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Le dimensioni del mercato illegale. Enormi in tutti i settori. Non ho dati precisi sul software ma per quanto riguarda gli altri comparti i danni sono comunque ingenti. Nel settore dei video il mercato illegale è attorno al 40 per cento con un volume d'affari di circa 300 miliardi di lire. Per la musica le cifre sono analoghe, con un volume d'affari di circa 240 miliardi di lire. In questi due comparti, e in particolare per la musica, la pirateria non è soltanto "nostrana" ma ha fortissime ramificazioni all'estero, soprattutto nei paesi dell'est e dell'estremo oriente.
I problemi del comparto editoria. Anche l'industria editoriale italiana subisce ogni anno un grave danno quantificabile in circa 570 miliardi. L'aspetto singolare è che una parte di questo danno (45/65 miliardi) viene generato nell'ambito delle biblioteche che permettono la duplicazione integrale di numerose opere da esse custodite. E non si tratta di libri ormai introvabili per i quali la duplicazione è l'unico mezzo per permetterne la fruizione. La situazione è particolarmente drammatica nel comparto dell'editoria universitaria e professionale.
La pirateria non è solo un peccato veniale. Ma vorrei soffermarmi su un aspetto ulteriore. L'atteggiamento di molti settori della nostra società e' quello di considerare la pirateria, contraffazione o illecita duplicazione che sia, un peccato veniale. Atteggiamenti, questi, molto diffusi, ma che non tengono conto di alcuni concetti. La pirateria sottrae risorse a tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dell'opera (autori, registi, attori, cantanti, scrittori, case di produzione, case editrici, dettaglianti); colpisce il patrimonio culturale italiano, appropriandosi indebitamente del frutto dell'energia intellettuale e della creatività di cui il nostro Paese dispone. Infine, danneggia lo Stato dal momento che il mercato illegale non soltanto evade il pagamento di qualsiasi forma di tassazione ma amplifica i "costi sociali" derivanti dall'attività illecita.
Innanzi tutto cambiano i modi di fruizione delle opere dell'ingegno. Dal vecchio vinile ai cd ai nuovi lettori mp3, dalle videocassette ai dvd, dal libro di carta ai prossimi e-book, dalla tv analogica a quella digitale. Non solo. L'hardware (cioè i supporti con i quali si fruisce l'opera) tende sempre più ad integrarsi permettendo così all'utente di fruire del prodotto quando e dove lo desidera. Il televisore collegato all'impianto stereo, i più evoluti sistemi di home theater permettono ad esempio di vedere un film in dvd a casa propria con una qualità di immagine e di suono impensabile fino a pochissimi anni fa. Inoltre, quasi tutti i computer portatili di nuova generazione vengono venduti con il lettore dvd: così la qualità digitale diventa trasportabile, segue l'utente ovunque questi lo desideri. Lo stesso si deve dire per la musica: senza nulla togliere agli affezionati cultori del vinile, è innegabile che l'avvento del cd ha notevolmente innalzato la qualità del prodotto ed ha consentito di rendere mobile questa qualità (anche in questo caso si pensi ai lettori portatili).
Internet: un'opportunità e un rischio. La possibilità di utilizzare la rete Internet per ricercare e sentire musica rappresenta un'ulteriore opportunità per il singolo consumatore di "crearsi" (acquistandola, ovviamente!) la propria musica e di ascoltarla con il mezzo che preferisce: dallo stereo di casa al lettore mp3 al computer al telefonino. Questi alcuni dei tanti vantaggi. I rischi ovviamente sono enormi. La copia digitale è identica infatti all'originale da cui è stata duplicata. Se a ciò aggiungo l'enorme facilità con cui, attraverso Internet, posso veicolare la copia piratata, ecco che arriviamo al nodo centrale del problema: nell'era digitale posso far circolare tra milioni di utenti potenziali una copia illecita, identica qualitativamente all'originale da cui proviene.
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