||  home  ||  chi siamo  ||  candidate   ||  documenti  ||  appelli   ||
 
interventi
leggi qui gli interventi delle candidate
 
 
documenti
proposta Grillini (.doc)
i pacs in Francia (.doc)
unioni civili nel mondo(.doc)

  
|| rappresentanza  || lavoro e diritti ||  istruzione  ||  immigrazione  ||  TV e cultura   ||  
||  violenza  ||  pari opportunitą  ||  consultori  ||  aborto  ||  procreazione  ||   famiglie e pacs  ||
 
FAMIGLIE E PACS


Il PACS (Patto Civile di Solidarietà, nato in Francia nel 1999) nasce dall'esigenza di creare un istituto che tuteli giuridicamente coppie di persone che non scelgono il matrimonio civile.
In generale si può pensare al matrimonio civile come allo strumento di tutela più completo di una coppia da un punto di vista giuridico. Se una coppia non ricorre al matrimonio, per scelta (preferisce una convivenza prematrimoniale, etc..) o per mancanza di requisiti (poiché omosessuale), non ha la possibilità di ricorrere a istituti di tutela più leggeri. Il Pacs ha l'obiettivo di colmare proprio questo gap.
Prevede un sottoinsieme dei diritti disponibili attraverso il matrimonio civile: pensione di reversibilità, eredità, il vincolo a interpellare il partner da parte dei medici in caso di malattia dell'altro etc... Non contempla invece la possibilità di adottare bambini.

L'Italia non ha ancora alcuna legislazione per la regolamentazione delle unioni civili.
Dagli anni Novanta è aumentato il numero di proposte di legge per disciplinare le unioni civili presentate sia alla Camera che al Senato, così come sono diventati pressanti gli inviti del Parlamento Europeo alla parificazione dei diritti di coppie omosessuali e coppie eterosessuali. Sin dall'inizio, il dibattito politico ha registrato da parte della Chiesa Cattolica forti obiezioni ed aspre critiche all'adozione di una legislazione per le unioni civili. È attualmente in discussione alla Camera dei Deputati un disegno di legge di Franco Grillini, che richiama i Pacs francesi, teso a regolamentare le unioni anche tra individui dello stesso sesso.
A livello locale, il movimento LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Trans), ha chiesto in diverse città italiane di istituire registri delle unioni civili. La registrazione anagrafica della convivenza ha solo un significato simbolico, a meno che il singolo Comune non decida di aggiungere al valore simbolico dell'unione diritti reali (ad esempio, accesso agli alloggi popolari).

I primi comuni a dotarsi di un registro furono Empoli (nel 1993) e Pisa (nel 1996): attualmente sono molto numerose le città italiane che si sono dotate di un registro anagrafico delle unioni civili.
Nel 2004 alcune Regioni italiane hanno approvato statuti che contengono segnali di apertura per una legge sulle unioni civili, anche omosessuali: la Calabria, la Toscana, l'Umbria e l'Emilia Romagna. La maggior parte degli statuti si rifà alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che all’articolo 9 sancisce, tra i diritti fondamentali della persona, il "Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia".
Il governo Berlusconi n carica ha impugnato per presunta illegittimità costituzionale gli statuti di Toscana, Umbria ed Emilia Romagna: i primi due ricorsi sono stati respinti.