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I nodi della rete
di Giancarlo Livraghi
marzo 2006


Le donne e la rete
(dieci anni dopo)



Una notizia diffusa il 29 marzo 2006 dice che “entro il 2007 in Europa le donne supereranno gli uomini nell’uso dell’internet”. Purtroppo quella proiezione non è credibile. La ricerca della European Interactive Advertising Association, su cui si basa quell’ipotesi, è fragile e limitata (fra l’altro si riferisce solo ad alcuni paesi europei – e fra quelli considerati non c’è l’Italia). Insomma la “notizia” non esiste. Ma il tema merita qualche approfondimento.

Secondo i dati recentemente diffusi da Eurostat, la presenza delle donne online nell’Unione Europea è notevolmente aumentata (ma solo in alcuni paesi ci si avvicina alla parità). In quella ricerca (come in altre precedenti della stessa fonte) l’Italia sembra essere fra i paesi meno evoluti in Europa, sia per il numero di persone online rispetto alla popolazione, sia per la percentuale di donne sul totale. Ma altre fonti danno indicazioni meno negative – almeno come tendenza.

Per esempio uno studio del Censis rileva che dal 2001 al 2005 il numero di persone che usano l’internet in Italia è aumentato del 78 % – 56 % gli uomini, 112 % le donne. Se ci si riferisce a un uso “abituale”, la presenza maschile è aumentata del 57 %, quella femminile del 124 %.

Come sempre, tutte le statistiche devono essere valutate con prudenza. Fonti diverse offrono dati contrastanti. Ma un fatto è chiaro: la presenza femminile in rete cresce in tutta Europa (come in altre parti del mondo) e anche in Italia. Che si arrivi a una “parità”, o addirittura a una superiorità femminile, nel 2007 è un’ipotesi molto improbabile. Ma che la tendenza ci sia, con continuità nel tempo, è confermato da tutte le fonti disponibili.

Alcune osservazioni su questo argomento erano state pubblicate in un articolo del novembre 1996 La rete è femmina – ripreso un po’ più ampiamente, cinque anni dopo, nel capitolo 10 di L’umanità dell’internet.

Anche quando le donne online erano poche, spesso erano più attive e partecipi degli uomini. Se in Italia, dieci anni fa, erano circa un decimo del totale, nel 2001 erano più di un terzo. Oggi sono oltre il 40 per cento. La “parità” non è ancora così vicina come potevamo sperare. Ma per capire la situazione occorre tener conto di fatti diversi dal “genere”.

Non si nota alcuna crescita rilevante nell’uso della rete da parte delle “casalinghe”. Anche fra le donne che svolgono un lavoro diverso, ce ne sono ancora molte (specialmente fra le meno giovani) con un livello scolastico basso e un’attività relativamente meno qualificata. Questo è un problema della nostra società che ha, ovviamente, radici e conseguenze più ampie e profonde dell’uso specifico di uno strumento di informazione e comunicazione.

È probabile che, a parità di livello culturale e professionale, la differenza “quantitativa” fra uomini e donne online sia già oggi trascurabile, se non del tutto scomparsa. Ma rimangono differenze di metodo e di atteggiamento. È meno frequente fra le donne il tecnicismo, l’interesse o la passione per le tecnologie. Più diffusa la concretezza, l’impazienza per le complicazioni inutili, l’attenzione ai valori umani.

Insomma... come dicevo dieci anni fa, e continuo a pensare oggi, non si tratta solo di essere contenti perché, finalmente, le donne sono in rete “quasi” quanto gli uomini. Ma anche di imparare a essere tutti un po’ più “femmine” – per umanità, praticità, sensibilità e fantasia.




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