Abbiamo visto nel numero precedente
alcuni dati che indicano una crescita dell'attività
italiana in rete. Ma confermano che, nonostante questi
sviluppi, la nostra situazione rimane molto arretrata.
In realtà per renderci conto di un mutamento in
atto non c'è bisogno di studiare dati e ricerche.
Basta guardarsi intorno. Quante sono le persone, fra le
conoscenze personali di ognuno di noi, che un anno fa non
erano in rete e ora ci sono? Il numero chiaramente sta
aumentando; non siamo ancora a una diffusione "di
massa" ma ormai si tratta di un comportamento
diffuso.
Un fatto interessante è che la crescita coincide
con una presa di coscienza della nostra arretratezza. Questa,
secondo me, non è una coincidenza. Capita spesso che
quando ci si rende conto di un problema la soluzione si
avvicini.
Come sempre, è assai difficile definire quale sia
il numero di "utenti internet" in Italia. Sia
perché è poco chiara la definizione di
"utente", sia perché diversi metodi di
ricerca e di analisi danno risultati non confrontabili. In
realtà il dato, come ho detto molte volte, non
è rilevante, perché l'internet è tutto
fuorché un "mercato" omogeneo. Ma una volta
tanto, per cercare di soddisfare la curiosità di chi
si chiede "quanti siamo", proviamo a inoltrarci
nella selva dei numeri, delle ricerche e delle stime. Ci sono
parecchie contraddizioni.
Una relazione presentata
dall'Anie il 13 luglio dice che in Italia ci
sono 158 personal computer e 6 accessi alla rete per 1000
abitanti (rispetto a una media europea di 215 e 11). Non
è chiaro che cosa si intenda per "accessi";
probabilmente ci si riferisce al numero di host internet (che secondo questa analisi
sarebbero meno di 300 mila) e non al numero di "utenti" o di contratti con i provider.
Secondo un rapporto
dell'Assinform
sarebbero 3,5 milioni gli italiani che si sono collegati
"almeno una volta", 2,5 milioni quelli che hanno
fatto un collegamento negli ultimi tre mesi, 1,5 milioni gli
utenti "abituali".
I provider sono generalmente avari di informazioni sul
numero di utenti. Ma secondo notizie pubblicate qua e
là sembra che il servizio Tin (Telecom) abbia 750.000
abbonati e occupi circa metà del mercato. Avremmo
quindi circa un milione e mezzo di persone con un accesso
all'internet. Ci sono persone con più di un accesso
(specialmente in presenza di promozioni e offerte
"gratuite") ma ci sono anche persone, specialmente
nelle famiglie, che condividono lo stesso servizio; come ci
sono persone che accedono alla rete tramite una rete
aziendale o universitaria e non hanno un proprio accesso
all'internet. Perciò è difficile stabilire una
relazione significativa fra il numero di contratti e il
numero di "utenti". Il fatto rilevante, tuttavia,
è che il numero degli accessi è molto aumentato
e continua a crescere.
Secondo le ricerche dell'Eurisko, nell'ottobre 1998 il
7,1 % della popolazione (3,3 milioni di persone) era
"utente internet"; il 4,2 % (1,9 milioni) ne faceva
un uso relativamente frequente ("almeno una volta alla
settimana"). Successive verifiche dello stesso istituto
(maggio 1999) indicano un forte aumento del totale, che
arriva al 9,1 % della popolazione 4,2 milioni di persone.
Un altro controllo svolto dallo stesso istituto nel maggio
1999 indica la presenza dell'internet nel 6 % delle famiglie
italiane (circa 1,2 milioni di famiglie) con un forte
incremento (46 %) rispetto al novembre 1998. Con una
definizione "allargata" del concetto di
"utente internet" (che comprende chi si collega
"in casa di amici, presso biblioteche o nei bar o locali
pubblici") si arriva al 12 % della popolazione (circa
5,2 milioni di persone); l'utenza "negli ultimi sette
giorni" secondo questi dati sarebbe del 5,8 % (2,7
milioni).
Secondo un'analoga ricerca della Ipsos-Explorer (febbraio
1999) le persone che si sono collegate all'internet
"almeno una volta negli ultimi tre mesi" sono il
7,1 % degli adulti (3,5 milioni) e c'è un collegamento
alla rete nel 4,2 % delle famiglie italiane (850.000
famiglie).
Secondo una ricerca della SWG (marzo 1999) gli italiani
che "hanno la possibilità di collegarsi
all'internet" sarebbero il 18,3 % della popolazione,
cioè quasi 9 milioni di persone. Il 3 % (1.450.000)
"forti" utilizzatori (più di tre ore alla
settimana), il 5,3 % (2, 6 milioni) "medi" (da 1 a
3 ore alla settimana) e il 9,9 % (4,8 milioni)
"occasionali". La definizione di "utente
occasionale" in questo caso è molto estesa; non
definisce chi si collega alla rete ma chi "potrebbe
farlo" se e quando ne avesse motivo.
Secondo l'Osservatorio Bocconi (giugno 1999) le persone
che si collegano "qualche volta" in Italia
sarebbero il 14 % della popolazione, cioè 6,8 milioni;
le persone che si sono collegate "almeno una volta
nell'ultimo mese" sarebbero il 10 %, cioè 5
milioni; di cui il 2,3 % (poco più di un milione) ha
un abbonamento personale alla rete.
Come vediamo, la disparità dei dati è
notevole e dipende dalle metodologie di ricerca. In
generale, in tutti questi studi (e specialmente quando si
tratta di comportamenti nuovi e "moderni")
c'è sempre una differenza rilevante "fra il dire
e il fare": cioè l'uso dichiarato, per numero di
utenti e intensità d'uso, è quasi sempre
superiore al reale. Di solito questa deformazione è
maggiore nelle ricerche telefoniche che in quelle svolte con
interviste personali.
Non è facile misurare il "fattore di
esagerazione" se non con verifiche minuziose (e costose)
che nessuno finora, per quanto ne so, è riuscito a
fare. Una cosa, però, sembra chiara: il fenomeno
è in evoluzione e il numero di persone in rete sta
davvero aumentando. Le persone che "potrebbero accedere
se volessero" sono probabilmente più di 8
milioni; di cui circa 4 milioni accedono in modo
"occasionale". Quelle che, in un modo o nell'altro,
fanno un uso "non infrequente" della rete sono
circa due milioni: poche rispetto ai paesi europei più
avanzati, ma il numero è in forte aumento.
Non è chiaro se ci sia un aumento dell'utenza
"domestica" o se rimanga prevalente l'accesso
"dal luogo di lavoro". Secondo i dati di
Ipsos-Explorer, il 38 % degli "utenti" si collega
da casa e il 37 % dal lavoro (con una sovrapposizione del 6
%). Secondo SWG le utenze "casa" sono il 35 %,
"lavoro" 31 %. Dalle ricerche di Eurisko, invece,
risulta che le persone collegate "dal luogo di
lavoro" sono il 47 % e quelle "da casa" il 38
% (con una sovrapposizione dell'8%); ma l'uso
"frequente" della rete ("almeno una volta
negli ultimi 7 giorni") è un po' più alto
fra gli utenti "da casa". Secondo l'osservatorio
Bocconi, i collegamenti dal lavoro sono il 36% e quelli da
casa il 31%. Secondo l'Assinform, il 68 % degli "utenti
abituali" si collega da casa, il 49 % dal lavoro.
Insomma il quadro è ancora un po' confuso, ma
sembra che cominci a svilupparsi l'uso della rete nelle
famiglie specialmente in quelle dove ci sono persone
giovani.
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