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WWF: entro
il 2050 esauriremo le risorse della Terra
Fonte: www.unimondo.org
Ottobre, 2006- "Se continueremo a consumare acqua,
terreno fertile, risorse forestali e animali ai ritmi attuali, nel
2050 servirano due pianeti". E' l'allarme che il Wwf lancia da
Pechino, dove oggi ha presentato il "Living planet report 2006",
il rapporto - giunto quest'anno alla sesta edizione - frutto di un
lavoro di durato due anni durante i quali sono stati compilati due
indicatori dello Stato di salute del pianeta. Le risorse naturali
si stanno deteriorando a un ritmo impressionante tanto che - avvertono
i ricercatori - la popolazione umana entro il 2050 raggiungerà
un ritmo di consumo pari a due volte la capacità del pianeta
Terra, un ritmo davvero insostenibile visto che il pianeta Terra è
un sistema biologico chiuso.
Il Living Planet Report conferma anche una continua perdita di biodiversità,
così come analizzato nelle precedenti edizioni, tanto che negli
ultimi trent'anni le specie terrestri si sono ridotte del 31%, quelle
di acqua dolce del 28% e quelle marine del 27%. Il primo indicatore,
l'Indice del Pianeta Vivente (Living Planet Index) si basa sui trend
di oltre 3.600 distinte popolazioni di 1.300 specie di vertebrati
in tutto il mondo. In tutto sono stati analizzate 695 specie terrestri,
344 di acqua dolce e 274 specie marine.
Ma ciò che preoccupa maggiormente è l'impronta ecologica,
il peso cioè dell'impatto umano sulla Terra che risulta più
che triplicato nel periodo tra il 1961 e il 2003 tanto che la nostra
impronta sul pianeta già nel 2003 ha superato del 25% la capacità
bioproduttiva dei sistemi naturali da noi utilizzati per il nostro
sostentamento Nel rapporto precedente (quello pubblicato nel 2004
e basato sui dati del 2001) l'impronta ecologic era del 21%. In particolare,
l'Impronta relativa alla CO2, derivante dall'uso di combustibili fossili,
è stata quella con il maggiore ritmo di crescita dell'intera
Impronta globale: il nostro 'contributo' di CO2 in atmosfera è
cresciuto di nove volte dal 1961 al 2003.
“Siamo in un debito ecologico estremamente preoccupante, considerato
che i calcoli dell'impronta ecologica sono per difetto. Consumiamo
le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di
rigenerarle e di quanto la Terra sia capace di 'metabolizzare' i nostri
scarti" - ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico
del WWF Italia. "E questo porta a conseguenze estreme ed anche
molto imprevedibili. E' tempo di assumere scelte radicali per quanto
riguarda il mutamento dei nostri modelli di produzione e consumo.
Siamo tutti consapevoli che i cambiamenti necessari per ridurre il
nostro impatto sui sistemi naturali non saranno facili ma si basano
su straordinarie qualità umane: la capacità di innovazione,
la capacità di adattamento, la capacità di reagire alle
sfide. E' da come impostiamo oggi la costruzione delle città,
da come affrontiamo la pianificazione energetica, da come costruiamo
le nostre abitazioni, da come tuteliamo e ripristiniamo la biodiversità,
che dipenderà il nostro futuro” - conclude Bologna.
I Paesi con oltre un milione di abitanti con l'impronta ecologica
più vasta calcolata su un ettaro globale a persona, sono gli
Emirati Arabi, gli Stati Uniti, la Finlandia, il Canada, il Kuwait,
l'Australia, l'Estonia, la Svezia, la nuova Zelanda e la Norvegia.
La Cina si pone a metà nella classifica mondiale, al 69mo posto,
ma la sua crescita economica (che nel 2005 è stato del 10,2%)
ed il rapido sviluppo economico che la caratterizza giocheranno un
ruolo chiave nell'uso sostenibile delle risorse del pianeta nel futuro.
Il WWF crede che sia vitale per il pianeta che la Cina e gli altri
paesi di nuova industrializzazione (che globalmente raggiungono oltre
il miliardo di abitanti e che stanno raggiungendo un livello di consumo
paragonabile ai paesi dell'area OCSE) non segua i modelli di sviluppo
dell'Occidente, ma persegua il proprio sviluppo in una chiave di sostenibilità.
L'Italia si piazza al 29mo posto, in coda rispetto al resto dei paesi
europei, con un'impronta ecologica (sui dati 2003) di 4.2 ettari globali
pro capite con una biocapacità di 1 ettaro globale pro capite,
dimostrando quindi un deficit ecologico di 3.1 ettaro globale pro
capite. "Il nostro paese necessita di avviarsi rapidamente su
una strada di sostenibilità del proprio sviluppo integrando
le politiche economiche con quelle ambientali. Solo tenendo in conto
la natura saremo in grado di fornire il giusto valore al nostro “benessere”
e di procedere a politiche energetiche, dei trasporti, di uso del
territorio capaci di rispettare il nostro straordinario Bel Paese,
facendo fruttare al massimo i suoi elementi di qualità"
- commenta il WWF. Il Living Planet Report viene lanciato proprio
nella settimana che il WWF Italia sta dedicando ai suoi 40 anni di
vita dell'Associazione: il 27 ottobre il rapporto verrà illustrato
presso la sede della Luiss di Roma, mentre, nella stessa sede, sabato
28 verrà lanciata la sfida per la biodiversità con la
presentazione al Governo delle Biodiversity Vision per Alpi e Mediterraneo.
[GB]
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