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MARIA TERESA UCCIERO candidata a CASERTA, Rosa nel Pugno.


1. PERSONALE
Quali motivi l’hanno spinta ad entrare in politica?
E’ stata una lenta e consapevole maturazione. In famiglia ho sempre respirato il clima e gli ideali politici.
Durante gli anni del liceo ero una giovane militante di estrema sinistra.Poi ho proseguito questo impegno durante la mia carriera professionale militando nel partito socialista.Quattro anni fa sono diventata segretaria di partito.

Quali mete ed obbiettivi personali, in quanto donna, si prefigge?
Mi prefiggo degli obbiettivi, soprattutto in quanto persona. Con la mia azione politica intendo dare un contributo umano e professionale. Sono una architetta e attraverso la mia professione ho maturato il senso di responsabilità e soprattutto ho constato con mano le problematiche sociali che attraversano la mia città.

2)RAPPRESENTANZA E PARI OPPORTUNITA’
La recente vicenda delle quote rosa, unico strumento, al momento, in grado di garantire alle donne un'adeguata presenza femminile in politica, ha giocato a danno delle donne l’ennesima beffa. Nella sua lista che tasso di rappresentanza femminile si è raggiunto?
Sinceramente non ricordo il tasso di rappresentanza femminile raggiunto nella mia lista. Non lo reputo un dato particolarmente rilevante. Nella mia lista sono circondata da persone valide di entrambi i sessi.Per me contano le capacità. Riguardo alla quote rosa, affermo che non amo particolarmente questo strumento. Ritengo che possa essere utile se accostato ad una politica di potenziamento delle strutture sociali che possano favorire l’accesso delle donne in politica. Ritengo anche che le donne non meritano un trattamento protettivo e che ricalcare una tale politica sia di danno sia alle donne che agli uomini.

Quali strategie attuare per riequilibrare lo scarto tra rappresentanza maschile e femminile?
Occorre un supporto valido che riscatti i disagi sociali in cui si trovano le donne. Ad esempio devono essere migliorati e incoraggiati i provvedimenti a sostegno della maternità, cosicché la scelta di entrare e fare politica sia agevolata. Ma la mia è una politica rivolta non solo alle donne ma a tutte le minoranze e differenze. Bisogna ricostruire delle strutture sociali forti, il cui logoramento ha portato negli ultimi anni ad una lesione dei diritti civili.

Qual è, a suo parere, il significato e la forza del femminismo.Come poter tradurre l'esperienza e le pratiche femministe nei contesti istituzionali?
Attribuisco un grandissimo valore e significato al movimento e al pensiero femminista. La lotta femminista ha riscattato la donna dalla condizione di fragilità e inferiorità cui la cultura e la politica l’aveva relegata. Gia all’età di 15 anni mi sono confrontata con la pratica femminista. Ma non amo gli estremismi ed ora sono fermamente convinta che le donne devono uscire dal separatismo, altrimenti si corre il rischio di cadere in un’improduttiva e mortificante definizione di categoria persona. La politica deve avvalersi di donne e uomini come essere umani.

Quali problemi relativi alle tematiche di genere ha riscontrato nella sua circoscrizione? E cosa si propone in merito?
Problemi relativi soprattutto alla maternità e alla conciliazione dei tempi vita lavoro della donna. In tutta la città di Caserta vi è solo un asilo nido e questo è inaccettabile.La mia lista si propone non solo un investimento in asilo nido ma anche di potenziare i trasporti pubblici, poiché la condizione dei trasporti è veramente drammatica.

3) SALUTE RIPRODUTTIVA
Abbiamo assistito da parte del precedente governo ad un depotenziamento dei consultori. L'indagine conoscitiva sull'applicazione della 194 ha messo in luce che i consultori hanno bisogno di ulteriori fondi per lavorare così come la legge. Durante i 5 anni di governo del centro-destra abbiamo assistito una regressione e un desubordinamento dei diritti civili.
Riguardo ai consultori, giustamente bisogna parlare di depotenziamento.Noi non siamo a favore dell’ aborto ma contro l’aborto clandestino, che ha rappresentato per anni la piaga sociale dell’ Italia. Mettere in discussione l’operato di consultori è una lotta contro i diritti civili di uomini e donne. Ritengo lo stesso in materia di procreazione assistita; il problema riproduttivo riguarda entrambi i sessi.


4) MIGRAZIONI
Il numero delle migranti cresce ogni anno, una popolazione femminile a volte altamente specializzata il cui inserimento lavorativo è confinato solo in settori di bassa qualificazione e che inoltre vede lesi i diritti fondamentali, compreso quello riproduttivo (l'aborto, da ultimi dati istat, è soprattutto delle migranti). Quali provvedimenti pensa di prendere?
Bisogna rispettare il ruolo di immigrazione. L’incontro con le altre culture è un valore .L’immigrazione non la dobbiamo subire, ma convivere con questo fenomeno e farne condizione di arricchimento. Infatti ci sono lavori e anche la mia città ne è un esempio, che gli italiani non sono più disposti a fare. Ovviamente il fenonomeno deve essere legalizzato ma anche in anche in questo caso non sono a favore delle quote.

5) VIOLENZA
I dati istat sulla violenza alle donne segnalano dati sempre più inquietanti. Quali risorse, culturali e legislative, attivare per far fronte alla violenza che vede nelle donne il bersaglio privilegiato? Come il Comune di Caserta può divenire promotore di una cultura della non violenza?
Vittime della violenza sono le donne e tutte le fasce deboli. Il dato più inquietante è che il nucleo familiare è il luogo dove maggiormente si registra tale fenomeno. Credo che siano necessarie campagne di sensibilizzazione che debbano coinvolgere le nuove generazioni partendo proprio dalle scuole. Bisogna stimolare i punti di aggregazione l’associazionismo cattolico la cui opera, anche nella mia città, su questo fenomeno delicato è meritevole


6)LAVORO
Donne e lavoro, un binomio da sostenere con quali strumenti…

La situazione lavorativa in Italia è drammatica. Il precariato ha visto come vittime soprattutto le donne e i giovani. A caserta, in modo particolare abbiamo assisto quotidianamente a donne di mezza età che si separano dal marito e cercano quell’autonomia lavoratica che non mai avuto e di cui sono state private in giovane età, perché sacrificate dal destino matrimoniale. Anche questo è un dato da non sottovalutare. Un passo in avanti nelle direzione di un felice binomio donna lavoro deve provenire dallo Stato che deve farsi carico dei problemi riguardanti il disagio lavorativo femminile e giovanile.Questo non significa assistenzialismo ma investire in riforme sociali per potenziare, come indicavo prima, le strutture sociali.

Infine bisogna anche convivere con le forme di lavoro flessibilità richieste dal mercato.