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di Antonio Leonardi
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L'acquisto. Cronaca di un'oretta di acquisti tra gli scaffali di un
megastore musicale. Si entra per comprare Autobiografia di una festa
,
ultimo album live (doppio) di Jovanotti. Trovato il cd, l'occhio cade sul disco
che segna il ritorno alla ribalta dell'ex leader dei Dire Straits: Sailing to
Philadelphia
di Mark Knopfler, da non perdere. E come resistere a One
,
ennesima collection degli eterni Beatles? Infine, ecco fare capolino Sade con la
promessa delle sue atmosfere seducenti: anche il suo Lovers Rock
finisce
nel carrello.
Note dolenti. Ma qui finisce anche il divertimento e arrivano le note dolenti: alla cassa si scopre che la visita è costata 173.300 lire. Quanto una cena per due in un ristorante di classe, vino compreso. Il fatto è che quando il prezzo dell'ultimo cd di un artista famoso si avvicina alle 40 mila lire, tenere aggiornata la propria collezione di dischi diventa un lusso, particolarmente gravoso proprio per i consumatori più accaniti: i giovani sotto i 25 anni con tanta voglia di musica, e poche lire in tasca.
Il prezzo. Ma perché il prezzo dei dischi si mantiene così alto? Eppure, nel resto del mondo digitale di cui i cd fanno parte, quella dei prezzi è una discesa costante. Per esempio, nel caso del software, dei personal computer, degli abbonamenti a Internet, dei telefonini o dei lettori di compact le prestazioni aumentano mentre i prezzi calano. I cd musicali, invece, continuano a restare assai salati.
Il caso Italia. "Per cominciare, non è vero che in Italia i cd costano più che altrove", risponde Enzo Mazza, direttore generale della Federazione industria musicale italiana (Fimi) che raggruppa le maggiori case discografiche del nostro paese, "in Gran Bretagna, Francia, Belgio o Austria i dischi sono più cari". Vero. Anche se questa non è una grande consolazione per gli acquirenti nostrani. "In secondo luogo, bisogna ricordare che sul prezzo dei dischi grava un'Iva del 20 per cento, questa sì tra le più alte in Europa", prosegue Mazza.
Il fisco. Per il fisco, infatti, il compact disc è in sostanza un bene di lusso da tartassare e non un prodotto di valore culturale, come per esempio un libro, su cui l'Iva è solo del 4 per cento. Il fronte anti Iva raccoglie sostenitori anche tra gli artisti come Nek o Massimo Di Cataldo. Mentre il glorioso gruppo dei Nomadi ha addirittura escogitato una contromisura concreta: "Restituiamo l'imposta sui dischi con un buono sconto di cinquemila lire sui biglietti dei nostri concerti", ha dichiarato Beppe Carletti, leader storico del gruppo, alla rivista online Musica Italiana.
(26 febbraio 2001)
1 - continua
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