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ANNAMARIA CARLONI (Candidata al Senato- Democratici di Sinistra) - 5 aprile 2006


1) RAPPRESENTANZA
In che modo è possibile garantire una presenza reale delle donne nelle istituzioni? E' necessario intervenire con misure specifiche e quali?

Non ci sarà mai una partecipazione ampia delle donne se la democrazia chiude gli spazi al suo interno, come nel caso della situazione in cui siamo ora e con questa legge elettorale. Potrei dire che il centrosinistra ha nelle sue liste il doppio di donne ma non mi basta: se non rompiamo il blocco non avremo mai una rappresentanza femminile forte. Io sono stata sempre contraria all’introduzione delle quote, speravo che si arrivasse a una rappresentazione femminile senza questa scelta obbligata. Ma oggi l'esperienza mi insegna che non arriveremo mai ad una presenza forte senza quella legge che introduce le quote. Una legge che la maggioranza del centrodestra non ha voluto fare. All'Unione Europea esiste una legge che fissa il tetto al 30%. Altri Paesi Europei lo hanno già fatto. Ultimo il Portogallo. L’Assemblea nazionale portoghese ha adottato, proprio in questi giorni, una legge che limita a due/terzi del totale i candidati dello stesso sesso nelle liste elettorali, al fine di "promuovere la parità tra uomini e donne". In Portogallo la nuova legge prevede che qualsiasi partito le cui liste non rispettino le nuove disposizioni venga escluso dalla competizione elettorale. In Italia invece ancora non è successo niente. In Campania, Emily, l’associazione che presiedo, ha proposto alle candidate di firmare un Patto di reciprocità. Il primo impegno del Patto è proprio quello di presentare subito un disegno di legge che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e che applichi l'articolo 51 della Costituzione secondo il quale deve essere garantita la rappresentanza paritaria fra i sessi.

2) PARI OPPORTUNITA'
Le politiche di pari opportunità possono interagire proficuamente con la politica tout court e come?

Non ci saranno mai norme che garantiranno le pari opportunità, ma possono essere prodotte leggi che agevolino i processi di parità, opportunità, partecipazione reale. Da questo punto di vista c’è un’esperienza già fatta con il Ministero delle Pari Opportunità, introdotto proprio dal centrosinistra, da Prodi nel ’96, nel quale ho lavorato e che rappresenta un punto politico alto. Dobbiamo ripartire da lì, da quella rete che costruimmo e da quella elaborazione legislativa e di governo. Certo la partecipazione delle donne alla politica resta il requisito fondamentale su cui costruire pari opportunità. Non ci può essere una piena democrazia con l'esclusione delle donne. Non dobbiamo dimenticare mai che l'inclusione delle donne è difficile e dimezzata, la parità è solo teorica e non applicata. Lo verifichiamo nel mondo del lavoro, con onorari differenziati tra i due sessi del 30%. C'é un'esclusione da tutti i profili decisionali e di potere della nostra società, nei partiti e nelle istituzioni. Per questo dobbiamo immaginare democrazie che continuino a cambiarsi per accogliere fino in fondo la presenza delle donne. Se restano tali non possiamo raggiungere la parità tra i generi.

3)FAMIGLIE
Quali politiche familiari sono necessarie perchè le donne possano raggiungere una effettiva conciliazione di tempi di vita e di lavoro?
Quando il centrosinistra ha governato ha prodotto una legislazione avanzata in materia. Ricordo i congedi parentali, solo per fare un esempio. In questi anni, tuttavia, il governo Berlusconi ha tagliato in maniera drastica le risorse e le politiche di sostegno alle famiglie, in particolare quelle più povere. L’ultimo rapporto Eurispes conferma che, negli ultimi cinque anni, le famiglie italiane hanno ridotto il loro risparmio annuo del 40%, passando dai 106 miliardi accantonati nel 2001 ai 64 del 2005. La quota di risparmio è passata negli stessi anni dall'8,9 al 4,8% del Prodotto interno lordo. L’Italia vive una polarizzazione sociale senza precedenti, una più netta divisione tra ricchi e poveri. In questo scenario politico occorrono riforme serie, una politica di sinistra, una politica riformista. Per le famiglie io credo che ci sia innanzitutto bisogno di servizi di conciliazione con la sfera familiare e di un'organizzazione sociale diversa. Nel Sud diminuisce la natalità rispetto al Nord perché qui mancano servizi e buona organizzazione. Nel programma dell’Unione c’è una proposta emblematica: creare 3.000 asili nido. Io, insieme alle altre parlamentari dell’Unione del Sud, vorrei prenotarli tutti per il Sud. E’ una priorità. Sono cosciente che non si tratta di un provvedimento che cambia la vita, ma si tratta di una iniziativa che, se realizzata, dà il senso di ciò che noi intendiamo fare nel campo delle politiche sociali, perché contemporaneamente si garantisce un servizio alle donne che lavorano, si aiutano le giovani coppie e indirettamente si crea nuova occupazione femminile.

