SAN RUFO A BELVEDERE OSTRENSE

Il paese di Belvedere, in provincia di Ancona, che per distinguersi da altre località con egual nome dal 1862 ha aggiunto l'appellativo di Ostrense, ha una antica tradizione cristiana. Questa località ha infatti dato i natali, fra gli altri, al venerabile P. Teodoro Mei (1587-1637), celebre predicatore e teologo; a S.E. Pietro Paolo Tosi (1714), vescovo di Ferentino; al venerabile servo di Dio P. Nicola Santini (1699-1776); al cardinale Giovanni Antonio Benvenuti, che fu vescovo di Osimo (1756); alla famiglia del servo di Dio prof. Enrico Medi, insigne fisico e convinto cattolico, la cui famiglia conserva in Belvedere Ostrense un reliquiario, forse unico al mondo, contenente 365 reliquie, una per ogni giorno dell'anno.
Dall’inizio del secolo scorso Belvedere Ostrense è infine legata anche alla vita della "suora moretta", in fama di santità.
Pur culla di tanta fede cristiana in Belvedere Ostrense non vi erano conservate, nelle sue assai frequentate chiese, reliquie di sorta.
Ciò indusse il parroco don Antonio Caprini, nel 1798, a rivolgere istanza al Prefetto del Tesoro delle SS Reliquie per averne alcune per la sua chiesa ed il suo paese.
La richiesta fu finalmente accolta il 4 marzo 1808, con l'assegnazione dei resti di San Rufo che, con gran giubilo della popolazione e grandi accoglienze, arrivarono a Belvedere Ostrense il successivo mercoledì santo, 13 aprile.
Fu prontamente costruita un'apposita cappella nella canonica, dove furono sistemati: su di un cuscino di seta rossa il capo, poi le due clavicole con le rimanenti ossa, ed infine l'ampolla di creta, contenente il sangue del martire, trovata nella sua tomba, il che fa supporre sia stato ucciso con la spada.
Numerosi furono subito i pellegrini che si susseguirono nell'angusta cappella; furono anche tenuti dei registri per segnare le persone, i miracoli segnalati e le grazie ricevute.
Purtroppo molti sono andati perduti, e ne sono ora rimasti solo 11, dai quali risulta che dal 20 ottobre 1813 al 31 dicembre 1814 (poco più di un anno) i fedeli accorsi alla tombe di san Rufo furono oltre 1O.000.
Il continuo afflusso sempre più numeroso di fedeli indusse un successivo parroco, don Angelo Salvatori, intorno al 1850, a traslare il corpo del Santo nella chiese parrocchiale di San Pietro apostolo, nella cappella laterale, entrando sulla destra, nell'altare dedicato alla "Divina Pastora".
All’inizio di questo secolo, in vista del centenario dell'arrivo di S. Rufo a Belvedere Ostrense, vi furono grandi preparativi, per un degno festeggiamento. Il 9 novembre 1906 i resti del Santo vennero sistemati in una statua di cera, realizzata dal padre francescano Stefano Giancamilli, dei minori di Ostra Vetere, rivestita di abiti di seta alla foggia dei romani antichi. Il tutto fu poi rinchiuso in un’urna dorata, munita dei sigillo di garanzia del vescovo di Senigallia.
Il pievano Giovanni Maria Feltrini raccolse inoltre le notizie storiche, anche se con qualche inesattezza, in un libretto stampato quello stesso anno dalla tipografia Romagnoli di Castelplanio.