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CHIARA MORONI (Forza Italia) - Intervento del 3 aprile 2006


1. RAPPRESENTANZA
In che modo è possibile garantire una presenza reale delle donne nelle istituzioni? E'necessario intervenire con misure specifiche e quali?

Il problema della rappresentanza delle donne è un problema prima ancora che politico culturale che investe in pieno non solo la politica ed i suoi meccanismi ma tutta la società italiana. Certo le istituzioni devono farsene carico anche per avere un ruolo di traino per tutti gli altri settori della società civile. Da questo punto di vista le società ed i modelli dei Paesi del Nord Europa rappresentano un riferimento a cui guardare con attenzione. L’emancipazione femminile e la reale capacità di ottenere la giusta rappresentanza femminile si devono conquistare attraverso una presa di coscienza collettiva e sociale. Sicuramente però lo strumento delle quote in una determinata fase come quella attuale può essere utile e necessario, magari provvisorio, ma necessario. Tra l’altro proprio l’introduzione nel dibattito politico della cosiddetta questione delle quote rosa ha avuto l’indubbio merito di evidenziare il problema e sollecitare il confronto.

2) PARI OPPORTUNITA'
Le politiche di pari opportunità possono interagire proficuamente con la politica tout court e come?
Devono interagire, una politica moderna ed adatta ai tempi che voglia davvero essere inclusiva e quindi rappresentativa non può certo prescindere dall’individuazione ed affermazione di un'effettiva e concreta pari opportunità.

3) FAMIGLIE
Quali politiche familiari sono necessarie perchè le donne possano raggiungere una effettiva conciliazione di tempi di vita e di lavoro?
L'idea di famiglia si sta allargando a comprendere nuove soggettività, come riconoscerle e valorizzarle?

Bisogna superare definitivamente il bivio di fronte al quale si trovano molte donne italiane quello cioè di dover scegliere tra il desiderio di seguire la famiglia e quello di realizzarsi nel lavoro, è una scelta ingiusta. Dall’altra parte oggi le donne sono comunque chiamate a dover lavorare soprattutto nei grandi centri urbani diventa difficile pensare che una famiglia possa basarsi solo sul lavoro di uno dei coniugi. Le esigenze della vita contemporanea hanno profondamente modificato gli equilibri della famiglia tradizionale. Bisogna sostenere le donna attraverso la creazione di una rete di servizi sempre più efficienti, mirati a superare ad esempio quella che a volte può diventare una contraddizione molto limitante tra l’essere madre e continuare a lavorare. Bisogna continuare ad investire come è stato fatto in questi cinque anni sul potenziamento dei servizi, come per esempio gli asili nidi aziendali, ma penso anche al necessario potenziamento dei servizi pubblici, specie nelle grandi città, insomma bisogna rafforzare tutta la rete dei servizi a sostegno della maternità ed inoltre credo sia necessario anche adeguare i salari delle donne a quelli degli uomini. Rispetto all’allargamento del concetto di famiglia credo sia necessario riflettere sulla necessità che la famiglia non sia concepita come una sorta di istituzione rigida sempre uguale a se stessa da difendere o da abbattere infilandosi così in interminabile e sterile confronto ideologico. Anche con riferimento alla famiglia può essere utile concepire politiche concrete, finalizzate al rispetto ed all’affermazione dei diritti dei cittadini.
Certo esiste la famiglia tradizionale riconosciuta dalla nostra costituzione che nessuno vuole mettere in discussione ma esistono anche tantissimi cittadini che hanno deciso di condividere la loro vita in un altro modo, cittadini che per questo non possono essere discriminati, stiamo parlando di centinai di migliaia di persone che devono essere rispettati ed i cui diritti non possono essere inferiori a quelli riconosciuti ad altri, anche perché in questo modo proprio la famiglia tradizionale rischia di diventare uno strumento di discriminazione sociale.

4) ISTRUZIONE/FORMAZIONE
A quale idea di formazione e istruzione si deve lavorare nel nostro paese?

La formazione nella società contemporanea è uno dei pilastri fondamentali su cui basare l’affermazione di effettive pari opportunità. La specializzazione progressiva di cui il mondo del lavoro oggi è sempre più caratterizzato ci impone di pensare politiche di formazione innovative capaci di rispondere alle reali esigenze del mercato del lavoro, in questo senso bisogna indirizzarsi verso una formazione continua, capace di accompagnare il lavoratore durante tutto l’arco della sua attività. Formazione continua e specifica, dunque, capace di diventare una garanzia di qualità delle prestazioni erogate. Da questo punto di vista istituzioni e parti sociali specie le imprese hanno il dovere di collaborare fattivamente. Ed in questo senso la riforma Moratti si è mossa proprio con il fine di rendere più pratica ed evoluta nonché adattabile la formazione dei giovani studenti, in modo da facilitare e rendere più produttivo il loro ingresso nel mercato del lavoro.

5) VIOLENZA
Da un punto di vista legislativo ritiene sia stato fatto abbastanza contro la violenza oppure è ancora necessario intervenire e in che modo? Cosa si può fare a livello di prevenzione?

In Italia esiste una legislazione abbastanza precisa e severa rispetto ai reati di violenza sulle donne ma non basta. In primo luogo è necessario fare in modo che queste leggi vengano fatte rispettare, serve una giustizia più efficace e veloce, poi è fondamentale realizzare una serie di strutture di assistenza e sostegno alle donne che subiscono violenza, infine, è imprescindibile sviluppare una politica di profonda sensibilizzazione culturale e sociale finalizzata a far si che le donne che subiscono violenza non restino sole, non finiscano per sentirsi vittime predestinate o peggio ancora colpevoli. Bisogna combattere con decisione l’enorme muro di naturale omertà che spesso nasconde le violenze subite dalle donne, finendo spesso per farle considerare quasi come cose normali, in fondo poi non così gravi. Per questo la solidarietà tra donne è fondamentale.

6) SALUTE RIPRODUTTIVA
Depotenziamento dei consultori e boicottaggio della Ru486. La salute riproduttiva delle donne non sembra sia stata una priorità di questo governo...

Personalmente mi sono battuta e continuerò a farlo per difendere e promuovere l’azione ed il regolare funzionamento dei consultori, non mi pare sinceramente però che il Governo volesse depotenziarli. Anzi la necessità semmai è quella opposta di farli funzionare al meglio. Qualcuno pensava ad un loro particolare utilizzo, che riteneva coerente con la legge 194, personalmente ero contraria a quell’impostazione che poi non è certo divenuta l’impostazione di tutto il Governo. I consultori sono un luogo importante e svolgono funzioni molto delicate vanno potenziati e resi sempre più funzionali e certo non possono diventare un luogo di condizionamento nei confronti delle donne della loro vita della loro coscienza e delle loro scelte. Bisogna portare rispetto per la libertà di ognuno di noi, rispetto per scelte delicate e profondamente personali, i consultori non devono invadere questa sfera ma essere dei punti di riferimento e di sostegno, sicuri ed affidabili. Rispetto alla pillola non è stato messo in campo nessun boicottaggio, si trattava di iniziative sporadiche, di carattere più personale che politico.

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