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La decorazione architettonica romana




Guida alla schedatura: la voce Oggetto
Vocabolario: indicazioni per gli elementi decorativi e strutturali 2


Chiave d'arco - Mensola - Zoccolo - Lastra - Blocco - Concio - Altri elementi della struttura muraria

Oggetto

Chiave d'arco

Il blocco che costituisce la chiave di volta di un arco, per esempio nei fornici degli archi trionfali, presenta a volte sul lato anteriore una decorazione sporgente rispetto a quella degli altri conci, costituita da un elemento a forma di mensola disposta in verticale.
Spesso la chiave d'arco presenta una decorazione figurata.


Chiave d'arco

Chiave d'arco figurata
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Roma, Arco quadrifronte del Foro Boario ("Arco di Giano") (età costantiniana).
Tra i conci che formano la volta del fornice quello centrale, che costituisce la chiave della volta, è decorato con un elemento a forma di mensola disposto in verticale, che reca un elemento figurato.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sull'arco quadrifronte del Foro Boario ("arco di Giano").




Mensola

Elemento sporgente inserito nella parete come sostegno, per esempio per le piccole colonne di un'edicola che inquadri una nicchia.
Solitamente la forma è la medesima delle mensole che "sorreggono" il soffitto delle cornici. L'incorniciatura della mensola però gira anche sul retro e inferiormente, mentre sulle mensole delle cornici prosegue sulla fascia di appoggio tra una mensola e l'altra.
Spesso è decorata, in modo analogo alla maggioranza delle mensole delle cornici, con una foglia d'acanto inferiore, ma a volte può presentare una decorazione figurata.


Mensola

Mensola
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Roma, riutilizzata nel portico della chiesa di S.Saba.
Nel riutilizzo la mensola si presenta inserita nel muro come doveva essere nella collocazione originaria.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sulla chiesa di S.Saba



Ambiguità tra Cornice con mensole e Mensola: vai alla spiegazione.



Zoccolo

L'elemento che segna il limite inferiore della parete o di una struttura, come un podio, nel punto in cui questa forma angolo con la superficie orizzontale del pavimento.
Spesso tra le modanature presenta un toro, a volte un'ampia gola rovesciata. A volte prosegue la forma della base delle lesene dell'ordine applicato sulla parete.



Zoccolo liscio

Zoccolo
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Roma, tempio dei Dioscuri nel Foro Romano (comunemente detto "tempio dei Càstori), podio, in situ (età tiberiana).
Lo zoccolo costituiva la terminazione inferiore del rivestimento marmoreo del podio del tempio.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sul tempio dei Dioscuri


Zoccolo decorato

Zoccolo decorato
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Roma, tempio di Vesta nel Foro Romano, podio, ricomposto in situ con frammenti originali (età severiana).
Anche in questo caso lo zoccolo costituiva la terminazione inferiore del podio su cui sorgevano le colonne della peristasi circolare.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sul tempio di Vesta



Ambiguità tra Incorniciatura e Coronamento o Zoccolo: vai alla spiegazione.



Lastra

Si tratta delle lastre per lo più marmoree che rivestono pareti o pavimenti di edifici, la cui struttura portante è invece realizzata in materiale più "povero" (opera cementizia o blocchi in altri materiali lapidei), e viene in tal modo nascosta alla vista (nota 1).

La lastra può essere definita "parietale" o "pavimentale" se si ha la sicurezza che appartenga al rivestimento di una parete (verticale, p.e. anche un podio) o di un pavimento, a causa di elementi presenti sul pezzo (p.e. cavità per grappe) o in quanto si conosce la sua posizione in situ.
Non sembra invece opportuno basare la distinzione sullo spessore della lastra: anche se ovviamente le lastre pavimentali tendono ad essere di maggior spessore che quelle parietali ci sono anche altri possibili fattori che influenzano questo dato. Se non vi sono quindi indicazioni precise è consigliabile omettere del tutto la definizione.

