La decorazione architettonica romana

• Il vocabolario
• Parti frammentarie
• Sigle per la tipologia

Nella pratica della schedatura è di gran lunga più frequente avere a che fare frammenti che riusciamo riconoscere come appartenenti ad un certo oggetto, piuttosto che agli oggetti interi. E spesso con incertezze e dubbi.
I magazzini sono pieni di frammenti, per esempio, di capitelli corinzi (e difficilmente potremo andare oltre questa definizione dell'oggetto). Se ci limitassimo a indicare la definizione dell'oggetto intero, ci troveremmo con grandi quantità di frammenti non distinguibili l'uno dall'altro, mentre scopo della schedatura è anche quello di "fare ordine" in questa "massa indifferenziata" in modo da poterne trarre tutte le informazioni utili e da poterle facilmente reperire ed utilizzare.
Diventa quindi necessario definire anche quale parte dell'oggetto intero abbiamo a disposizione.
Questa informazione fa naturalmente parte della definizione dello stato di conservazione del frammento, insieme ad altre che riguardano la conservazione delle superfici, la consistenza del materiale, ecc. Tuttavia sembra utile inserirla anche nella denominazione dell'oggetto, su cui ci si basa per una razionale suddivisione del materiale. Deve comunque rimanere una voce separata, o almeno subordinata all'oggetto vero e proprio, per mantenere evidente la distinzione tra "cos'è/era" e "cos'è rimasto".

Di conseguenza si propone, di seguito, una definizione delle possibili "parti conservate" per i diversi elementi architettonici degli ordini.