GHERARDO senior
Gherardo, padre di Bruno,
(il gestore di
questo sito), fu un apprezzato scrittore per l’infanzia. Era nato nel 1885 a
Padova, ed era stato insegnante elementare, collaboratore de l’<Avanti!>, poi,
per lunghi anni, collaboratore de La casa Editrice <La Scuola>. Qui aveva
pubblicato, oltre a manuali didattici per le scuole
e a volumi di racconti, una serie di libri per i ragazzi ricavati dai <Grandi
poemi dell’umanità>: Il paziente Odisseo, Achille e Patroclo, Gli Argonauti, Dante
il mistico pellegrino, eccetera. Tra le sue attività più singolari e
importanti vogliamo ricordare la direzione del quindicinale illustrato "L'Arte
dei piccoli", dedicato allo studio del linguaggio grafico infantile.
Ebbe un’esistenza
travagliata, anche per il difficile matrimonio con Maria Bonfiglio dalla quale
ebbe cinque figli (Augusto, Augusta, Rosa, Giovanni, Bruno). A metà degli anni
quaranta era stato inviato a Sebenico, in Dalmazia, per dirigere le locali
scuole italiane. Qui, raggiunto dal figlio Giovanni (Ivan), nel pieno della
guerra, era stato trasportato, dalle truppe tedesche, col figlio stesso, in un campo di concentramento
in Germania. Era riuscito, però, a tornare in Italia prima della fine della
guerra, tramite l’intervento della Casa Editrice La Scuola. Amici e figli lo
hanno sempre ricordato per l’affabile bontà, la paziente dolcezza, la romantica
intelligenza.
Ecco, qui sopra, le copertine di tre volumi di
Gherardo Ugolini redatti per la Casa Editrice La Scuola di Brescia. Alcune di
queste opere che talora risalgono agli anni del dopo guerra, sono ancora edite e
commercializzate. Una grande fortuna ebbe soprattutto la collana dedicata ai "Grandi
Poemi dell'Umanità". Uscirono, con un linguaggio semplice, adottato
per rendere accessibile al mondo dei piccoli testi assai difficili, volumi
ispirati alla "Divina Commedia", come Dante, il mistico pellegrino. E
così Achille e Patroclo, Gli Argonauti, Il ritorno del re Agamennone, La
storia dell'errante Enea, Orlando a Roncisvalle, Sigfrido. Altri volumi
pubblicati in altre epoche sono: Settima B, Minerva a passo di strada,
Castelrotto e i suoi maestri, Saverio e il drago, Racconti eucaristici,
Racconti Minimi, Animali parlanti.
Aveva tenuto per molti anni sulla
rivista Scuola Italiana Moderna, all'epoca diretta da Vittorio Chizzolini,
una rubrica che firmava con lo pseudonimo "Il maestro Pellegrino".
Raccontava gioie e miserie della vita scolastica.
Tra gli illustratori dei libri vogliamo
ricordare Gianni Ciferri e, soprattutto, il noto, bravissimo pittore bresciano
Carlo Salodini. Non possiamo dimenticare una serie di piccoli, deliziosi
volumetti, molti illustrati dallo stesso Carlo Salodini, altri da Nora Cabrini,
tutti editi sempre da "La Scuola". Ecco alcuni titoli: Racconti a Brunetto
(dedicato al gestore di questo sito), La canzone del premio (dai Maestri
Cantori di Norimberga di Riccardo Wagner), La scuola di Serpolino,
Intorno al presepio, Tra due guerre, Notte di Natale, Dal Brennero a Siracusa,
La rocca e il suo fuso,
La storia dei dodici topolini,
Fiordiluce e Scorpioncino,
Camillo non dice bugie,
Lucietta possiede una montagna,
Gli incontri del sole, Le vacanze di
Giovannino, La focaccina dell’amore,
Il ritorno di Luigino, Favole
leonardesche, La casa sulla fucina, Chi l’indovina?, La colonia della bontà e
altri racconti,
L'albero dalla frutta d'oro,
La casa
sulla fucina,
La
bertuccia allo specchio,
La
storia dei 12 topolini,
Un
posto al sole,
L'albero
incantato,
Coi ragazzi
della via Pal,
I fiori
del cielo,
Alla
ricerca del vello d'oro,
La
scuola sul Palatino,
L'occhio
di Polifemo,
Calatafimi,
L'albero
antico e altri racconti,
Il
pipistrello ed altri racconti, La
via della scuola.
