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Acqua: per il 20% della popolazione
mondiale è emergenza
(GB) - Fonte www.unimondo.org
Agosto 2007 - Il 20% della popolazione mondiale, concentrata in 30 Paesi, deve fronteggiare
problemi di carenza di acqua: una percentuale che entro il 2025 diventerà
del 30% in 50 Paesi. Sono le cifre più significative fornite
dalla Nazioni Unite sul fronte dell'emergenza acqua che è al
centro della Settimana mondiale dell’acqua in corso a Stoccolma
(12-18 agosto). Gli esperti informano che sono 2,6 miliardi le persone
nel mondo a non avere accesso a servizi sanitari adeguati e a dover
fare i conti con le malattie che ne derivano, come la diarrea, che
uccide 2 milioni di bambini ogni anno.
La 17ª edizione della riunione di Stoccolma, organizzata dal Siwi
(Stockholm International Water Institute) si è aperta con un
appello del primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, a Stati Uniti,
Cina e India perchè si impegnino maggiormente ad affrontare
l'emergenza climatica: "l'oro blu" gioca infatti un ruolo
di primo piano nel fenomeno del riscaldamento del Pianeta. "I
governi devono investire di più in misure per contrastare la
scarsità d'acqua" - ha detto il primo ministro svedese,
Fredrik Reinfeldt.
Tra le questioni sul tappeto quella dei biocarburanti.La prospettiva
infatti, denunciano gli esperti, è che la risorsa acqua possa
essere sempre più impiegata in futuro per produrre i cereali
necessari alle bioenergie, invece di essere destinata alle colture
necessarie a sfamare le popolazioni. Una domanda, quella mondiale
di cereali per il cibo, che secondo le previsioni già nel 2020
sarà aumentata del 40% rispetto al 1990. Il punto è
che questo aumento è avvenuto utilizzando metodi di produzione
idrovori che riducono di gran lunga la disponibilità di acqua
in futuro. La chiave per affrontare un migliore impiego della risorsa
acqua è dunque l'utilizzo di metodi più sostenibili,
che non costituiscano una minaccia per la biodiversità e gli
ecosistemi acquatici del pianeta. Al riguardo, nei giorni scorsi l'Associazione
per i Popoli Minacciati ha lanciato un allarme sulle conseguenze della
scoperta del biodisel da parte dell’Europa: solo in Malaysia
e Indonesia 47 milioni di persone appartenenti a diverse popolazioni
native sono vittime dirette dei progetti governativi di aumentare
l'estensione delle piantagioni di palma da olio, destinate alla produzione
del cosiddetto biodiesel.
E Rosario Lembo, Segretario italiano per il contratto mondiale sull’acqua,
sottolinea che si dice sempre che "ci vogliono più investimenti,
bisogna costruire grandi dighe, grandi riserve d’acqua, bisogna
investire nella desalinizazione, prelevare acqua dai fiumi, prelevare
acqua, appunto dai mari. Cioè si pensa che la tecnologia e
gli investimenti di capitali possano praticamente risolvere questi
problemi di crisi strutturali". "Bisognerebbe invece cominciare
anche dai nostri piccoli comportamenti in casa, ad avere un approccio
diverso con l’acqua" – evidenzia Rosario Lembo in
un’intervista a Radio Vaticana. "Bisogna averlo a livello
individuale, a livello di singoli Paesi con grandi campagne di sensibilizzazione,
di educazione ambientale, bisogna averlo a livello di responsabilità
dei governi che dovrebbero contenere la domanda acqua anziché
puntare, attraverso grandi investimenti finanziari, ad offrire acqua
sempre di più ma, soprattutto a lasciare che si sprechi quest’acqua".
In Italia, secondo le stime, la disponibilità di acqua non
copre totalmente i fabbisogni, ma a pesare maggiormente sono sprechi
e "reti colabrodo. Le esigenze di acqua del nostro Paese sono
infatti di circa 54,3 miliardi di metri cubi l'anno e le risorse utilizzabili
vengono stimate in 53 miliardi di metri cubi, di cui 40 miliardi di
metri cubi per la risorsa superficiale e 13 miliardi di metri cubi
per quella sotterranea. Ma i dati della Relazione annuale sullo stato
dei servizi idrici presentata al Parlamento nel 2006 dal Comitato
di vigilanza sull'uso delle risorse idriche affermano che le "reti
colabrodo" perdono il 40% dell'acqua trasportata. Il consumo
d'acqua nelle abitazioni e nelle città, spiega il dossier Acque
Wwf del 2007, incide soltanto per il 10% sul totale. In Italia all'agricoltura
viene attribuito un 46% dei consumi, alle industrie manifatturiere
il 17%, alla produzione idroelettrica il 19% e per le forniture pubbliche
il 18%. [GB] |
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