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Colorado 1979. La corsa allo studio degli effetti a lungo termine dell'esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza ha preso il via nel 1979, dopo che l'epidemiologa Nancy Wertheimer e il fisico Ed Leeper pubblicarono sull'American Journal of Epidemiology i risultati di un approfondito studio sull'insorgenza della leucemia infantile. Wertheimer aveva avuto l'incarico di cercare un possibile nesso comune tra 344 casi di bambini morti di leucemia tra il 1954 e il 1973 a Denver, in Colorado.
La causa della leucemia. Due anni di ricerche non avevano portato a nulla, finché la studiosa notò che presso l'abitazione di uno dei bambini si trovava un trasformatore per l'energia elettrica. Werheimer ricordò che trasformatori simili si trovavano anche nelle vicinanze delle abitazioni di altri bambini presi in esame. Dopo ulteriori approfondimenti Wetheimer e Leeper conclusero che esisteva un'associazione tra l'esposizione ai campi dovuti ai trasformatori e la comparsa delle leucemie.
L'incertezza dei risultati. Da allora gli studi epidemiologici hanno prodotto un'enorme quantità di dati. Tuttavia i risultati sono contraddittori e non hanno confermato le conclusioni del lavoro del 1979. Anzi, la ricerca di Wertheimer e Leeper è stata spesso criticata e contestata da altri studiosi. Soprattutto i biologi non riuscivano, e tuttora non riescono, a individuare un meccanismo in grado di spiegare perché i campi elettromagnetici sarebbero in grado di provocare le patologie tanto diverse di cui sono stati via via ritenuti responsabili: la leucemia, il tumore al cervello, il morbo di Alzheimer e altre ancora.
Lucca 1985. Nell'incertezza della scienza, aumentava la preoccupazione dell'opinione pubblica. In Italia l'onda anti-elettrosmog arrivò nel 1985 a Pietrasanta, in provincia di Lucca. La popolazione protestava contro la costruzione dell'elettrodotto Enel tra La Spezia e Acciaiolo e riuscì a ritardare i lavori che furono comunque portati a termine. Ma il caso era ormai sollevato e negli anni successivi proteste analoghe si verificarono per esempio in Veneto e Friuli (contro la linea elettrica Sandrigo-Udine), in Piemonte (contro la linea ad alta tensione in Val di Susa), in Emilia Romagna (contro l'elettrodotto Forlì-Fano) e in numerose altre località interessate da installazioni di antenne radio o ripetitori per la telefonia mobile.
(5 marzo 2001)
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