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Inchieste

L'intervista
2 - Elettrosmog: intervista a Gaetano Benedetto, Wwf (1997)

Dalla Biblioteca digitale di MediaMente Rai Educational

La legge ancora stabilisce limiti di esposizione a campi elettromagnetici molto elevati fissati sulla base degli effetti immediati; eppure, sembra ormai accertato che sono gli effetti a lungo termine quelli più pericolosi: cancro e leucemia infantile. Come commenta questa incongruenza?

Il principio richiamato dalla nostra normativa europea e anche dall'Organizzazione mondiale della sanità - il principio precauzionale - non è recepito pienamente nel nostro ordinamento, per cui non si proibisce di fare qualcosa se non si è più che certi che questa stessa cosa sia dannosa per l'uomo. Se non si proibisce una cosa perché non si è certi che sia pericolosa, chiaramente si consente di farla, e, allora, tutti quegli effetti che avvengono in un tempo molto, molto lungo - quando parliamo di patologie tumorali parliamo di situazioni che possono verificarsi da dieci a venti anni - di fatto, non vengono previsti; questo è realmente un grave problema.

Noi sappiamo che chiunque viaggi in aereo sa che non si possono usare i telefoni cellulari, perché potrebbero innescare, nell'apparato elettrico, qualche conseguenza che potrebbe alterare i comandi; sappiamo anche che, su alcuni voli di linea, soprattutto su quelli internazionali, si può telefonare; la domanda è: perché si può telefonare in un modo e non in un altro? Evidentemente, quest'ultimo tipo di tecnologia è più "schermata", più protetta, ma non c'è una documentazione che affermi che l'uso del cellulare può essere pericoloso; si pensa possa esserci un rischio, e pensando che possa succedere si previene mettendo in atto un comportamento precauzionale, in questo caso invitando la gente a non usare l'apparecchio cellulare sull'aereo. Per quale ragione lo stesso comportamento precauzionale non si assume rispetto alla possibilità che alcune malattie tumorali subentrino là dove si è esposti a campi elettromagnetici? Noi vorremmo che questo principio che non è assunto solo dagli ambientalisti - non si tratta solo del buon senso - ma è assunto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità, oltre che dall'Unione Europea, sia applicato nella nostra normativa.

A che punto è la ricerca medico-scientifica in questo ambito?

La ricerca medico-scientifica è molto avanzata; in tutto il mondo, e in particolare negli Stati Uniti, ma anche in Svezia, in Danimarca ed in Italia, si stanno svolgendo ricerche più pignole rispetto all'inquinamento elettromagnetico; addirittura, alcune ricerche sono svolte da grosse aziende che producono alcuni di questi apparecchi, solo che sono ricerche che "scottano", sulle quali si tenta di minimizzare le conseguenze, si cerca di guardare più il lato statistico; intendo dire che anziché amplificare i reali rischi che potrebbero esserci a lungo termine, si minimizza su quelli a breve termine, e l'atteggiamento precauzionale non viene applicato.

Staremo ad aspettare, comunque, i risultati; ma già sono emersi dati che documentano come nel campo delle basse e medie frequenze noi abbiamo un'incidenza molto alta di forme di leucemia e alcune altre forme tumorali.

Che rischi di inquinamento elettromagnetico si accompagnano al fenomeno della telefonia cellulare?

Alcuni studi documentano che utilizzare un telefonino cellulare per oltre cinque minuti porti al cervello un surriscaldamento di almeno un grado; va da sé che tale surriscaldamento sia un processo innaturale, che ripetuto più volte al giorno, come spesso avviene per chi vi lavora, potrebbe portare delle conseguenze dannose alla salute. Ma non si pensi che il problema della telefonia cellulare sia derivante solo dall'uso dei telefonini; alcune aziende stanno già predisponendo apparecchi sempre migliori, sempre più sofisticati.

Il problema dell'inquinamento della telefonia cellulare è derivante anche dalla distribuzione del sistema di antenne necessario per la telefonia cellulare; essa non funziona via cavo. D'altra parte, basta guardarsi in giro, per vedere, nella propria città, con il naso all'aria, ripetitori che sino a ieri non si vedevano: sono dei ripetitori circolari con delle specie di antenne che sembrano le vecchie casse degli impianti stereo; quelle sono le antenne predisposte per la telefonia cellulare; e si pensi che anche per la telefonia cellulare esiste un rischio di pericolosità analogo a quello delle altre frequenze. Si tratta, comunque, di surriscaldamento a lungo periodo, con il rischio di cancro, leucemie e quant'altro.

Nel settore della telefonia cellulare c'è la tendenza, da parte dei gestori, a sminuire i danni provocati dalla telefonia mobile...

Basti pensare che nei libretti illustrativi delle avvertenze, il produttore, quando parla degli effetti sulla salute, dice che l'apparecchio è "idoneo all'uso". La formula non vuol dire assolutamente niente, "idoneo all'uso" non vuol dire che non fa male, vuol dire che si può telefonare, si può ricevere. D'altra parte, la telefonia cellulare è in assoluta espansione, in questo momento, in Italia; ma si pensa che anche in altre parti del mondo ci sarà un'espansione simile a quella che si sta verificando in Italia, e per un uso non necessariamente professionale. La più grande azienda produttrice di telefonini mobili, la "Motorola", si sta preoccupando molto di svolgere indagini, anche mediche, per verificare le possibilità (e la realtà) di rischio del telefono cellulare, e, certamente, l'interesse di questa azienda è verificare che non sia dannoso! Tuttavia, i produttori della telefonia cellulare sono molto allertati.

 


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