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GIOVANNA CAPELLI (Rifondazione Comunista - Sinistra Europea) - Intervento del 29 marzo 2006


1. RAPPRESENTANZA
In che modo è possibile garantire una presenza reale delle donne nelle istituzioni? E'necessario intervenire con misure specifiche e quali?

Il tema della rappresentanza è di centrale importanza per la politica. Ma non è risolvibile attraverso il sistema delle quote rose, strumento umiliante e discriminatorio per le donne, poiché non ne garantisce la sicura eleggibilità ma solo l’accesso alla candidatura.
Sostengo e sono a favore di una misura legislativa basata sul modello nordico che in nome dell’uguaglianza dei sessi, prevede che nessuno dei due sessi possa superare la quota del 60% in una lista elettorale.

2) PARI OPPORTUNITA'
Le politiche di pari opportunità possono interagire proficuamente con la politica tout court e come?
Possono farlo se si parte dal presupposto che i due sessi producano due tipi di libertà differenti e che devono essere equiparate sul piano politico e giuridico, ma non possono essere assolutamente identificate. Si tratta innanzitutto di un problema culturale che il femminismo degli anni ‘70 ha fatto emergere, ma che ancora risente di una mancanza di sensibilizzazione da parte della classe politica. La cura, la maternità e la funzione riproduttiva delle donne vengono relegate ancora in una sfera privata della soggettività femminile. Invece sono questioni che dovrebbero occupare lo spazio pubblico ed essere considerate anche nel mercato del lavoro, secondo la loro funzione sociale e politica.

3) FAMIGLIE
Quali politiche familiari sono necessarie perchè le donne possano raggiungere una effettiva conciliazione di tempi di vita e di lavoro?
L'idea di famiglia si sta allargando a comprendere nuove soggettività, come riconoscerle e valorizzarle?

Non amo decisamente il termine di politiche familiari. La politica deve essere rivolta ai soggetti in quanto persone e non esclusivamente a soggetti in quanto membri di un’istituzione. Il nucleo familiare è basato ancora su una concezione di “complementarietà diseguale” tra uomo e donna e di gerarchia tra genitori e figli. Le modalità di interrelazione familiari devono aprirsi per comprendere nuove forme di convivenza.

4) ISTRUZIONE/FORMAZIONE
A quale idea di formazione e istruzione si deve lavorare nel nostro paese?

Ritengo distruttiva la legge Moratti. Il nostro partito sostiene l’avanzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni e il potenziamento della scuola pubblica. Credo in una concezione egualitaria della formazione che prevede un medesimo punto di partenza e una diversificazione e separazione delle carriere solo a seguito dell’iter scolastico.
Considero fallimentare anche la riforma universitaria, poiché la separazione tra il triennio e il biennio specialistico non ha prodotto risultati, anzi ha prolungato la carriera universitaria. La ricerca universitaria deve essere libera e disinteressata e non deve orientarsi verso i fini e gli interessi dei privati; per tale motivo i fondi devono essere elargiti dagli enti pubblici.


5) VIOLENZA
Da un punto di vista legislativo ritiene sia stato fatto abbastanza contro la violenza oppure è ancora necessario intervenire e in che modo? Cosa si può fare a livello di prevenzione?

Ritengo che la legge sulla violenza sessuale abbia rappresentato un traguardo importante nel considerare lo stupro non più come reato contro la morale pubblica ma contro la persona. Tuttavia la legge è ancora inadeguata a contrastare le dinamiche del crimine. Non approvo l’istanza della querela di ufficio, in quanto la considero lesiva dell’autonomia e della libertà della soggettività femminile. Il dramma della violenza alle donne deve essere innanzitutto fronteggiato da un punto di vista socio-culturale, attraverso una sfida di civiltà e una controffensiva culturale, che deve coinvolgere necessariamente le scuole e il processo di formazione degli adolescenti, attraverso attività di sensibilizzazione e rivisitazione degli stereotipi femminili e maschili, che si sono affermati nella società e che influenzano le costruzione delle identità dei soggetti. Inoltre considero il diritto dell’autodeterminazione sessuale della donna un diritto leggero e non invasivo; per tale motivo ritengo che nel caso delle molestie o degli abusi sessuali il corpo della donna non deve essere sottoposto a nessuna “legiferazione” contro la sua volontà.

6) SALUTE RIPRODUTTIVA
Depotenziamento dei consultori e boicottaggio della Ru486. La salute riproduttiva delle donne non sembra sia stata una priorità di questo governo...

Infatti non lo è stata affatto. Difendo pienamente la legge 194 e bisogna attivarsi perché venga applicata anche in quelle regioni dell’Italia dove la quasi totalità di medici obiettori non permette la facilitazione da parte della donna all’accesso di questo diritto. I consultori devono essere potenziati e devono svolgere il loro ruolo senza nessuna invadenza da parte della chiesa. Ovviamente sono a favore della pillola abortiva, Ru486, e la considero un grande passo di civiltà.


7) MIGRAZIONI
Il numero delle migranti cresce ogni anno, una popolazione femminile a volte altamente specializzata che non riesce a diventare una risorsa per il nostro paese ma, al contrario, vede lesi i diritti fondamentali, compreso quello riproduttivo (l'aborto, da ultimi dati istat, è soprattutto delle migranti).

Credo in una concezione della cittadinanza legata alla residenza e non al lavoro. Bloccare il flusso dell’immigrazione è un grande errore oltre che un violazione dei diritti degli uomini. Un punto di partenza è quindi la cancellazione della legge Bossi-Fini.

8) LAVORO
Donne e lavoro, un binomio da sostenere con quali strumenti...

La precarietà del lavoro vede come vittime soprattutto le donne. L’unico rimedio alla precarietà è la forma di contratto a tempo indeterminato; sostenendolo con incentivi e sgravi fiscali, lo si rende più conveniente per il datore di lavoro, rispetto alle altre forme di lavoro atipico. Come ho sostenuto a proposito del tema delle “pari opportunità”, l’inserimento della donna nel mondo del lavoro non può prescindere da un mutamento radicale della concezione delle donne e della sua attività riproduttiva.

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