L'idea di famiglia si sta allargando a comprendere nuove soggettività, come riconoscerle e valorizzarle?
Nel programma dell’Unione sui cosiddetti Pacs e sul testamento biologico sono state trovate parole condivise. Questo è un grande fatto politico e da qui, da ciò che è scritto nel programma, dobbiamo partire perché, in una coalizione politica, debbono poter convivere culture diverse che vanno valorizzate, nella ricerca di un posizione comune condivisa. Altrimenti si costruiscono solo meri cartelli elettorali. E non possiamo permetterci il lusso di ripetere l’errore del 96. Le donne, da questo punto di vista, hanno molto da dire. In questi anni, a Napoli, con tante altre donne, abbiamo sperimentato un laboratorio politico delle donne del centrosinistra basato, appunto, sul dialogo, lavorando molto su ciò che ci divideva. Negli anni settanta, quando pure in Parlamento era forte la Dc e una cultura cattolica trasversale ai partiti, abbiamo ottenuto una legislazione avanzata in tema di diritti civili, a partire dal divorzio e dall’aborto. In quel caso era praticata una politica del dialogo, dell’ascolto, della ricerca di un punto comune.

4)ISTRUZIONE/FORMAZIONE
A quale idea di formazione e istruzione si deve lavorare nel nostro paese?

La parola d’ordine contenuta nel programma dell’Unione è molto significativa: investire nella scuola. L’idea forte è che si possa apprendere lungo tutto il corso della vita e che ciò sia un diritto inalienabile di ciascuno. Per questo è necessaria una scuola inclusiva, di qualità. Nel Mezzogiorno vuol dire innanzitutto aggredire con tutti gli strumenti possibili l’evasione dall’obbligo scolastico e un nuovo analfabetismo di ritorno, frutto delle politiche scellerate di welfare portate avanti dal centrodestra. Investire sui giovani è la scelta della nuova Italia. È infatti nella scuola che si forma la cittadinanza. Qui tutti crescono insieme, qui si costruisce la Repubblica, qui si gettano le fondamenta di un’etica pubblica laica e condivisa, rispettosa delle scelte, delle fedi, delle convinzioni di ognuna e ognuno. La scuola è una garanzia per la democrazia. È indispensabile rifondarne il ruolo pubblico, valorizzare la professionalità e l’autorevolezza degli insegnanti.


6) SALUTE RIPRODUTTIVA
Depotenziamento dei consultori e boicottaggio della Ru486. La salute riproduttiva delle donne non sembra sia stata una priorità di questo governo...

Proprio le donne, credenti e non credenti, praticanti e non praticanti sono le più deluse e disincantate da un centrodestra che ha peggiorato le loro condizioni di vita e attaccato il principio di libertà e responsabilità della donna nella procreazione. La 194 non può essere messa in discussione, è una legge che ha funzionato. I problemi sono ben altri: estendere la rete dei consultori ed i servizi alla persona, allargare le tutele per le donne che lavorano e fare campagne di informazione sessuale per le più giovani e le immigrate, tra le quali aumenta il ricorso all’aborto per le condizioni di grave solitudine e incertezza nelle quali sono lasciate. Sul boicottaggio della pillola Ru 486 è cresciuto l’allarme anche in Campania, dove, nonostante gli ostacoli posti dal Ministro della Salute Storace, è partita la sperimentazione a Napoli e a Caserta.

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