La società più ricca e la diversa collocazione che il cibo è venuto ad avere sono gli elementi "sociali" capaci di determinare lo sviluppo prepotente dei disturbi alimentari psicogeni. Ma purtroppo non sono sufficienti modi semplicistici per affrontare una realtà tragica quale quella di gravi malattie come la bulimia e l'anoressia.
Mentre l'anoressia è più tipica della donna adolescente, per quanto si stia affermando in maniera statisticamente rilevante la possibilità che anche l'uomo ne sia affetto, la bulimia ha una distribuzione ampia e una rappresentazione clinica allargata ad entrambi i sessi e a tutte le fasce sociali.
Si sostiene, con ottime motivazioni, che l'ansia sia presente anche nei disturbi alimentari: l'ansia di dimagrire (la conformità a modelli rappresentati dalla moda, dai media e dalla televisione), oppure l'ansia che viene dalla profonda insoddisfazione, dalla frustrazione e dal tentativo di auto aggredirsi, come nella bulimia. L'ansia quindi, nella sua forma di incapacità di controllo degli istinti, è sintomo comune alle due malattie.
Gli studi clinici di tipo biologico hanno peraltro confermato come esistano a livello cerebrale alcune anomalie nel funzionamento della serotonina e quindi alcune ipotesi farmacologiche di trattamento, specie per la bulimia, si avvalgono di sostanze appartenenti al gruppo degli antidepressivi.
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