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VIOLENZA



La violenza di genere è un fenomeno che presenta dati sempre più allarmanti. Una donna su tre nel mondo è oggetto di abusi sessuali, vessazioni, soprusi, intimidazioni sul posto di lavoro, mutilazioni e umiliazioni.

Il rapporto Eurispes 2005 informa che negli ultimi nove anni il fenomeno della violenza sulle donne è aumentato del 300%. Il rapporto tra violenza e sessualità suscita ancora più sgomento. Da una ricerca ISTAT pubblicata nel 2004 emerge che solo nell'8,6% dei casi la violenza sessuale viene praticata in un luogo pubblico; le mura domestiche sono, infatti, l'ambiente in cui si consumano la maggior parte degli abusi sessuali. Tali dati confutano la tesi per la quale l'aumento degli stupri è da collegare alla crescente presenza di extracomunitari nel nostro Paese.

La legge n. 66 del 1996 sulla violenza sessuale rimane ancora al centro di un dibattito acceso e polemico. Tale legge considera la violenza sessuale non più un crimine contro la morale pubblica, ma un reato contro la donna in quanto persona e soggetto responsabile della propria autodeterminazione. Ma la crescita del fenomeno è una prova che le leggi riescono solo parzialmente a modificare la cultura. La riduzione dei tempi di prescrizione entro i 10 anni decorrenti dalla commissione del delitto, prevista dall'ex Cirielli, secondo il parere di molti giuristi non risponde a un desiderio di giustizia. Come può un reato come la violenza sessuale essere paragonato a qualsiasi altro? La voce degli esperti in materia, psicologi e sociologi, ci avverte che   il trauma della violenza ha bisogno di tempo per essere elaborato e occorrono misure di sostegno efficaci perché soggetti violati possano ripristinare le loro identità. E' un fenomeno complesso che non si previene e combatte solo per via punitiva, ma lanciando una vera sfida di civiltà e rieducazione ad una cultura che resta patriarcale.

Quali risorse attivare, culturali e legislative, per far fronte alla violenza che vede nelle donne il bersaglio privilegiato? Rigiriamo la domanda alle nostre interlocutrici...



 
 
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La violenza di genere è un fenomeno che presenta dati sempre più allarmanti. Una donna su tre nel mondo è oggetto di abusi sessuali, vessazioni, soprusi, intimidazioni sul posto di lavoro, mutilazioni e umiliazioni.

Il rapporto Eurispes 2005 informa che negli ultimi nove anni il fenomeno della violenza sulle donne è aumentato del 300%. Il rapporto tra violenza e sessualità suscita ancora più sgomento. Da una ricerca ISTAT pubblicata nel 2004 emerge che solo nell'8,6% dei casi la violenza sessuale viene praticata in un luogo pubblico; le mura domestiche sono, infatti, l'ambiente in cui si consumano la maggior parte degli abusi sessuali. Tali dati confutano la tesi per la quale l'aumento degli stupri è da collegare alla crescente presenza di extracomunitari nel nostro Paese.

La legge n. 66 del 1996 sulla violenza sessuale rimane ancora al centro di un dibattito acceso e polemico. Tale legge considera la violenza sessuale non più un crimine contro la morale pubblica, ma un reato contro la donna in quanto persona e soggetto responsabile della propria autodeterminazione. Ma la crescita del fenomeno è una prova che le leggi riescono solo parzialmente a modificare la cultura. La riduzione dei tempi di prescrizione entro i 10 anni decorrenti dalla commissione del delitto, prevista dall'ex Cirielli, secondo il parere di molti giuristi non risponde a un desiderio di giustizia. Come può un reato come la violenza sessuale essere paragonato a qualsiasi altro? La voce degli esperti in materia, psicologi e sociologi, ci avverte che   il trauma della violenza ha bisogno di tempo per essere elaborato e occorrono misure di sostegno efficaci perché soggetti violati possano ripristinare le loro identità. E' un fenomeno complesso che non si previene e combatte solo per via punitiva, ma lanciando una vera sfida di civiltà e rieducazione ad una cultura che resta patriarcale.

Quali risorse attivare, culturali e legislative, per far fronte alla violenza che vede nelle donne il bersaglio privilegiato? Rigiriamo la domanda alle nostre interlocutrici...