LA BIOGRAFIA DALLA ENCICLOPEDIA BRESCIANA DI ANTONIO FAPPANI
(Edizioni "La Voce del Popolo")
UGOLINI Gherardo
- (Padova, 6 gennaio 1885 - Brescia,
20 gennaio 1960). Di Ugolino (v.) e di Elisabetta
Revere, discendente dal poeta triestino Giuseppe Revere (1812-1889), apprezzato
per il classicismo ironico e pessimista.
Scrittore. Nel 1894 si trasferisce con la famiglia
da Padova a Brescia, frequenta il liceo classico che lascia
per il diploma di maestro elementare. Condivide le idee del padre e si orienta
verso il socialismo. Nel novembre
1904 è testimone al processo per lo sciopero generale
del settembre. Iscrittosi al partito socialista, collabora al settimanale locale
"Brescia Nuova" fin dal 1907 e, dopo
la espulsione della corrente bissolatiana, al settimanale
riformista "La
ragione socialista" dal 1912 al 1915. Politicamente rimane sempre libero da stretti condizionamenti.
Nel novembre 1914 in "Ragione Socialista" apre addirittura a Benito Mussolini
perché «sebbene espulso con lui fuori
della chiesuola settaria» possa rifiorire «più puro e più integro nelle colonne
del Popolo d'Italia». Nel 1915
collabora anche alla "Provincia di Brescia".
Ma la sua passione più profonda è l'arte che
trasfonde nella scuola con passione educativa e didattica. Come
ha rilevato Lino Monchieri, egli aborrisce la
scuola "burocratica e opprimente" e per questo cerca di introdurre
nell'insegnamento ciò che a lui piacerebbe più come
scolaro che come maestro. Le sue idee
pedagogiche, anzi il suo metodo, si possono fissare in poche parole: l'arte
come strumento di educazione. E all'arte
egli spalanca le porte della scuola.
Tutta l'arte, naturalmente. E convinto
che il ragazzo è più sensibile alla
rappresentazione che ai sermoni; così
per il fanciullo come per il popolo. Per questo, Gherardo si mette a
studiare musica per suo conto, compone lui
stesso i canti per gli alunni della sua
scuola, adatta e trascrive musiche classiche e rinnova il
gusto della polifonia mediante l'uso dei
canoni. Come ha sottolineato Franco
Nardini egli: «considera l'arte nella
sua accezione più estesa come principio fondamentale dell'educazione e
perciò valorizza la musica, il canto, il disegno, la poesia, la narrazione come
strumenti, i più idonei, a comprendere e
praticare il bene mediante il bello».
Ufficiale nella I guerra mondiale, come scrive
ancora Lino Monchieri, considera sempre il
plotone o la compagnia piccole comunità da educare: intrattiene perciò i
soldati, nei periodi di riposo, con rappresentazioni
teatrali e concerti bandistici e forma in loro il gusto delle cose belle.
Nel Dopoguerra, legato al Partito Socialista Italiano, si dedica ad una intensa
attività culturale. Nel novembre 1920 è con Dante Bravo fra i più infaticabili
promotori, a Brescia, del "Gruppo Socialista Amici dell'Arte" fondato
a Milano un anno prima. Partendo, come ha scritto
G.F. Porta, «dalla constatazione che è
"supremo interesse" della borghesia tenere le classi lavoratrici lontane
dalla politica, gli autori della lettera
aperta al giornale individuano nello
sport e nell'alcoolismo gli strumenti
dei quali le classi dominanti si avvalgono per impedire
l'emancipazione operaia». Sull'esempio di
quanto realizzato
dall'amministrazione socialista di Milano si propone
di promuovere le più varie iniziative
culturali a favore della classe
operaia. Il programma viene precisato in un
ampio documento e con un appello al Partito
Socialista e alla Camera del lavoro perché sostengano l'iniziativa.