Normalmente la lastra è di forma quadrangolare, ma può anche presentarsi "circolare" quando forma un cerchio o parte di un cerchio (ossia quando almeno uno dei lati è un settore di circonferenza convesso), oppure "sagomata" in diverse forme geometriche o come parti di elementi figurativi, che possono essere presenti nei sectilia.

Molto spesso le lastre si presentano con la superficie visibile non decorata, ma possono anche presentare diversi tipi di decorazione.
Sulla sua superficie anteriore possono essere tracciate sottili fasce leggermente incavate, a voltein corrispondenza dei bordi stessi della lastra: queste fasce erano destinate ad imitare sulla parete le giunzioni tra i blocchi di un'opera quadrata e la lastra può essere definita "con disegno di opera quadrata".
La lastra, come i blocchi della muratura vera e propria, potrebbe anche essere "bugnata".

È anche possibile che la lastra rechi una decorazione dipinta, come accade per la parete di fondo dell' "aula del colosso" nel Foro di Augusto (nota 2).
Per un'immagine ricostruttiva della parete (cercare in basso nella pagina e cliccare sull'immagine per ingrandirla).

Il rivestimento della parete era in genere articolato da riquadri e partizioni, a volte rese con l'utilizzo di marmi di colori diversi (sectilia geometrici), come accade anche nelle pavimentazioni, oppure con fasce decorate da modanature o altri motivi, che potevano essere intagliate insieme alle lastre, in corrispondenza dei bordi o sulla loro superficie.
La lastra può dunque essere "con incorniciatura", articolata con vere e proprie modanature e in genere sporgente rispetto alla superficie vera e propria della lastra, o a delimitare un pannello rientrante, oppure "con partizione", quando la fascia decorativa si trova in linea di massima sullo stesso piano della superficie anteriore.
. Spesso queste fasce decorative proseguono sulle lastre adiacenti, formando motivi che non dipendono dalle dimensioni delle lastre.


Mensola

Lastra con incorniciatura
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Roma, Foro Romano, tempio di Vesta, frammenti in ricomposizione in situ (età severiana).
Il podio del tempio era rivestito da lastre con un'incorniciature concentriche di modanature decorate.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sul tempio di Vesta



Ambiguità tra Incorniciatura e Lastra con incorniciatura: vai alla spiegazione.



Blocco

Si tratta dei blocchi che compongono la struttura di un muro in opera quadrata, in genere privi di decorazione, prevalentemente di forma parallelepipeda.

Non sempre le superfici non nascoste dai blocchi adiacenti erano rifinite, in quanto, soprattutto negli interni degli edifici, la parete riceveva poi un rivestimento, di intonaco o di lastre di marmo).
A volte invece la superficie dei lati visibili si presentava decorata, in modo analogo alle lastre di rivestimento (vedi) "con disegno di opera quadrata" diverso dall'articolazione reale dei blocchi che compongono la parete.
Quando la superficie centrale del blocco si presenta sporgente e sbozzata rispetto ai margini a contatto con i blocchi adiacenti, il blocco si definisce "bugnato".

I blocchi, di varia forma, possono anche essere stati lasciati senza mai essere stati impiegati, così come sono stati estratti dalla cava, con le superfici che presentano ancora le tracce dell'estrazione.
Dei blocchi, in particolare di marmo colorato, a volte erano utilizzati per la segagione di lastre di rivestimento di varia forma e dimensioni, e presentano pertanto delle superfici scalettate quando la lavorazione non ne è stata completata.
In questi casi il blocco si definisce "di cava".

Blocchi bugnati

Blocchi bugnati
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Roma, strutture pertinenti al tempio del divo Claudio, presso la chiesa dei SS.Giovanni e Paolo (età giulio-claudia).
I blocchi che compongonola struttura ad archi presentano sulla facciata le superfici bugnate.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sul tempio del divo Claudio



Ambiguità tra Elemento architettonico non id. e Blocco: vai alla spiegazione.



