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MIRELLA PARACHINI (Candidata alla Camera dei Deputati - La Rosa nel Pugno) - Intervento del 23 marzo 2006


1. RAPPRESENTANZA
In che modo è possibile garantire una presenza reale delle donne nelle istituzioni? E'necessario intervenire con misure specifiche e quali?
Io non credo alla bontà di provvedimenti che difendano le donne con il principio delle quote, giustamente considerate da Emma Bonino alla stregua di liste-Panda, riserva d'apartheid femminile. Si potrebbe arrivare all’assurdo di essere obbligati a candidare donne che magari non hanno i requisiti politici o di capacità solo in virtù della loro appartenenza a quel genere.
Ritengo al contrario che ci dovrebbe essere una spinta che venga dalla società verso quelle o quei candidati che si impegnano a sostenere leggi che hanno a che fare con – per usare un’ antica ma ancora bellissima espressione – la liberazione della donna.
Ricordo che quando mi sono laureata in medicina nel ’78 ed ho scelto di specializzarmi in ginecologia, sull’onda del femminismo degli anni ’70 le scuole di specializzazione in ostetricia e ginecologia aumentarono in maniera straordinaria le ammissioni di donne medico, proprio perché da parte delle pazienti veniva manifestata, per la prima volta, una preferenza femminile. E’ quello che dovrebbe succedere anche oggi: che la preoccupazione dei partiti ad inserire donne nelle proprie liste venisse non da un obbligo di legge ma dal sapere che quella scelta è premiante. In questo caso, con un aumento del consenso elettorale.

2) PARI OPPORTUNITA'
Le politiche di pari opportunità possono interagire proficuamente con la politica tout court e come?

Credo che le politiche di pari opportunità debbano essere condotte con gli stessi strumenti della “politica tout court”, vale a dire con provvedimenti concreti.

3) FAMIGLIE
Quali politiche familiari sono necessarie perchè le donne possano raggiungere una effettiva conciliazione di tempi di vita e di lavoro?
Le donne italiane sono state definite ''acrobate'' dall'Eurispes nel suo ''Rapporto Italia 2006'' presentato nei giorni scorsi, sempre piu' impegnate tra lavoro e maternita'. In Italia esiste una forte carenza di servizi per l'infanzia che si accompagna al permanere di una cultura che, a trent'anni dall'inizio del processo di femminilizzazione del mercato del lavoro, stenta ancora a riconoscere il mutato ruolo della donna in seno alla famiglia e alla societa', e che e' ben lontana – come sottolinea l'Eurispes- dal fornire effettiva sostanza al principio delle pari opportunita'''. ''Il risultato e' che, contrariamente ai paesi del Nord-Europa, dove le donne lavorano senza per questo rinunciare alla maternita', il nostro Paese e' caratterizzato da un bassissimo livello di fecondita' (1,33 nel 2004) e da un altrettanto modesto tasso di occupazione femminile (45,1), il piu' basso dell'Unione a 15 nel 2004. Basti pensare che il nostro Paese si colloca al penultimo posto della graduatoria in materia di spesa pubblica per la famiglia, la casa e l'esclusione sociale, cui dedica appena l'1,1% del Pil, contro una media della Ue a 15 pari al 3,4%.
Io ho un mucchio di pazienti che mi dicono che farebbero volentieri un secondo figlio se avessero l’aiuto di servizi adeguati, ma che non se la sentono di pesare sui nonni che già badano al primo…
L'idea di famiglia si sta allargando a comprendere nuove soggettività, come riconoscerle e valorizzarle?
l’Italia è uno degli ultimi paesi d’Europa a non aver ancora previsto forme di regolamentazione per le coppie conviventi, eterosessuali ed omosessuali, sul modello della Francia e/o della Spagna. La Rosa nel pugno è stato l’unico soggetto politico a difendere il rispetto della dignità delle persone contro ogni forma di discriminazione, così come riconosciuto dalle Risoluzioni votate al Parlamento Europeo in questi anni e ha chiesto all’Unione di inserire nel suo programma di Governo, in modo esplicito e senza mediazioni, le riforme e i cambiamenti normativi adeguati all’evoluzione dei costumi.

4) ISTRUZIONE/FORMAZIONE
A quale idea di formazione e istruzione si deve lavorare nel nostro paese?

