuali sulla popolazione).


“Utenti” internet nel mondo
2005-2011

percentuali sulla popolazione

parti del mondo
Per semplificare il grafico sono omessi i dati riguardanti i paesi arabi
che in percentuale sono molto simili a quelli di Asia-Oceania


Lo sviluppo nell’area “CIS”, in particolare negli ultimi due anni, riflette una forte crescita di uso dell’internet in Russia, come è confermato anche nella prossima analisi.




I dati diffusi da Comscore il 21 agosto 2012 aggiornano al giugno 2012 una stima del numero di persone online in 17 paesi europei.


“Utenti” internet in 17 paesi europei

17 paesi


I dati di questa fonte sembrano meno ”sopravvalutati” di altri. Appare leggermente migliorata, rispetto a stime prededenti, la situazione in Italia – ma rimane sotto la media europea, come vediamo nel prossimo grafico.


“Utenti” internet in 17 paesi europei
percentuali sulla popolazione

17 paesi




È (almeno finora) scarsamente diffusa la conoscenza di una nuova “Web Anaysis” (6 settembre 2012) che si chiama Web Index ed è svolta dalla Web Foundation.

Analizza la situazione in 61 paesi, con una serie di parametri complessi. Non è chiaro come i dati siano rilevati ed elaborati. Gli esiti suscitano parecchie perplessità. Ma poiché l’organizzazione è “fondata da” Tim Berners-Lee, che è l’autore del sistema web, merita di essere presa in considerazione.

I grafici che seguono riguardano solo due dei parametri il cui esito numerico è pubblicato daWeb Index. Il primo si basa sull’indice complessivo, in cui si incrociano diverse valutazioni quantitative e qualitative, dalle infrastrutture ai modi di usare la rete.

Mi scuso per l’ingombro di grafici insolitamente lunghi e perciò di non facile lettura.
Ma la vastità della dimensione (con vari elementi di confusione)
è una caratteristica dello studio Web Index.
 

Web Index in 60 paesi
 
I dati sono espressi come percentuale rispetto a = 100 il paese più avanzato
(che in questo caso è la Svezia)
Nel grafico non compare l’ultimo in graduatoria (Yemen) perché ha indice 0,0

web index

L’Italia appare a un poco incoraggiante ventitreesimo posto in questa ”classifica”. Purtroppo, come abbiamo visto, anche da altre fonti risulta in una situazione ancora arretrata, per numero di persone in rete rispetto alla popolazione, in confronto ai paesi più evoluti.

Comunque ci sono molti motivi di dubbio sulla validità di questi dati. Anche la scelta dei 61 paesi induce a varie perplessità. Probabilmente sarebbe stato meglio, almeno nella prima sperimentazione, limitarsi a un numero minore – scegliendo quelli in cui è possibile valutare i parametri in modo più significativo.

Fra le cose che suscitano perplessità c’è l’assenza di paesi che hanno da parecchi anni una forte attività in rete. Per esempio in Europa l’Olanda, il Belgio, l’Austria, la Danimarca. In Asia, Taiwan e Hong Kong.

Nel secondo grafico vediamo la situazione definita da Web Index in base a uno solo dei parametri, chiamato Web Use (anche se non è chiaro come sia definito e “misurato” l’uso della rete).
 

Web Use in 60 paesi
 
I dati sono espressi come percentuale rispetto a = 100 il paese più avanzato
(che in questo caso è l’Islanda)
Nel grafico non compare l’ultimo in graduatoria (Mali) perché ha indice 0,0

web use
 

Secondo questo citerio, l’Italia appare al quattordicesimo posto anziché al ventitreesimo. Ma occorre sempre ricordare i dubbi sulla credibilità di queste “classifiche”. (Vedi. per esempio, le situazioni improbabili della Francia, del Giappone, dell’Argentina – e anche parecchie altre).

Dei 61 paesi nella “classifica”, solo 14 sono in Europa. Li vediamo in un grafico molto più breve di quelli generali. Il primo, anche in questo caso, riguarda il Web Index complessivo.


Web Index in 14 paesi europei
 
I dati sono espressi come percentuale rispetto a = 100 il paese più avanzato (Svezia)

web index

 
L’Italia appare al dodicesimo posto in Europa e probabilmente avrebbe un “punteggio” più basso se non mancassero in questo sudio alcuni dei paesi più evoluti.

Vediamo nel secondo grafico i dati di Web Use in Europa.


Web Use in 14 paesi europei
 
I dati sono espressi come percentuale rispetto a = 100 il paese più avanzato (Islanda)

web index

 
Anche da altre fonti risulta che l’Islanda è al primo posto nel mondo per uso dell’internet (e ovviamente dei sistemi web). Come già rilevato, ci sono discordanze poco spiegabili per altri paesi (per esempio non è credibile che la Francia sia penultima in Europa). Vediamo anche qui un’ennesima conferma di forte attività nei paesi scandiavi, come è sempre stato fin dalle origini della rete.

In generale, la Web Foundation ritiene che ci siano a trillion (mille miliardi) di “pagine web”, ma non so immaginare come abbiano fatto a contarle.

I dati sul numero di siti web valutano che ce ne siano più di 600 milioni (di cui circa 200 milioni ”attivi”). Non è irragionevole pensare che possano contenere decine di miliardi di pagine. Che, senza avvicinarsi a un leggendario trillion, sono comunque un numero enorme – e in continuo aumento.

Non so su quali calcoli si basi la l’opinione della Web Foundation che ci siano, nel mondo, più di tre miliardi di web user. È vero che si tratta di “grandi numeri”, ma è probabile che, per una stima ragionevole, la cifra si debba circa dimezzare. Comunque, anche se quell’esagerata ipotesi fosse vera, più di metà dell’umanità resterebbe ancora esclusa.

È vero che la rete continua a crescere velocemente quasi dovunque, anche dove solo recentemente ha cominciato a diffondersi. Ma la strada è lunga per arrivare a qualcosa che si possa realmente definire world wide web – o (come da tanti anni è di moda nelle chiacchiere) sia davvero “globale”.




Le discordanze fra diverse fonti confermano un problema, evidente da sempre: le valutazioni del numero di “utenti” dell’internet sono spesso imprecise, talvolta grossolanamente sbagliate. Ma la necessaria cautela non impedisce una ragionevole, benché approssimata, valutazione dei fatti e delle tendenze. È chiaro che continua una veloce crescita e che ci sono ampie possibilità di ulteriore sviluppo.


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