HOME
chi siamo progetti per aiutarci e mail
 
VILLAGGIO SOLIDALE
- commercio equo e solidale - consumo critico
- finanza etica
LA MADRE TERRA
- scenario - ritorno al passato - no ogm
FINESTRA SULLA VERGOGNA
- i numeri della vergogna - diritti umani - conflitti dimenticati - l'ingiusto libero mercato
INFORMAZIONE
- comunicazione - azione comune - buone novelle
DOSSIER
- Tibet - Chiapas
 
VILLAGGIO SOLIDALE > FINANZA ETICA
Uno sviluppo economico illimitato è incompatibile con uno sviluppo durevole e sostenibile.

E' sempre più chiara e urgente l'esigenza di creare un nuovo modello di sviluppo economico, che sia più attento alla giustizia sociale e all'ecosistema, dandogli finalmente un valore universale.

Scriveva profeticamente John Stuart Mill nel 1848 (Principi di economia politica - Utet -Torino 1979)
“Ammetto di non essere particolarmente attratto dall'ideale di vita propugnato da chi pensa che lo stato normale degli esseri umani sia quello di lottare fra loro per progredire [...], calpestare il prossimo, farsi largo a gomitate[...] la miglior condizione per la natura umana è quella in cui nessuno è povero, nessuno desidera essere più ricco e nessuno ha motivo dei temere di essere preso da altri che cercano di farsi avanti [...] Se la terra deve perdere la maggior parte della propria bellezza a causa dei danni provocati dalla crescita illimitata di ricchezza e di popolazione [...] allora sinceramente mi auguro, per il bene dei posteri, che essi si contentino di rimanere stabili li nelle condizioni in cui si trovano, prima che siano costretti a farlo dalla necessità”

Attualmente per stabilire lo sviluppo di un paese si utilizza il Prodotto Interno Lordo (PIL) che viene determinato dalla produzione industriale e dallo scambio di denaro tra produttori e consumatori
Questi però tengono conto solo dei costi e benefici personali, diretti.
Gli indicatori economici presi in considerazione per misurare i valori del PIL sono quelli che misurano e avvantaggiano la produzione dei beni tangibili, senza considerarne l'utilità sociale e l'impatto ambientale.

Poniamo il caso di un disastro ambientale devastante per l'ambiente come può essere la fuoriuscita di petrolio. Richiederà con urgenza, di fare una grande opera di bonifica che a sua volta svilupperà grandi transazioni di denaro.
Questa attività economica essendo maggiore di quella che ci sarebbe stata senza fuoriuscita di petrolio manderà un segnale positivo per il PIL del Paese.
Il disastro ambientale si tramuterà in più sviluppo.

Ma le popolazioni che vivono nell'area disastrata, che ne pensano?
Chi ci ha guadagnato?

Tutto ciò falsa l'idea di sviluppo, si crea uno “sviluppo fuori dalla realtà”.

Per cambiare il “sistema” servirebbero politiche sociali forti, anche di ridistribuzione (tobin tax), attente all'efficienza energetica mirate a ridurre lo spreco e usando parametri di sostenibilità ,ambientali e sociali.
Sappiamo però che questo non è compatibile con le strategie delle imprese multinazionali che governano il mercato e decidono le regole basandosi solo sul profitto.

In attesa di queste politiche, possiamo comunque come singoli cittadini dare un segnale forte, cambiare il nostro stile di vita e compiere azioni critiche che esprimono il nostro rifiuto verso le attuali politiche economiche.
Azioni che possono condizionare il mercato, come scegliere di non utilizzare banche che praticano transazioni finanziare che riguardano il commercio delle armi (banche armate), privilegiare quelle che utilizzano criteri etici e agevolano il microcredito.
VILLAGGIO TERRA ong onlus - sede operativa: loc. Monte Maria 1, Cellere - Viterbo