Vengono proposti: un 'Teatro del popolo",
un'"Università proletaria" o popolare, un ente di controllo dei pubblici
spettacoli, oltre che l'organizzazione di passeggiate
"rosse", di concerti, conferenze,
esposizioni, convegni "proletari", biblioteche, ecc. Ugolini scende in campo a
difendere l'Istituto Venturi, e dedica molto
del suo tempo ad organizzare concerti,
incontri musicali che egli stesso
introduce e illustra. Dal dicembre 1921 è direttore di
"Popolo e arte, rivista mensile di cultura proletaria" che esce a
Milano. Dopo aver pubblicato solo articoli, su giornali e riviste
ed alcuni saggi, si orienta anche verso la
narrativa e nel 1922 pubblica un
lungo racconto dal titolo "Legionaria"
nel quale è protagonista una maestra socialista protesa a sempre
più ampi orizzonti umanitari. L'avvento del
fascismo, mentre seppellisce il Gruppo Amici dell'Arte, non smorza l'attività di
scrittore e di educatore. Anzi ad essa
dedica, assieme all'insegnamento, tutto il suo tempo.
Nel 1924-1925 firmandosi "matita verde"
collabora al "Pasqualino" il mensile
della Mutualità scolastica del quale diviene l'anima, creando una falange
di piccoli personaggi: "Lanternone",
"Lumino", "Tubicini", ecc., che vivono
e si agitano come fanciulli veri con tutti i loro difetti e le loro
eccessività. Le loro gesta muovono al riso,
ma fanno pensare, inducono talvolta alle più amare riflessioni. E non manca
numero del periodico nel quale non compaia una pagina musicale da lui firmata.
Avvicinatosi sempre più all'Editrice
"La Scuola" promosse, avvalendosi
della felice arte di illustratore di Francesco
Carlo Salodini, il quindicinale "L'arte dei piccoli",
dove pubblica, con originale anticipazione, componimenti
e disegni di bambini e ragazzi nella loro
immediatezza e freschezza e vi
profonde, come scrive Franco Nardini, egli
stesso consigli e interpretazioni suggestive con grande
finezza e acutezza di giudizi. Unica nel suo
genere, la rivista verrà soppressa dal
fascismo nel 1935. L'Ugolini aveva
incominciato anche una Biblioteca dell'"Arte dei
piccoli" pubblicando vari volumetti,
interrotta nel 1941. Per anni il suo
interesse si volge, come ha sottolineato
Franco Nardini, tutto alla scuola e ai ragazzi per i quali
concepì, per la Editrice "La Scuola", due
collane profondendo il suo talento e
il suo gusto letterario in mirabili riduzioni: '1 grandi poemi
dell'umanità" (inizialmente "Le
favole dell'infanzia del mondo raccontate ai fanciulli e al popolo") e
"I santi e gli eroi nella storia e nella leggenda"; furono pubblicati in
quindici volumi che riscossero un successo
straordinario così che alcuni di essi vennero ristampati più e più volte e nel
2004 sono ancora a catalogo: Achille e
Patroclo, Paziente Odisseo, Dante il mistico pellegrino, Orlando a Roncisvalle,
ecc. Con quei libri volle suscitare
nell'animo infantile il desiderio di una vita nutrita di ideali, di fatti mirabili dove emergessero
verità morali feconde di bene. Sul finire della carriera di maestro accetta nel 1941 di
dirigere le scuole di Sebenico, in Dalmazia.
Qui lo sorprende l'armistizio dell'8
settembre 1943, quando viene
prelevato dai tedeschi che lo rinchiudono in un campo di
concentramento assieme al figlio quindicenne Giovanni
che l'ha raggiunto, violino in spalla, con un
viaggio avventuroso. Successivamente
viene trasferito in una fattoria nel territorio di Hannover, dove, ormai
sessantenne, si dedica al lavoro di
mandriano. Riportato nel lager di Versen, nell'estate del 1945 può ritornare in
Italia. Da questa esperienza trae un
racconto autobiografico "La signora
Weiss", pubblicato a puntate su "Scuola Italiana
Moderna" che si aggiunse ai romanzi di vita
magistrale pubblicati nel 1935 "Castelrotto
e i suoi maestri" e nel 1935-36 "Settima B". In prigionia porta a termine anche
"S. Maria di Valle Verde" sulla sua
esperienza di educatore in Dalmazia.
