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VILLAGGIO SOLIDALE > FINANZA ETICA > MICROCREDITO
MICROCREDITO

Per chiarire cosa sia il microcredito abbiamo scelto di raccontarvi della Grameen Bank uno dei primi esempi che ha aperto la strada a molte altre realtà.

Nel 1977 il Professore Muhammad Yunus fondò la Gramen Bank (banca del villaggio), un istituto di credito indipendente che pratica il microcredito senza garanzie, presta denaro a quelle persone che non hanno nulla da offrire in garanzia, quindi non hanno possibilità di accesso a linee di credito ufficiali; un istituto finanziario capace di accordare piccoli prestiti a poveri, convinto che questo potesse essere più producente degli aiuti miliardari giunti dai paesi stranieri.

Muhammad Yunus vive ed opera in Bangladesh, uno dei paesi più poveri al mondo, un paese di centoventimilioni di persone con una densità di popolazione elevatissima, 830 persone per chilometro quadrato (come se la popolazione di Francia Inghilterra ed Irlanda vivesse dentro una regione grande come la Baviera).
Il 40% della popolazione non riesce a soddisfare i bisogni alimentari minimi giornalieri. Gli aiuti umanitari sono vanificati da calamità naturali, malnutrizione e povertà strutturali. La comunità internazionale, pensava anni fa, che una data quantità di investimenti avrebbe magicamente risolto i problemi di fame e povertà, in realtà i contributi allo sviluppo sono serviti soltanto a finanziare opere imponenti come ponti, dighe, grandi fabbriche di articoli costosi, non certo a creare istituzioni, a rinnovare quelle obsolete o a organizzare la gente per risolvere i loro problemi. I progetti miranti a creare strumenti di autogestione erano spesso tacciati d'ingenuità.

Il Professor Yunus, analizzando la situazione direttamente nei villaggi, a stretto contatto con le persone, si rese conto che il primo problema enorme da risolvere era l'usura, diventata una cosa normale e socialmente accettata a tal punto che neppure chi ne "usufruiva" si rendeva conto di quanto fosse oppressiva.
Si rese conto che i poveri continuavano ad esserlo perché le strutture finanziarie non davano loro la possibilità di allargare la loro base economica , non erano capaci di accogliere le esigenze dei poveri in materia di credito, in sintesi non era un problema di persone ma di strutture.
Fu questo il contesto che lo portò a convincersi che per abolire l'usura bastava rendere accessibile il credito bancario istituzionale: i due sistemi sarebbero entrati in concorrenza confrontandosi con le condizioni di mercato

Attulamente Grameen ha sede in 57 paesi di ogni parte del mondo; presta i propri servizi in più di 36.000 villaggi, aiutando dodici milioni di persone ad allontanarsi dal giro dell'usura, migliorandone la situazione economica.

E' la quinta banca del Bangladesh con una raccolta di 2 mila miliardi di lire. Il successo di questa esperienza è dimostrato dal tasso di insolvenza, limitato al 3%, livello invidiato dalle altre banche. I risultati ottenuti hanno destato molto interesse, al punto che dal 1984 al 1997, più di 6.000 persone provenienti da 72 paesi hanno studiato il sistema adottato da Grameen, compresa la Banca Mondiale (!).

In poche parole l'esperienza della Grameen Bank dimostra che se le persone hanno accesso ai capitali di investimento, possono creare il proprio impiego e cominciare ad aumentare il proprio reddito, ma soprattutto questo ha creato in loro la consapevolezza di poter decidere per il proprio destino.

DUE PICCOLI ESEMPI

Hajeera B. è nata nel 1959 nella provincia di Dhaka, suo padre era un bracciante agricolo che provvedeva faticosamente al sostentamento di sei figlie, la diede in sposa ad un cieco per il fatto che questi non chiedeva la dote.
I due sopravvivevano con quel poco che lei guadagnava con le pulizie a domicilio ma non bastava a dare da mangiare regolarmente ai tre figli che avevano.
Di nascosto dal marito, che era contrario, Hajeera andò nel villaggio vicino per partecipare alle riunioni informative nelle quali gli impiegati di Grameen illustravano i principi della banca. Non fu facile per lei, disse tempo dopo " Per tutta la vita mi ero sentita ripetere che ero una buona a nulla, i miei genitori dicevano che, essendo femmina, ero una disgrazia per loro e non avrebbero potuto pagarmi la dote, non credevo di meritare un prestito; non pensavo di essere capace di rimborsarlo".
Senza il sostegno degli altri membri del gruppo avrebbe rinunciato.
Quando ricevette un prestito di 2000 taka (50 dollari) il gruppo la convinse a utilizzare il prestito per comprare un vitello da ingrasso e del riso da decorticare.
A distanza di un anno, Hajeera aveva rimborsato il primo prestito e ne aveva preso un secondo per affittare un terreno sul quale piantò sessanta banani. Con il resto del denaro acquistò un secondo vitello. Oggi possiede un campo di riso gravato d'ipoteca, capre polli e anatre.
"Adesso facciamo tre pasti al giorno e i bambini mangiano finchè hanno fame".

Sufia B. era una donna di ventuno anni con tre figli, viveva in un villaggio e fu tra le prime donne a usufruire del microcredito.
Costruiva sgabelli di bambù senza avere la possibilità economica di comprare il bambù. Era costretta a sottostare alle condizioni del negoziante da cui si riforniva che gli anticipava il materiale costringendo Sufia a rivenderglielo alle sue condizioni come prodotto finito
Le pagave soltanto il prezzo che copriva il costo del materiale con qualcosina in più che servisse a mantenerla in vita e continuasse ad avere bisogno del suo aiuto.
Il ricavo giornaliero era di due centesimi di dollaro.
La soluzione sembrò semplice, alla donna serviva il capitale iniziale (cinque taka che equivalgono a 22 centesimi di dollaro), disponendo di un credito iniziale avrebbe potuto vendere i suoi prodotti sul libero mercato ottenendo un margine di guadagno più alto.
Successivamente fu fatto un elenco di tutte le persone del villaggio che si trovavano nelle stesse condizioni di Sufia.
Erano 42 le donne che necessitavano di cinque taka per una somma totale di ventisette dollari.......42 famiglie ridotte alla fame per ventisette dollari.
Fu questo uno degli episodi che fece riflettere Yunus su cosa si doveva fare.
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