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Inchieste

L'intervista
3 - Elettrosmog: Radio Anch'Io - 29.11.00

Nuoce gravemente alla salute è la scritta che comparirà sui cellulari in Inghilterra. Il mondo scientifico è diviso sui danni alla salute: il pericolo è ancora da dimostrare e non si conoscono tutti gli effetti. Ci sono comunque precauzioni da adottare?

A cura di Andrea Vianello

Saluto Carlo Rienzi, presidente del Codacons, in prima linea contro le emissioni dei telefonini. In mancanza di nessi accertati, anche voi dite "ci vuole il principio di precauzione". Vi aspettate una decisione sulla linea di quella inglese? Le parole di ieri del ministro Veronesi, ci fanno capire che probabilmente non ci sarà.

Si noti la differenza. In Inghilterra hanno cominciato a prendere dei provvedimenti. In Italia, siccome non ci sono soldi per fare delle ricerche a questi scopi, fanno fare da cavie ai cittadini. Faremo da cavie ai nostri bambini e scopriremo fra dieci anni i danni che possiamo avere avuto dall'uso del telefonino. Il problema è tutto qui: non si fa ricerca, il nostro ministro Veronesi va dicendo in televisione che i telefonini non fanno nulla, che non fanno male. Ma noi non ci fidiamo.

Per quanto riguarda le etichette, attenzione: questa scritta vuole essere messa dai produttori, perché non vogliono incorrere nelle cause di risarcimento danni che hanno avuto i produttori di tabacco negli Stati Uniti. Quindi, mettendo la scritta, quando ci saranno centinaia, migliaia, chissà quanti casi di tumore, loro diranno: "ma noi vi avevamo avvertiti".

Noi chiediamo di mettere sui telefonini la potenza del campo magnetico, cioè quanto sviluppa quel telefonino perché il consumatore possa regolarsi e non comprare telefonini che hanno campi elettromagnetici troppo elevati, in modo da creare una gara tra i produttori per produrre telefonini che sviluppino campi elettromagnetici sempre più bassi. Almeno, così, ci sarà una possibilità per il consumatore di scegliere qualcosa di meno dannoso per la salute.

Credo sia importante parlare di legge. L'Italia è in attesa da tempo di una legge generale sull'elettrosmog. In realtà, però, è in vigore un decreto ministeriale del gennaio del 1999. La legge giace al Senato dopo l'approvazione alla Camera del '98. Saluto il senatore, Fausto Giovannelli, relatore del disegno di legge sull'elettrosmog. All'interno di questa legge si parla di limiti di emissioni dei telefonini e di misure precauzionali, tipo etichetta inglese?

Questa legge è fondata su principi di precauzione, richiamati esplicitamente. Viene inoltre disciplinato l'uso delle apparecchiature a livello individuale e lavorativo. Saranno rese obbligatorie etichettature o schede informative. Al momento, la nostra normativa è la più rigorosa dei Paesi avanzati. L'attenzione va ricondotta sul telefonino e sull'uso individuale degli apparecchi, perché sembra che tutta la discussione e la pressione siano sulle antenne e sugli impianti di trasmissione televisiva o di trasporto dell'energia elettrica, quando invece gli elementi più preoccupanti riguardano i lavoratori addetti agli impianti che li espongono a radiazioni o chi fa un uso individuale spropositato, inconsapevole degli strumenti di recente introdotti nella nostra vita quotidiana.

Negli Stati Uniti d'America qualche mese fa un neurologo del Maryland è stato colpito da un tumore al cervello. A suo avviso, proprio per l'eccessiva emissione di onde dal telefonino. Ha quindi chiesto un risarcimento di 600 miliardi sia alla ditta produttrice del telefonino sia alla compagnia dei telefoni dello Stato. Le prove addotte: nessuna storia tumorale nella famiglia del neurologo, la localizzazione del tumore nel sito anatomico cerebrale in cui colpisce il calore emanato dal telefono. I suoi medici hanno inoltre stabilito che si tratta di una malattia riconducibile all'uso prolungato del cellulare. Secondo il suo avvocato, la ricerca scientifica finanziata dalle case produttrici dei telefonini non è stata pubblicata appositamente. Al legale è stata richiesto di seguire una causa analoga dall'Italia. Si tratta di un giovane affetto da tumore cerebrale, che usava il cellulare come unico telefono. Avvocato Rienzi, c'è già qualcuno che si è rivolto anche a voi?