Dell'esperienza di prigionia è fra i primi
ad esaltare gli aspetti più umani e a far
conoscere in Italia la figura e il
"Diario" di Anna Frank, il cui padre Otto
Frank, compagno di prigionia, lo raggiungerà
a Brescia. Al "Diario" della
giovanissima ebrea dedicherà fin dal
1955 note e recensioni, arrivando, ormai non lontano dalla
morte, a recensire una delle prime biografie
di Anna, di Ernst Schnabel, "Spur
eines Kindes", in italiano presso Mondadori, nel 1958.
Rientrato in patria, lascia la scuola e si dedica al lavoro
di scrittore per ragazzi e di giornalista.
Già nel 1945 uscì "Saverio e il
drago", una lucida storia di adolescenti che si fanno uomini giocando alla
guerra ai margini della bufera, cui
segue nel 1946 "Il ponte di Rubbio". In precedenza
aveva scritto due opere di narrativa,
vigorose e significar-rive, "Minerva
a passo di strada" (1939), "Romanzo della
mia scuola" (1944), rivolte, come ha
sottolineato Lino Monchieri, più che ai giovani agli educatori, ma ricche
di figure infantili. Con questi due libri,
Ugolini maestro rivela il dissidio tra
la poesia e la vita, il contrasto sia
pure rappresentato con tinte amaramente umoristiche tra
l'aspirazione ardente dell'educatore che
combatte con forze inadeguate e la
esiguità dei mezzi di cui dispone in
un'Italia anche spiritualmente poverissima. Collabora
assiduamente a "Scuola Italiana Moderna"
sulla quale pubblica sotto lo
pseudonimo di "Maestro Pellegrino" apprezzate rubriche dal titolo "Poesia e
vita" e "Ispezioni a distanza". Collabora attivamente a "Esploriamo"
e ad altri periodici dell'Editrice La Scuola
e continua a pubblicare testi
scolastici di lettura, antologie, racconti e
favole. Diffusissimi sono i suoi "Racconti minimi", i suoi
"Libri piccolini", le sue storie per bambini.
Della sua lunga esperienza umana vissuta sempre nella scuola e, negli ultimi
tempi, accanto alla scuola, egli ha
dato appassionata testimonianza nei suoi romanzi nei
quali ha sempre voluto far emergere gli
aspetti più nobili e insieme umbratili
dell'esistenza, per suscitare il gusto
della bellezza e della bontà che si
alimentano nell’interiorità. Né si
può dimenticare "Mompiano. Storia di un'idea
e di un'esperienza educativa" (1942). Il cap.
2 è dedicato a Nave e alle sue scuole dove hanno iniziato il loro tirocinio
le due sorelle Agazzi. Il libro, nato
dalla familiarità che l'Ugolini aveva
con le sorelle Rosa e Carolina Agazzi,
fa testo ancora oggi: Le Agazzi gli hanno narrato la loro
vita: come sono giunte a maturare il metodo
per le scuole materne (v.,Metodo Agazzi-Pasquali), la sua diffusione e
l'Ugolini ne ha tratto con maestria e
partecipazione una testimonianza unica. Sposato nel 1915
con Maria Bonfiglio (v. Ugolini Bonfìglio
Maria) ebbe cinque figli: Augusto, Augusta,
morti prematuramente, Rosa (n. nel 1924)|
insegnante, Giovanni (v.) e Bruno (n.
nel 1935), giornalista. La morte lo coglie povero e spesso solo, ma sempre attivo, nel
gennaio 1960. Opere e pubblicazioni.
