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Chavez e l'ora
legale
Di Gennaro Carotenuto Fonte: www.gennarocarotenuto.it
Agosto 2007 - Molti amici sono arrabbiati con me per non aver stroncato
l'editoriale di PG Battista sul Corriere della Sera. Altrettanti mi
fanno notare la maniera tendenziosa di come a reti unificate, si parla
del cambiamento di fuso orario del Venezuela, graziosa maniera di
far passare per pazzo qualcuno. Ma non sanno neanche che ai tropici
l'ora legale non serve.
Pierluigi Battista è un signore molto di destra,
spaventato anche dalla sua ombra, probabilmente non ha mai messo piede
in America Latina e ovviamente non si è mai preso la briga
di intervistare il Presidente Chavez.
Ma Battista scrive un editoriale, non un articolo
informativo. Lo infarcisce di balle e di pregiudizi, che riprende
da articoli infedeli, ma è pur sempre un editoriale, un commento,
un'opinione. Nella quale opinione ha il pregio di entrare nel merito
del problema del Socialismo del XXI secolo. Lo fa ovviamente per condannarlo,
cosa del tutto legittima, ma almeno affronta il problema. Finora i
velinari, da Repubblica a Liberazione, hanno sempre eluso il problema
"socialismo", girando intorno al tema e preferendo ridicolizzare
l'esperienza bolivariana.
E' pessimo giornalismo ma è anche eticamente illegittimo infarcire
un pezzo informativo, una notizia, di commenti, di battutine acide
che spesso diventano gratuitamente offensive, irridenti. E' la Nocioni
che cita Telesur per irriderne (mentendo) con un "che tanto non
vede nessuno". E' Omero Ciai in tutte le sue forme.
E questi sarebbero i cultori del giornalismo anglosassone e della
separazione tra fatti ed opinione?
Ed è penalmente perseguibile per il reato di diffamazione a
mezzo stampa, infarcire articoli di notizie false e tendenziose che
è quello che costantemente fanno i media mainstream. Affermare
come fece Alessandra Farkas, dello stesso giornale di Battista, di
aver incontrato giornalisti di media fatti chiudere da Chávez
è un falso ed una palese calunnia nei confronti di Chávez.
Della storia del fuso orario non ci sarebbe molto da dire,
sennò che Repubblica e Corriere Della Sera e perfino il GR1
delle 13 di oggi, a reti unificate (se non è pensiero unico
questo...) copiano e incollano pezzi dell'agenzia originale invece
di riscrivere con paroline proprie. E se non fosse stata
l'occasione per parlar male di Chávez (fa riflettere) la notiziola
non sarebbe mai stata diffusa.
In pratica, stando fisicamente il Venezuela a
metà tra un fuso orario e un altro, ha deciso di spostare l'ora
ufficiale di mezz'ora per poter sfruttare al meglio le ore di luce.
Non è il primo né l'ultimo paese a spostarsi di mezz'ora
e i fusi orari decisi a Greenwich dall'impero britannico stanno stretti
a molti. Dov'è la notizia?
Eppure il servizio del GR1 attacca con: "In Venezuela non hanno
neanche l'ora legale, ma l'ultima trovata del presidente Chávez
è che adesso avranno addirittura l'ora ufficiale". Con
parole analoghe si esprimono Repubblica e Corriere, che parla di "bizzarro
provvedimento", tutti evidentemente copincollando la stessa agenziola.
1) Sanno, questi guitti del giornalismo, che nessun paese
tra i due tropici ha l'ora legale perché, durando il giorno
costantemente intorno alle 12 ore, cambiare ora in inverno non porterebbe
alcun vantaggio?
2) Come diavolo deve chiamarsi l'ora ufficiale di un paese
se non "ora ufficiale"?
3) Sanno questi apprendisti stregoni dell'antichavismo che
ogni anno molti paesi scelgono se e come modificare il loro orario
ufficiale e la loro ora legale? Possiamo aspettarci analoghi
articoli?
Ovviamente non sanno rispondere a nessuna di queste domande.
L'unico loro scopo è irridere a Chávez, ma sono troppo
ignoranti e rimediano una figuraccia vergognosa.
Perché si mettono in queste situazioni che ne rivelano l'impresentabile
professionalità?
Ovviamente il tutto è inserito in un contesto generale.
Se l'Unione Europea certifica da sempre che le elezioni in Venezuela
sono le più monitorate e pulite al mondo, ci sarà sempre
qualcuno che dirà che ci sono stati brogli.
Se la stessa istituzione attesta che nelle ultime elezioni
quattro quinti dei media erano nelle mani dell'opposizione, poi si
troverà sempre qualcuno disposto a mentire raccontando che
in Venezuela non c'è libertà d'espressione.
Perché questo fuoco di fila? Per evitare che si parli
di socialismo. In maniera offensiva Chávez deve essere sempre
descritto come un buffone e delle sue proposte politiche non bisogna
parlare. E quel 63% di venezuelani che l'hanno votato? Cosa importa...
sono quasi tutti Lumpen... le spiegazioni non mancano, assistenzialismo,
demagogia, clientelismo, ignoranza. E quando tutto manca, per spiegare
come mai Chávez stravinca le elezioni ci ricordano sempre che
anche Hitler vinse le elezioni e Mussolini aveva consenso. E che c'entra?
La Costituzione partecipativa del Venezuela come il Mein Kampf e la
nazionalizzazione del petrolio come le Leggi razziali fasciste?
E se invece quel 63% di venezuelani fosse solo felice di
partecipare ad un mirabile processo di inclusione sociale e quindi
vota Chávez perché il Venezuela e le loro vite si stanno
trasformando in positivo? E' quest'ultima ipotesi a non
dovere neanche essere presa in considerazione.
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