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RAPPRESENTANZA


La recente vicenda delle quote rosa, con le sue altalene di strumentali ambiguità, ha visto giocare a danno delle donne l'ennesima beffa. Interrogarsi oggi sull'idea della rappresentanza, a ridosso delle imminenti elezioni, ci pare quanto mai necessario. Gli ultimi dati Eurispes ci dicono che due italiani/e su tre si dicono favorevoli alle quote, considerate l'unico strumento, al momento, in grado di garantire alle donne un'adeguata presenza femminile in politica. La considerazione è dunque evidente e la battaglia delle quote appare necessaria anche a noi.

Ma chiediamo molto di più alle donne che agiscono nei luoghi della politica ufficiale.

Siamo consapevoli che il piano della mediazione da loro attuato è sempre molto difficile, e ha espresso al meglio le intelligenze fattive che tante hanno portato alla politica. I risultati hanno alle spalle un percorso di condivisione e di confronto serrato e appassionato con tutto quello che donne e uomini hanno prodotto anche in altri luoghi. Perchè la politica, lo ribadiamo, vive ogni giorno nelle elaborazioni e nelle pratiche più diverse.

Cosa vogliamo chiedere, dunque, alle candidate che domani ci rappresenteranno in Parlamento?

In primo luogo, di pronunciarsi su una domanda diffusa di rispetto di quei diritti - lavoro, sanità, formazione, cultura - che abbiamo visto sempre più sgretolarsi in questi anni. Fino al diritto sempre più articolato di una rappresentanza che sia anche in grado di porre domande, perchè portatrice di un'ottica di genere, cioè sessuata e dunque politica, che interroga scomodamente la realtà.

Abbiamo bisogno perciò di risposte. Perchè queste elezioni siano un'occasione di confronto reale fra un elettorato che ha attese non più rinviabili, e un mondo politico che di tutto questo deve farsi responsabilmente carico.