Ad eccezione del racconto "Legionaria"
(Stella, Milano, 1922) tutte le sue opere sono state
pubblicate a Brescia dalla Editrice "La
Scuola": "Paziente (il) Odisseo" (1925); "Sigfrido e l'anello" (1925); "Achille
e Patroclo" (1926); "Argonauti (gli)" (1926); "Padre (il) Enea" (1926);
"Ritorno (il) di re Agamennone" (I reduci)
(1926); "Vacanze serene" (1926); "Piccolo (il)
Dante" (1928); "Ariele" (1929); "S. Giovanni
Battista" (1932); "Davide re" (1933);
"Racconti minimi" (1933); "Per il canto e la recitazione nella scuola"
(1934); "Fiordiluce e Scorpioncino" (1934); "Fiori (i) del cielo" (1934);
Cabrini Nora, Ugolini Gherardo,
''Girotondo (il) dei più piccini" (1934); "Orlando a Roncisvalle"
(1934); "Pescagatti l'addormentato e altre
fiabe" (1934); "Pitin e altri racconti" (1934); "Specchio (lo) magico e
altre fiabe" (1934); "Violino (il) del vecchio Male e altri racconti veri e
verosimili" (1934); "Castelrotto e i suoi
maestri (1913-1919)" (1935); "Diario (il) di una
mamma" (1935); "Intorno al presepio" (1935);
"Percivalle" (1935); "Stupefacenti
(le) avventure del Barone di
Munchhausen" (1936); "Albero (1') antico e altri racconti
minimi" (1936); "Aurora d'aquila" (1936);
"Dal Brennero a Siracusa" (1936); "Io
scolaro" (1936); "Maschera(la) sul volto" (1936); "Paese (il) della frutta
d'oro" (1936); "Pasqualino in
vacanza" (1936); "Quando ero povero"
(1936); "Sono Balilla!" (1936); "Tra due guerre" (1936); "Voci del mondo"
(1936); "Coi ragazzi della via Pai" (1937); "Brobdignac"
(1937); "Storia di due scarabocchi"
(1937); "Autarchia", contributo di Gherardo Ugolini e altri (1938); "Buon
(il) centurione" (1938),; "Settima B" (1938); "Animali parlanti" (1939); Bonell
Ermanno, Ugolini Gherardo, "Apprendere (1')
attivo" (1939); "Minerva a passo di strada" (1939); "Piccola storia di
un bimbo povero" (1939); "Rocca (la) e il
fuso" (1939); Foce Anna, Ugolini Gherardo, "Burattini e marionette"
(1940); "Augusto" (1940); "Rinaldo e la
selva incantata" (1940); Bernasconi
Piero, Ugolini Gherardo, "Lavori di un ragazzo" (1941); "Novelle (le) di
Fernanda e Bruno" (1941); "Calafatimi" (1941); "Canzone (la) del premio"
(1941); "Colonia (la) della bontà" (1941);
"Favole e fiabe della bontà" (1941); "Nuovi racconti minimi" (194i); Nigrisoli
Rina, Ugolini Gherardo "Amore della natura nella
scuola di Portomaggiore" (1942); "Mompiano"
(1942); "Educazione familiare", contributo di G. Ugolini e altri
(1943); Ugolini Gherardo, Bettini Francesco,
"Romanzo della mia scuola" (1944); "Saverio e il drago" (1945);
"Bertuccia (la) e gli occhiali" (1946); "Chi la fa l'aspetti"
(1946); "Chi l'indovina?" (1946); "Fiabe di tutto il
mondo" (1946); "Gabbia (la) dorata"
(1946);."Gallo (il) nel pozzo" (1946);
"Leone (il) va in guerra" (1946); "Moscerino
(il) superbo" (1946); "Paura (la)" (1946); "Ponte
(il) di Rubrio" (1946); "Pozzo (il) delle
sorprese" (1946); "Primo sole" (1946); "Ragazzi (i) di via Ariberto" (1946);
"Spino (lo) cattivo" (1946); "Storie
allegre di Serpolino" (1946);
'Tartaruga (la) vince la lepre'' (1946); 'Topi (i)
campanari" (1946); 'Topolino (il) salva il
leone" (1946); "Flauto (il) magico" (1947); "Focaccina (la) dell'amore e altre fiabe"
