Erdimmebbasta

Chi conosce lo zozzo? Ah, chi non lo conosce alzi la mano. Innanzitutto, lo zozzo è uno solo. Non date retta a quelli che vi dicono che sta a via del governo vecchio, o all'EUR, o chissà dove. Lo zozzo è sotto l'obelisco del Foro Italico, davanti allo stadio. È lui l'unico vero zozzo.

La camionetta dello zozzo è popolata da una piccola stirpe di zozzi, tutti cicciotti ed un po' sudaticci, che a mani nude si passano il materiale necessario a preparare i loro manicaretti. Sembra la cucina de "i mostri 2" o la tana del Rancor di Guerre Stellari 3. Se ritenete poco igienica questa pratica, vi segnalo due cose:

Innanzitutto, ci sono le puttane. Dopo le due di notte, la clientela dello zozzo si divide equamente fra pariolini e puttane (in molti casi, la differenza è esclusivamente un fatto di vestito. Talora nemmeno quello); dove cena una puttana, beh, non fa male alla salute - lei lo saprebbe.

In secondo luogo, l'effetto FAMEL. Pucci Poppi mi raccontò che in Francia assumeva una specie di medicina miracolosa che guariva da ogni male. Mal di testa? Famel. Mal di stomaco? Famel. Febbre? Famel. Giunto in Italia, solo un panino dello zozzo sortiva gli stessi risultati (una volta lo ha anche guarito dal mal di gola). Io ho invece un fastidioso problema di stomaco, per cui prima di dormire posso mangiare solo dolci, pena risvegliarmi dopo due ore con lancinanti bruciori. Fa eccezione il panino dello zozzo.

La fila è un concetto astratto che dallo zozzo non si applica. Usualmente, prendo un panino con la sarciccia, cui aggiungo: cipolline sott'aceto, peperoni, melanzane, talora carciofini, olive a fettine, e un po' di dimmebbasta. Altri preferiscono er pèttoh (di pollo), variamente associato. Poi c'è anche il burste, con la senape orco sapientemente dosata (!) dal boccione ORCO gigante a stantuffo. Tutti, comunque, ci mettono er dimmebbasta. Il risultato è un panino col pane rifatto ed una sarciccia (o pèttoh o burste) assurdamente rigonfio di materiale vario e multicolore, talmente grondante di olio da inumidire completamente la carta oleata (!) che lo trattiene a stento, da mangiare a gambe divaricate per evitare di macchiarsi le scarpe. Un altro amico preferisce portarsi il panino a casa ed eventualmente lasciarsene una parte per colazione, ma questo è troppo pure per me.

Ah, dimenticavo: per chi non conoscesse il dimmebbasta: è un olio piccante chiamato anche "fuoco", "guerra" o "orrore", che può essere aggiunto al panino. Se lo chiedi, lo zozzo ti guarda e ti fa: "Sicuro?". Quando confermi, tira su un mestolino dal barattolone di vetro e ti dice: "dimme bbasta", iniziando un movimento armoniosamente oscillante per raggiungere ogni parte del panino.

Quando tu dici basta, lui non si ferma.

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Cristiano M. Gaston, Evoluzione Saturnista © 2009