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TV E CULTURA


Quando si parla di tv bisogna necessariamente richiamare quella facoltà rappresentativa e identificativa che la televisione ricopre, e il ruolo sociale che il piccolo schermo ha assunto nel nostro paese. Perché nonostante la diffusione delle nuove tecnologie, l'ultimo rapporto Iem sull'industria della comunicazione in Italia chiarisce che la tv resta la regina delle preferenze delle italiane e degli italiani. "Il consumo di televisione nel nostro paese -si legge nel rapporto- continua a progredire con un rating medio che ha toccato il 16,6%, un dato fra i più alti nell'ovest europeo". In questi anni la degenerazione dei contenuti e la sovrapposizione dei generi hanno prodotto un black out, una vera e propria deriva qualitativa. C'è urgenza di interrogarsi sul futuro di una tv pubblica, macchiata da una lottizzazione che ci riporta indietro di 30 anni, dove i partiti si spartiscono sedie, nomine e incarichi come e più di quanto non accadeva nella vituperata prima repubblica. Questa seziona interroga le nostre interlocutrici sulla recente legge Gasparri, che aveva il compito di riformare il sistema radiotelevisivo, ma che di fatto ha creato false aspettative nel digitale terrestre, ancora lontano dalla completa diffusione, e ha allargato, con il Sic (Sistema integrato telecomunicazioni), il paniere della raccolta pubblicitaria, favorendo gli interessi del monopolista, per giunta, capo del governo. Una domanda di fondo: Quale tv? Una tv che ancora nel dibattito pre-elettorale conserva e ripropone gli stereotipi imperanti nel tessuto sociale? O una tv diversa. Alle donne viene ancora oggi riservata la conduzione di trasmissioni di intrattenimento, e nel dibattito pubblico, sollecitate a parlare di cucina, canzonette, tette e maquillage . In uno studio elaborato dall'osservatorio di Pavia, per conto del Cnel, e presentato nell'aprile del 2005 emergevano i tratti di questa esclusione. "Le donne sono, nei talk show analizzati, chiamate ad interrogarsi sulla sfera privata e rivestono, molto più degli uomini il ruolo di testimoni, piuttosto che di esperte, di comparse piuttosto che di protagoniste."

Ma per non farci mancare niente abbiamo pensato a cosa hanno rappresentato i teatri, in questi anni di tv sotto bavaglio e come, anche lì, si sia abbattuto lo strapotere di pochi. Parlare di teatro, di cinema e di spettacolo partendo dalle recenti restrizioni e dai tagli previsti dalla finanziaria. Pensare alla cultura e agli spettacoli partendo da una considerazione: il tempo del loisir si riduce a tempo da eliminare se le tasche delle italiane e degli italiani faticano ad arrivare alla fatidica quarta settimana.

Per approfondire

M. Cuniberti, G.E. Vigevano, La riforma del diritto televisivo, Aggiornamento a Percorsi di diritto dell'informazione, Giappichelli, 2004 . Un libro per capire i reali cambiamenti apportati dalla legge Gasparri, in conclusione particolare attenzione viene riservata all'attuale modalità di elezione del Cda Rai, "un salto nel passato, ancor prima degli anni 70".

Rapporto Cnel: DONNE, LAVORO E TELEVISIONE: l'immagine femminile nei programmi d'informazione Ricerca svolta dall'osservatorio di Pavia. Aprile 2005

L'industria della comunicazione in Italia. Ottavo Rapporto IEM. Scenari di policy e strategie competitive, Guerini e Associati, 2005