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Diamo voce alla pace 24 ore
per una informazione e comunicazione di Pace 10 marzo 2006
L´11 settembre 2005, in tanti, abbiamo marciato da Perugia ad
Assisi per una politica di pace. Ma una politica di pace non sarà
possibile senza un´informazione di pace.
Pace e informazione sono due beni fondamentali a rischio. La pace
resta un sogno per miliardi di bambine e bambini, donne e uomini privati
dei fondamentali diritti umani. E anche da noi è sempre più
in pericolo. L´informazione, sottoposta a pesanti limitazioni
e condizionamenti politici ed economici, rischia di essere sempre
più scadente e meno libera e indipendente.
I mezzi della comunicazione possono fare cose meravigliose ma anche
cose terribili. Da sempre, la guerra come il terrorismo si nutrono
di un´informazione faziosa, falsa e parziale che semina paura,
odio e violenza. Allo stesso tempo, ogni volta che si nasconde o si
rovescia la verità, che si oscura una manifestazione o un progetto
di pace, che si privilegiano gli interessi di una parte anziché
il bene comune si compie un grave attentato alla pace e alla possibilità
di costruirla.
Eppure questa è la triste realtà quotidiana del nostro
paese. Spesso i grandi mezzi d´informazione -e purtroppo lo
stesso servizio pubblico radiotelevisivo- diffondono una falsa idea
della pace che viene associata a inerzia, rinuncia, resa, rassegnazione,
impotenza; immagini, parole e comportamenti irresponsabili trasmettono
principi e comportamenti che corrodono alle radici la cultura della
pace e dei diritti umani; i grandi problemi dell´umanità
e del mondo, della guerra e della pace vengono per lo più ignorati
sino a quando esplodono nelle forme peggiori; la narrazione della
guerra e delle guerre è troppo spesso frutto di palesi manipolazioni;
la parola viene concessa solo ad un manipolo di cosiddetti esperti
o politici ed è sistematicamente negata agli operatori di pace;
i loro appelli e le loro iniziative vengono sottaciute, nascoste,
minimizzate o avvolte in un innocuo buonismo.
La pace si nutre invece di un´informazione e di una comunicazione
libera, attenta al bene comune, vicina ai diritti e bisogni della
persona e rispettosa della sua dignità così come una
libera informazione può crescere solo nella pace.
Per queste ragioni, in sintonia con le continue esortazioni del Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, abbiamo deciso di promuovere,
il prossimo 10 marzo 2006, una giornata nazionale per un´informazione
e comunicazione di pace. Vogliamo denunciare la gravità della
situazione e allo stesso tempo invitiamo tutti i cittadini, i giornalisti,
gli organi d´informazione, le organizzazioni della società
civile, le scuole e gli Enti Locali a prendere coscienza di questo
problema. E´ urgente un cambio di mentalità e una più
ampia assunzione di responsabilità. Sono in gioco i nostri
fondamentali diritti. La promozione di un´informazione e una
comunicazione di pace, lo sviluppo di un ruolo positivo dei media
nella costruzione di una cultura e politica di pace dell´Italia
è responsabilità di tutti e di ciascuno. Un compito
insostituibile spetta alla Rai che consideriamo un bene pubblico indispensabile
per la nostra libertà, la nostra democrazia e per il nostro
benessere.
Gli operatori dell´informazione, della comunicazione e gli operatori
di pace debbono unire le proprie professionalità per diffondere
una cultura positiva della pace e dei diritti umani sempre più
indispensabile.
A tutti gli organi dell´informazione e della comunicazione,
pubblici, privati e indipendenti, chiediamo di dare voce alla pace.
Non c´è bene più grande da promuovere e da difendere
insieme. |
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