L'insonnia è quasi sempre uno dei sintomi cardine delle forme di disturbo d'ansia (ed anche della depressione).
è possibile trovare forme in cui il sonno è disturbato a causa di un ritardo nell'addormentamento, oppure per i frequenti risvegli notturni oppure ancora a causa di risvegli precoci. In tutti i casi dormire male equivale ad avere problemi di concentrazione, di attenzione ed anche di attività diurna.
Nella maggior parte dei casi vengono inoltre ignorate regole elementari di igiene del sonno che possono causare effetti deleteri, talvolta interrotti dall'assunzione scorretta di farmaci che però, se assunti al di fuori di un corretto contesto terapeutico, rischiano di sortire solo effetti temporanei e negativi.
Ormai la cosiddetta medicina del sonno ha fatto giganteschi passi in avanti, riuscendo ad aiutare coloro che dormono male ad identificare anche eventuali cause organiche, come i disturbi respiratori o alcune patologie endocrine, risolvendo i quali il sintomo insonnia può essere del tutto ridimensionato.
Una delle situazioni più frequenti in cui l'ansia agisce da pessima consigliera per un buon addormentamento notturno viene dalla cosiddetta "insonnia parafisiologica", vale a dire quella forma in cui non ci si addormenta mai perché si ha troppa paura di non riuscire ad addormentarsi. E la prova di ciò viene dalle vecchissime ma sempre valide regole utilizzate nella tradizione popolare: contare le pecore, ripassare la propria giornata, sognare le vacanze estive... tutte situazioni che hanno in comune la capacità di distrarre chi si sta per addormentare, e fargli superare la paura di non dormire.
|