No, a noi non si è rivolto nessuno. Stiamo preparando un questionario da mettere nel nostro sito per chi ha questo tipo di problemi. Alcuni giudici, come il giudice Casson di Venezia, hanno raccolto in tutta Italia questionari di persone che hanno avuto disturbi da onde elettromagnetiche. Ma il ministero della Sanità non richiede questi dati, non si fanno ricerche epidemiologiche e quindi non vengono fuori casi da poter trattare in sede giudiziaria. Ma come si può dire che non ci sono prove certe? Non servono.

Come servizio pubblico, è doveroso dire che non ci sono prove accertate che i telefonini facciano male, ma già il fatto che ne stiamo discutendo, credo sia un contributo per cercare di capire fino in fondo come applicare il principio di precauzione. Io saluto il professor Giuseppe Falciasecca, che è professore di Microonde all'Università di Bologna, nonché presidente della Fondazione Marconi, e del consorzio Elettra 2000 che raggruppa i gestori di telefonini. Ci spiega innanzitutto che differenza c'è tra le microonde e le altre onde elettromagnetiche?

Microonde è un nome abbastanza generico che è stato introdotto per parlare di onde radio quando la lunghezza d'onda è molto piccola.

L'emissione dipende dalla potenza del telefonino o dalla vicinanza dall'antenna dei ripetitori? Io ho letto che più siamo lontani dall'antenna e più l'assorbimento è forte. In pratica, se si parla in campagna si hanno più emissioni che in città.

È così. In realtà tutti i telefonini hanno un limite massimo di potenza, e sulla base di questo devono essere testati. Da questo punto di vista ci sono delle normative sia americane che europee a cui i telefoni in vendita devono sottostare. Un limite massimo di emissione calcolato in base alle condizioni di uso.

Io credo effettivamente che sia opportuno che nelle informazioni che vengono fornite agli acquirenti dei telefonini sia data l'informazione di quanta cura è stata posta dal costruttore su questo aspetto. È sicuro che introducendo una competizione anche su questo aspetto si mette in atto un circuito virtuoso per cui i produttori dei telefoni, per vendere, vengono invogliati a curare questo aspetto.

Tecnicamente è possibile ridurre la potenza del telefonino senza danneggiarne l'efficienza?

Entro certi limiti certamente sì. Ad esempio riducendo la potenza dell'emissione tutte le volte che non è necessaria, quando la stazione radio base è vicina.

Tempo fa era stata pubblicata una ricerca che stabiliva che l'auricolare peggiorava la situazione. La posizione ufficiale va ribadita ancora. L'auricolare è utile. Si potrebbe arrivare a imporlo per legge, senatore Giovannelli? E lei, Bertollini?

A me pare sia possibile, viene già consigliato nella nostra legge.

Di certo la ricerca inglese è stata smentita. In generale, per quanto riguarda la ricerca scientifica, i fondi sono scarsi. È necessario che anche l'industria investa in questo senso. C'è un problema di conflitto di interessi. Tutti gli attori coinvolti nella questione dovrebbero destinare dei soldi per un fondo pubblico gestito da un comitato indipendente. Mi sembra ingiusto anche eticamente che coloro che hanno il massimo profitto dai telefonini non investano nulla nella ricerca.

L'ultima domanda, al professor Giuliani. C'è un business parallelo, coccinelle, grafite e altro. Vogliamo dire che non servono a nulla?

Non servono assolutamente a nulla.

(5 marzo 2001)

 


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