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legge 40/2004 (.doc)
 
 


  
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PROCREAZIONE ASSISTITA


Dopo la consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2005, la legge 40/2004 che regolamenta in Italia la Procreazione Medicalmente Assistita è stata, definitivamente, resa operativa.

Il periodo precedente al referendum ha visto fronteggiarsi il mondo laico e quello cattolico in una campagna elettorale senza esclusione di colpi e dai toni infuocati, dove ha prevalso l'esercito degli astensionisti permettendo al fronte del NO, quello di estrazione cattolica, conservatore e fondamentalista, di vincere.

Ad essere sconfitta non è stata una fazione politica, bensì la volontà personale e il desiderio di diventare genitori.

Cos'è la fecondazione medicalmente assistita e quando vi si ricorre?
E' l'aiuto che la scienza offre a coppie che non possono avere figli, a coppie fertili ma portatrici di gravi malattie ereditarie o infettive affinché i bambini possano nascere sani.

La legge 40 attualmente in vigore limita e complica il fine ultimo della Procreazione Medicalmente Assistita.
Il divieto alla fecondazione eterologa, alla quale si ricorre solo in gravi casi di sterilità, introdotto da questa legge, porterà le coppie che desiderano un figlio a recarsi in centri esteri alimentando un "turismo procreativo" che discriminerà le coppie abbienti dalle meno abbienti. L'articolo 14, poi, consente la produzione di un numero di embrioni non superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto e, comunque, mai più di tre. Forse invece di limitare la produzione di embrioni si sarebbe dovuto stabilirne il numero massimo da inserire in utero per ogni ciclo di trattamento, in modo da evitare gravidanze multiple pericolose per la vita delle donna e dei nascituri. Per non parlare della norma che assicura al concepito, a partire dall'ovulo fecondato, gli stessi diritti e la stessa tutela giuridica della madre o di qualsiasi persona nata.
Si viola il principio di laicità dello Stato, si creano, anzi si sono già create le premesse per mettere in discussione la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Sarà questa la prossima battaglia da fronteggiare?