Concio

Si tratta di un blocco per il quale l'andamento dei lati, obliqui, ed eventualmente del piano inferiore, incurvato e concavo, indica la pertinenza ad un arco o ad una volta.

Conci bugnati

Conci bugnati
(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)

Roma, strutture pertinenti al tempio del divo Claudio, presso la chiesa dei SS.Giovanni e Paolo (età giulio-claudia).
Come i blocchi della muratura dei pilastri, anche i conci che costituiscono gli archi presentano sulla facciata le superfici bugnate.
Fotografia di Massimo Baldi.
Notizie sul tempio del divo Claudio



Ambiguità tra Archivolto, Soffitto voltato e Concio: vai alla spiegazione.



Tombino

L'elemento di copertura dell'imbocco di una canalizzazione di scolo per l'acqua inserita in una pavimentazione.
In genere si tratta di una lastra con fori, che può presentare anche una decorazione o una rappresentazione figurata.


Gradino

Un blocco parallelepipedo utilizzato come gradino.
Non ci sono molti elementi per identificarlo, ad eccezione di eventuali tracce sulle superfici anteriore e superiore. Può essere in marmo colorato.
Un caso particolare è rappresentato dai gradini utilizzati nei teatri come sedili, che possono essere sagomati sul lato anteriore ed eventualmente presentare decorazioni.


Coppo e Tegola

Alcuni edifici possono presentare gli elementi della copertura del tetto in materiale lapideo. Sono di forma simile ai corrispondenti in terracotta.
Se il coppo conserva l'antefissa all'estremità si considera solo quest'ultima.


Gronda

L'eventuale elemento lapideo destinato allo scorrimento e allo scarico delle acque piovane del tetto, quando non sia intagliato insieme agli elementi superiori della trabeazione o del muro.


Soglia

Si tratta in genere di un blocco piatto che presenta un incasso sul piano superiore, destinato a consentire l'apertura del battente, con agli angoli le cavità per i cardini.
Spesso vengono reimpiegati come soglie elementi architettonici più antichi.




Note

Nota 1
La consuetudine di rivestire strutture di altro materiale con lastre marmoree, dipende soprattutto dal fatto che il marmo costituiva a Roma un materiale da importare, e pertanto costoso: il suo utilizzo era percepito come manifestazione di lusso e ricchezza da parte del committente e, naturalmente, era preferibile raggiungere lo stesso effetto con la minore spesa possibile.

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Nota 2
È noto che nel mondo greco le sculture e le decorazioni in marmo fossero dipinte, a colori vivaci, soprendenti e scioccanti per un'idea di classicità che risente ancora delle impostazioni di Winckelmann. Nello stesso modo, e a maggior ragione, devono immaginarsi dipinte le sculture e le decorazioni in terracotta o in pietra rivestita di stucco, che conosciamo per l'ambiente italico e poi romano.
Quest'uso probabilmente permane anche dopo l'introduzione del marmo nell'architettura romana, come mostra la recente ricostruzione dei Musei Vaticani della coloritura dell'Augusto di Prima Porta e anche la decorazione dipinta sulle lastre marmoree che rivestono la parete di fondo dell'"aula del colosso" nel Foro di Augusto e le tracce presenti sugli elementi architettonici dello stesso tempio di Marte Ultore.
Non va tuttavia dimenticato che l'utilizzo del marmo, importato e costoso, rappresenta sin dall'inizio un elemento di pregio, segno della potenza e del prestigio del committente, che si desiderava dunque probabilmente evidenziare piuttosto che nascondere (da notare che le più importante cave dei marmi resteranno prevalentemente di proprietà imperiale).
Il marmo stesso, del resto, nelle sue varietà colorate, offriva una soluzione differente all'esigenza di una vivace coloritura dei rivestimenti degli spazi interni degli edifici, soluzione che va progressivamente affermandosi, dove le condizioni economichelo consentono, tanto da poter supporre che l'utilizzo di decorazioni dipinte divenga man mano una soluzione "di ripiego".
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