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Consegnate
ieri a Strasburgo le migliaia di firme che si oppongono all'alta
velocità Torino - Lione. Almeno metà della popolazione
della Val di Susa ha voluto mettere nero su bianco il proprio dissenso.
Di Vittorio Agnoletto- Fonte: www.vittorioagnoletto.it
26 settembre 2007 -
Un plebiscito, più che un referendum. La Val Susa ha nuovamente
espresso la sua volontà, attraverso una raccolta di firme che
ieri si è conclusa con una grande manifestazione al Parlamento
Europeo di Strasburgo. La petizione è stata la migliore risposta
a quanti
in questi anni hanno dubitato del dissenso dei cittadini rispetto
al progetto dell'alta velocità sulla tratta Torino-Lione. Infatti
oltre 31mila persone hanno scelto di mettere nero su bianco il loro
no al progetto e la stragrande maggioranza di costoro sono residenti
in val Susa, una valle con una popolazione complessiva di circa 61mila
persone.
Ieri, 26 settembre, una nutrita delegazione di duecento no tav ha
raggiunto l'Europarlamento di Strasburgo e consegnato gli scatoloni
contenenti le migliaia di firme raccolte. Non prima di aver manifestato,
ancora una volta, nella solita, bellissima e festosa maniera,
di fronte alla sede del Parlamento. Insieme abbiamo poi incontrato
Marcin Libicki, presidente della Commissione Petizioni, competente
per le iniziative dei cittadini europei, che ha accolto positivamente
i rappresentanti della mobilitazione, apprezzando il contributo
democratico di questo movimento "dal basso". Anche il Commissario
europeo ai Trasporti Jacques Barrot ha voluto sentire le nostre
ragioni, le ragioni dei valsusini e di chi si oppone da sempre alla
Tav.
Barrot non può evidentemente dire la verità che tutti
in Europa sanno: la commissione giudicatrice non potrà esprimere
un parere
positivo per il finanziamento della Torino-Lione, a meno di infrangere
le regole in nome degli interessi delle lobby dei costruttori.
Mancano infatti, nella proposta presentata dal governo italiano, un
progetto vero e proprio sul quale esprimere un giudizio e la
valutazione di impatto ambientale. Tale situazione è nota e
riconosciuta non solo dal movimento no TAV, ma dallo stesso Mauro
Moretti,
amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, che ieri si trovava
a Bruxelles per illustrare ai parlamentari italiani i 31
progetti presentati dalle Ferrovie all'Unione Europea per il bando
sulle grandi linee di trasporto. Infatti Moretti ne ha illustrati
ai parlamentari solo 30, non una parola, nè una diapositiva
sull'alta velocità Torino/Lione.
Ancora più chiaro è stato il Commissario europeo Franco
Frattini che ha esplicimente dichiarato che allo stato attuale, con
il
materiale depositato sarà molto difficile che l' UE possa finanziare
l'alta velocità. La delegazione ha smentito per l'ennesima
volta
il ministro Di Pietro: nessun accordo è stato raggiunto nell'Osservatorio
e quindi il 15 ottobre, data annunciata dal ministro, non
sarà possibile presentare alcun progetto condiviso. Anzi, la
verità é ben altra: dagli studi dell'Osservatorio, presentati
ieri
all'Unione Europea, emerge con chiarezza che l'attuale linea ferroviaria
Torino-Lione è utilizzata al 25 per cento. Non vi è
quindi
alcuna necessità di un'opera come la Tav, che prevede una spesa
di oltre 20 miliardi di euro, per un progetto inutile e dannoso per
la salute della popolazione e per l'ambiente. Quali sono dunque ora
gli scenari possibili? Entro dicembre la Commissione Europea dovrà
stilare la lista dei progetti da finanziare e da proporre al Consiglio
per l'approvazione finale. Secondo le direttive europee, per
realizzare un'opera come la TAV è necessario il consenso popolare:
sarà allora difficile ignorare le 31mila firme.
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