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La psicoterapia ad orientamento analitico
 

La psicoterapia ad orientamento analitico è una psicoterapia organizzata con i capisaldi teorici della psicoanalisi ma che si differenzia da un trattamento psicoanalitico classico per l'utilizzazione di un setting vis-à-vis, cioè terapeuta e paziente di fronte, senza l'utilizzazione del lettino col terapeuta posizionato alle spalle del paziente.

L'avvio di un processo psicoterapico è l'inizio di una esplorazione nel mondo interno per portare alla luce le pulsioni inconsce, le dinamiche irrisolte nelle prime relazioni transferali e i traumi che hanno potuto generare conflitto e poi psicopatologie.

Possiamo così sintetizzare i percorsi che il terapeuta va ad indicare al paziente per scendere alla scoperta del mondo interno:

  • Relazioni con le figure genitoriali;
  • Gestione delle pulsioni;
  • Traumi;
  • Lutti e separazioni;
  • Investimento libidico e tesaurizzazione;
  • Relazioni oggettuali;
  • Sensi di colpa;
  • Disillusioni.

    La difficoltà più frequente che comunica un paziente all'inizio della psicoterapia è quella di non ricordare molto del proprio passato ma ben presto il lavoro onirico viene in aiuto e l'avanzare del processo terapeutico alimenta a sua volta il lavoro onirico.

    Il sogno frequente all'interno di un processo psicoterapico è quello di una casa (ristrutturata, pulita, vuota, ampliata, sconosciuta, accogliente, buia o luminosa); entrare in una casa simbolizza l'ingresso nel mondo interno del paziente che vien fatto con la guida del terapeuta.

    Il sogno ci permette di entrare in contatto con il nostro mondo interno, parla di noi e nel momento in cui viene descritto al terapeuta organizza in forma linguistica istanze molto inconsce e sconosciute al piano razionale. Il sogno fornisce materiale di lavoro in una seduta psicoterapica e con le associazioni i ricordi che emergono terapeuta e paziente lavorano per interpretare il sogno. Il sogno può servire per contattare un antichissimo trauma ma ciò può avvenire solo a processo psicoterapico avanzato, quando la relazione con il terapeuta è diventata significativa e sono in atto movimenti transferali.

    Il transfert è tutto ciò che il paziente trasferisce nella relazione psicoterapica con il terapeuta seguendo le antiche modalità di rapporto con le figure genitoriali. è spiegato così perché si parla di possibilità di innamoramento inevitabile perché prende le mosse dalla fase di innamoramento della figura genitoriale del sesso opposto. Il paziente, che sente di aver capito tante cose di sé stesso, si sente meno fragile e succube di un sintomo e si avvia ad un cambiamento e alla risoluzione del sintomo.

    Così spiegato il processo psicoterapico si comprende l'infondatezza delle critiche mosse alla psicoterapia di poter comportare un avvio di dipendenza del paziente con il pauroso rischio di poterlo addirittura plagiare e si può facilmente comprendere che il processo psicoterapico favorisce la crescita dell'individuo liberandolo dalla gabbia dei conflitti e dei nuclei non risolti dello sviluppo della personalità.

    Cambiare in un processo psicoterapico significa avviarsi verso un prolifico dinamismo nella relazione con sé stesso, con gli altri e con il mondo superando così la stasi di un blocco che porta alla patologia ed a una pessima qualità della vita. E' ovvio che ogni crescita personale comporta la presenza di vissuti di sofferenza, angoscia, tristezza i quali rappresentano il "prezzo" della crescita. La crescita è separazione di oggetti esterni ma soprattutto interni, anche se non si esaurisce mai la necessità di mantenere dei legami emotivi indispensabili per la integrità psichica e che costituiscono un piacevole limite alla propria autonomia.

    Ogni paziente arriva in psicoterapia con una propria sofferenza ed elaborare questa sofferenza coincide con il successo terapeutico; in termini di elaborazione della sofferenza la psicoterapia può essere considerata come una esperienza dinamica dell'Io del paziente che progressivamente sperimenta che gli è possibile vivere affrontare e rendere propria la sofferenza come caratteristica implicita alle sue relazioni vitali, cioè tra i suoi oggetti che formano il suo mondo interno.

    Compito del terapeuta nel processo psicoterapico è quello di evidenziare la sofferenza che può essere un aspetto nascosto ma sempre ben esistente in tutte le relazioni che il soggetto ha stabilito e mantiene con i suoi oggetti interni, qualunque sia il tipo di personalità.


    A cura dello Studio Associato Panacea, Roma

    Grazia Calandriello
    Giorgia Clementi
    Fernando Di Rienzo
    Isabella Marcante
    Claudia Palma

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