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legge manifesto. Il parere di Guido Santonocito.
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Biografia di Guido Santonocito |
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Nato a Roma il 5 aprile 1968, Guido Santonocito ha fondato, nel 1995, il settore Elettrosmog del Wwf, di cui attualmente è responsabile. È fondatore e portavoce dell'Associazione lotta contro l'elettrosmog, Alce, e dirige il sito Internet del Wwf sull'inquinamento elettromagnetico. Ha partecipato a diverse
trasmissioni televisive e radiofoniche ed è autore del saggio |
Le emissioni in bassa frequenza 50 Hz derivano da elettrodotti di alta media e bassa tensione, dalle cabine elettriche, dagli elettrodomestici alimentati con la corrente di rete. L'esposizione a livelli di campo magnetico superiori a 0,2 microtesla rappresenta un possibile rischio cancerogeno. In particolare è stato osservato da parte di vari studiosi internazionali censiti dal nostro Istituto Superiore di Sanità nei rapporti Istisan del 1995 e del 1998, che vi è un incremento delle leucemie infantili da 2 a 4 volte rispetto alla normale incidenza della malattia sulla popolazione.
La differenza è data dalla frequenza e dal fatto che mentre nel trasporto dell'energia elettrica l'inquinamento elettromagnetico deriva da una conseguenza che potremmo definire indesiderata, alle alte frequenze le onde elettromagnetiche rappresentano il mezzo per trasportare le informazioni destinate alle radio alle televisioni ed ai telefonini. In entrambi i casi vi possono essere degli abitanti o dei lavoratori esposti a livelli di inquinamento elettromagnetico che secondo alcuni esperti potrebbero essere conseguenza di malattie anche gravi con una incidenza derivante dalla perdurante esposizione (molti anni) a livelli elevati di inquinamento.
Grazie ad una intensa attività pressione sulle istituzioni da parte associazioni ambientaliste e di cittadini spesso organizzati in comitati, l'Italia ha recentemente affiancato al record negativo di essere il paese al mondo con maggiore inquinamento elettromagnetico (valga come esempio il dato che sono in Italia ci sono 60.000 antenne radio-tv, contro le 12.000 negli interi Stati Uniti) quello di essere il paese con la migliore normativa, la legge quadro approvata il 14/2/2001.
Vi è senza dubbio soddisfazione per questa legge, anche se si è in attesa dei decreti di attuazione e vi è forte preoccupazione circa la realizzazione concreta dei dispositivi normativi, stante anche il fatto che le sanzioni previste riguardano multe fino a 600 milioni senza prevedere specifiche fattispecie penali in caso di perdurante violazione di legge.
I punti forti della legge riguardano il principio di precauzione, rafforzato dal principio di minimizzazione. Questo principio renderà necessario giustificare, da parte delle industrie, l'installazione di determinati apparati che dovranno essere collocati in modo tale da avere il minor impatto possibile sull'ambiente, sia dal punto di vista elettromagnetico che ambientale. La valutazione di impatto ambientale è una procedura obbligatoria per tutti gli impianti.
L'Italia ha la migliore normativa. Comunque sulla stessa linea è la legislazione della Svizzera, della Russia e della Cina.
Il Wwf sta completando una ricerca sul tema in collaborazione con il Cnr e l' Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (Ispesl). La ricerca è finanziata anche dal Mi'nistero della Sanità. Gli studi internazionali pubblicati a partire dal 1979 sono disponibili sul sito internet del Wwf (www. elettrosmog.org).
Esistono numerosi studi sulla materia anche fortemente contraddittori e ciò rappresenta un elemento di maggiore preoccupazione. L'Organismo mondiale della sanità (Oms), ad esempio, dopo aver individuato negli anni '90 il problema elettrosmog, come una delle emergenze che avrebbero afflitto gli uomini del 2000, ha parzialmente fatto un passo indietro, ritenendo più utile attendere l'esito delle ricerche (previsto per il 2003), prima di esprimere giudizi definitivi.
Si, se i decreti attuativi rispetteranno i valori che abbiamo visto nelle bozze degli stessi già esistenti.
I sindaci sono i primi responsabili della salute dei cittadini e quindi dovranno vigilare; alle regioni spetteranno i compiti di fissare attraverso leggi gli obiettivi di qualità riferibili agli standard urbanistici, cioè ad una corretta gestione del territorio che riguarderà i piani regolatori.
Entro due anni per gli impianti radio-tv e entro il 2004 e il 2008 per gli elettrodotti, secondo il grado di gravità.
Esiste una mappa del ministero dell'Ambiente, ma a nostro avviso non è completa.
Prima di tutto guardarsi intorno distinguendo i grossi impianti radio-TV e i mega elettrodotti dalle stazioni radio-base per telefonia e i piccoli elettrodotti. La distanza degli impianti deve essere tanto maggiore quanto più potente è l'impianto. Per le antenne della telefonia in genere 40/50 metri possono essere sufficienti o anche meno, se si è su una altitudine inferiore rispetto all'emittente. Se vi sono dubbi vale la pena richiedere la documentazione di autorizzazione dell'impianto ai gestori, ai sensi della 241/90 e del diritto all'informazione in materia di ambiente. Il WWF attraverso il suo sito è disponibile per dare informazioni e consigli.
(7 marzo 2001)
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