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TANA DE ZULUETA (Candidata alla Camera dei Deputati - Verdi) - Intervento del 22 marzo 2006


1. RAPPRESENTANZA
In che modo è possibile garantire una presenza reale delle donne nelle istituzioni? E'necessario intervenire con misure specifiche e quali?
Bisogna volerlo! In realtà manca una vera volontà politica. Siamo in presenza di un sistema di partiti con una forte pulsione di autoreferenzialità e autoconservazione. Alla fine noi abbiamo sostenuto anche la proposta di legge sulle quote rose che si è rivelata per molti solo uno spot elettorale… In realtà con questo sistema proporzionale la Spagna è riuscita a garantire l’alternanza: il partito socialista è stato emulato anche da quello popolare che a sua volta ha assicurato un’importante rappresentanza femminile. In Italia, anche nel centro sinistra, la situazione è negativa perché ci sono poche donne nelle teste di lista. Quante ne saranno elette? Io mi auguro di sbagliarmi!

2. PARI OPPORTUNITA'
Le politiche di pari opportunità possono interagire proficuamente con la politica tout court e come?
Certo. Dovrebbero essere in stretto rapporto. In Italia più che altrove siamo indietro: abbiamo sicuramente tante buone Commissioni di parità che riescono a incidere sulle amministrazioni. Ma a livello nazionale la situazione è difficile.

3. FAMIGLIE
Quali politiche familiari sono necessarie perchè le donne possano raggiungere una effettiva conciliazione di tempi di vita e di lavoro?
Qualsiasi donna abbia cercato di conciliare famiglia e lavoro conosce il senso di solitudine che si prova. L’Italia su questi temi è un Paese anomalo: è l’unico, insieme alla Gran Bretagna, in cui gli asili nido sono un’eccezione, in cui il doposcuola è un’eccezione… Si pensi anche alla condizione di maternità: i datori di lavoro sono punitivi con le donne mentre loro rimangono impuniti.

L'idea di famiglia si sta allargando a comprendere nuove soggettività, come riconoscerle e valorizzarle?
Riconoscendole giuridicamente. La situazione attuale è medievale; il Vaticano risulta essere una presenza ingombrante. In altri Paesi le gerarchie ecclesistiche hanno manifestato meno aggressività su questi temi. Quanto al programma dell’Unione, è stato raggiunto un compromesso: non è ancora abbastanza ma almeno è stato inserito il tema in agenda.

4. ISTRUZIONE/FORMAZIONE
A quale idea di formazione e istruzione si deve lavorare nel nostro paese?
La formazione è tutta la vita! In realtà in Italia non abbiamo molti strumenti. Si assiste ad uno sorta di analfabetismo di persone di una certa età. Quanto alla scuola, quella di Letizia Moratti non la condivido perché ha gettato via uno dei punti di forza dell’istruzione italiana: parlo degli studi umanistici. D’altro canto, in verità, la scuola italiana non è mai stata abbastanza attenta ad aiutare i/le ragazzi/e a ragionare con la propria testa. All’università ci sono studenti che studiano su un solo libro! In altri Paesi non avviene così: si leggono venti libri e poi, oltre ad acquisire informazioni, ci si fa un’idea propria delle vicende.

5. VIOLENZA
Da un punto di vista legislativo ritiene sia stato fatto abbastanza contro la violenza oppure è ancora necessario intervenire e in che modo? Cosa si può fare a livello di prevenzione?
Le nostre leggi non contemplano la voce “violenza sulle donne” ma solo violenza… E’ necessario intervenire legislativamente a livello nazionale. Non esistono statistiche certe sulle violenze sulle donne. Ciò produce una sottovalutazione del tema da parte del sistema nazionale. Mancano strutture di protezione e assistenza non solo per le donne ma anche per il maschio violento, il quale, oltre alle disposizioni punitive, dovrebbe essere inserito in programmi di recupero.

6. SALUTE RIPRODUTTIVA
Depotenziamento dei consultori e boicottaggio della Ru486. La salute riproduttiva delle donne non sembra sia stata una priorità di questo governo...
E’ fondamentale non sottoporre questo argomento a prese di posizione di tipo ideologico. E’ necessario il ripotenziamento dei consultori che contempli anche regole precise circa il personale. L’aborto farmacologico deve essere restituito alle scelte mediche nell’interesse della donna.

7. MIGRAZIONI
Il numero delle migranti cresce ogni anno, una popolazione femminile a volte altamente specializzata che non riesce a diventare una risorsa per il nostro paese ma, al contrario, vede lesi i diritti fondamentali, compreso quallo riproduttivo (l'aborto, da ultimi dati istat, è soprattutto delle migranti)
Sono due i temi che dovranno essere messi al centro della nuova legge sull’immigrazione: il diritto di cittadinanza e il diritto di voto. Altrimenti che razza di integrazione è ? Le donne sono quelle che risentono maggiormente della condizione di precarietà che si vive nei CPT dove ho assistito a situazioni di detenzione in cui donne e uomini si trovavano nella stessa cella e dove spesso si consumano casi di violenze sessuale (la procura di Crotone ne ha riscontrati, ad esempio, dieci).

7. LAVORO
Donne e lavoro, un binomio da sostenere con quali strumenti...
La legge 30 non ha fornito risposte positive. Guardiamo cosa sta succedendo in Francia: questi tentativi di precarizzazione del lavoro non funzionano. L’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di precariato e non mi pare che questo abbia portato dei vantaggi. Quanto alle donne, basta osservare i numeri: sono loro a vivere maggiormente la condizione di precarietà.

8. TV E CULTURA
Di recente ha parlato di una proposta di legge che riguarda un riassetto del sistema televisivo. Di cosa si tratta?
"Un’altra tv” è un’iniziativa partita con l’appello di Sabina Guzzanti durante la presentazione del suo film “Viva Zapatero”, appoggiata da molti/ deputati/e. Il cuore della proposta è quello di sottarrre il Servizio pubblico ai partiti e allo lottizzazione. E’ necessario che la politica faccia un passo indietro. Si ipotizza la creazione di un Consiglio nazionale dell’audiovisivo in cui i rappresentanti della società civile siano maggioritari rispetto agli organi politici.

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