Noi siano per investire nella scuola pubblica nuove risorse per far fronte alla assoluta ristrettezza in cui versa. In Italia ogni anno 500 milioni di euro (ovvero 1000 miliardi di lire) vanno a finanziare le scuole private, quasi tutte cattoliche, mentre la scuola pubblica è in una situazione disastrosa. E’ vero che secondo la Costituzione esiste la libertà di scuola ma senza oneri per lo Stato!
La difesa della centralità della scuola pubblica è una dei punti chiave del programma della Rosa nel pugno.

6) SALUTE RIPRODUTTIVA
Depotenziamento dei consultori e boicottaggio della Ru486. La salute riproduttiva delle donne non sembra sia stata una priorità di questo governo...
I Radicali sono stati i primi a battersi per l’introduzione della “pillola abortiva” o RU486 (mifepristone) per poter praticare un aborto farmacologico in alternativa a quello chirurgico, nelle prime settimane di gravidanza.
Anzi, ancora prima della scoperta di questo farmaco, che è avvenuta in Francia nei laboratori della Roussel Uclaf (da cui il nome “RU”) nel 1982 da parte del prof. Etienne-Emile Baulieu, i radicali avevano costituito nel 1981 una “Associazione per l’aborto non chirurgico” in seguito alla notizia della scoperta degli analoghi delle Prostaglandina da parte di un ricercatore svedese del Karolinska Institutet, Marc Bygdeman.
Devo dire che se la sinistra avesse manifestato sin da allora una sensibilità diversa, il dibattito nel nostro paese non sarebbe così indietro. Si trattava, allora come oggi, di acquisire quelle innovazioni mediche che, non si capisce per quale motivo, debbano venire respinte a priori, pur riguardando uno tra i più diffusi interventi ginecologici. Per la verità, quando la RU486 venne commercializzata in Francia, l’allora sottosegretario alla Salute, Elena Marinucci, socialista, ne fece richiesta in Italia e venne sommersa dalle solite urla anti “pillola killer”. (siamo nel ’88 – ’89!!). Oggi radicali e socialisti riuniti nella Rosa nel Pugno hanno approvato a Fiuggi un programma che prevede al punto 4 : “Aborto/Pillola del giorno dopo/RU486/Informazione sessuale e contraccettiva”.
Sul fronte della salute riproduttiva della donna l’altra battaglia che intendiamo proseguire è quella della modifica della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, iniziata e non certo conclusa con l’esito del referendum dell’anno scorso. La battaglia riparte dai dati: a due anni dall'entrata in vigore della legge 40, il raffronto tra i dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità e quelli del Registro Europeo per la fecondazione assistita segnalano un calo delle percentuale di gravidanze dal 29 al 25,3%...e questa doveva essere la legge in difesa della vita? Come ha sostenuto Anna Pia Ferraretti, responsabile per l’Italia del Registro Europeo (e candidata nella Rosa nel Pugno come molti operatori della procreazione medicalmente assistita quali Luca Gianaroli, Francesco Fiorentino, Domenico Danza, Marco Guido Favara), questa differenza percentuale equivale ad almeno 100-150 bambini in meno nati ogni anno. Al contrario il trend europeo mostra un aumento del tasso di fertilità con le tecniche di fecondazione assistita… come possiamo pensare che una coppia non si rivolga all’estero? (con un turismo di “prima classe” per chi si può permettere la Svizzera o la Spagna ed un turismo “povero” in Grecia e Turchia..). Io penso che tutte le donne (ma anche gli uomini!) che si sono sentite offese dalla legge 40 e che si sono indignate per il modo ipocrita con cui si è scelto l’astensionismo nel referendum abrogativo, abbiano voglia di ricordarselo oggi con il voto alla Rosa nel pugno. Le donne devono comunque sapere che la modifica o l'abrogazione della legge sulla fecondazione sara' una delle priorita' dei nostri eletti alla Camera e al Senato, anche se non rientra nel programma dell'Unione.

8) LAVORO
Donne e lavoro, un binomio da sostenere con quali strumenti...

La Rosa nel pugno punta ad una nuova rete di sicurezza sociale con interventi sull’attuale sistema di ammortizzatori sociali, con politiche attive del lavoro per favorire lo spostamento di risorse da settori e da imprese in declino a settori e a imprese con prospettive di sviluppo, accettando una economia di mercato come necessario quadro per la piena valorizzazione della libertà e responsabilità individuale insieme alla messa in opera di politiche sociali. Sulla base di quella profonda revisione innovativa del socialismo che, soprattutto con Blair e con Zapatero, ne ha rinnovato e potenziato l’impatto politico e di governo, aprendolo al dialogo e alla convergenza con il liberalismo riformatore e il radicalismo.

leggi il documento della convenzione "Progetto per la libertà"