(1947); "Lucciola (la)" (1947); "Lupo (il)
e la volpe" (1947); "Pipistrello (il)"
(1947); "Primo sole" (1947); Bettini Francesco, Ugolini Gherardo "Novelle (le) di
Fernanda e Bruno" (1948); Bettini Francesco,
Ugolini Gherardo "Orco (1') grullo" (1948); "Albero (1')
incantato" (1948); "Alla ricerca del vello
d'oro" (1948); "Api (le) hanno
ragione" (1948); "Avventure (le) di Pipillino"
(1948); "Buon (il) centurione" (1948); "Camillo
non dice bugie" (1948); "Casa (la) sulla
fucina" (1948); "Favole leonardesche"
(1948); "Lillì fai capricci" (1948); "Lucietta
possiede una montagna e altri ricordi di Rosetta" (1948); "Nel paese dei Nani e dei Giganti" (1948);
"Occhio (1') di Polifemo" (1948); "Racconti a
Brunetto" (1948); "Racconti eucaristici" (1948); "Storia (la) dei
dodici topolini" (1948); "Volpe (la)
scodata" (1948); Cabrini Ermanno,
Ugolini Gherardo "Marzo 1849" (1949); "Incontri (gli) nel sole" (1949); "Ritorno
(il) di Luigino e altri racconti"
(1949); "Sole mio" (1949); "Vacanze (le)
di Giovannino" (1949); "Vìcolo del
lanternino" (1949); "Alba d'oro" (1950); "Bambino (il) meraviglioso"
(1950); Swift Jonathan, Ugolini Gherardo
"Viaggi (i) di Gulliver" (1951); "Sistema (il) dei reggenti", contributo
di G. Ugolini e altri (1952); "Camminare",
testo elementare, contributo di G.
Ugolini (1953); "Cortile (il) della
fattoria" (1953); "Camminare", contributo di G. Ugolini
(1954); "Romanzo della mia scuola" (1954);
"Viaggio (il) di Ulisse" (1954);
"Cavalieri (ì) della Tavola rotonda"
(1954); "Dante il mistico pellegrino" (1954); "Gionata
Swift" (1954); "Rocca (la) e il fuso" (1954);
"Storia (la) dell'errante Enea"
(1954); "Racconti minimi" (1956);
Raspe Rudolf Erick, Ugolini Gherardo "Venticinque (le)
avventure del Barone di Munchhausen" (1956); Riggio
Felicita, Ugolini Gherardo "Arte (F) dell'arredamento"
(1956); Scotti Domenica, Ugolini Gherardo
"Semi di luce" r(1956);
"Viaggio (il) di Enea" (1956); "Storia
(la) del precursore" (1957); Colombo Angelo,
Ugolini Gherardo "Fiorvivo" (1958); "Scoprire", contributo di
G. Ugolini (1958); "Gioia d'imparare",
contributo di G. Ugolini (1959);
"Applicazione (1') del metodo dei
reggenti", contributo di G. Ugolini (1961); "Argonauti
(gli)" (1961); "Dante il mistico pellegrino"
(1961);,"Paziente (il) Odisseo"
(1961); "Storia (la) dell'errante Enea"
(1961); "Achille e Patroclo" (1966); Swift
Jonathan, Ugolini Gherardo, Monchieri
Lino "Quattro (i) viaggi di Gulliver"
(1968); "Racconti minimi" (1969); "Animali parlanti” (1978).
LA BIOGRAFIA DELLA MOGLIE MARIA BONFIGLIO
UGOLINI Bonfiglio Maria
- (Brescia, 13 aprile 1892
- Capriano del Colle, 7 dicembre 1980). Di Cesare Bonfiglio e di Rosina
Pochetti. Soprano. Moglie di Gherardo
Ugolini (v.). È molto attiva negli anni del I dopoguerra
in concerti organizzati da forze sindacali, dall'Università
Proletaria, dal Gruppo socialista Amici dell'arte e dalle
organizzazioni operaie e socialiste. Ottiene, in ripetuti
concerti, notevole successo per la sua "bellissima voce, per la sicura
interpretazione stilistica e la felice duttilità dei mezzi vocali". Si esibisce
in repertori come il Faust
di Gounod e il
Mefistofele di Boito