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FINESTRA SULLA VERGOGNA > CONFLITTI DIMENTICATI > SUDAN
Approvata la risoluzione ONU per l’invio di 26.000 uomini
Fonte: Beatrice Giunta www.warnews.it

3 agosto 2007 - Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha votato unanimemente il 31 luglio scorso l'approvazione per il dispiegamento di una forza di 26.000 uomini nella martoriata regione del Darfur, nell'ovest del Sudan, e finalmente anche il Sudan coopererà con i peacekeepers dell'ONU e dell'AU (African Union), secondo le dichiarazioni dell'ambasciatore ONU del Sudan. Da ottobre la missione dovrebbe avere sul posto già la propria> direzione e le strutture di controllo per poi prendere le consegne dall'AMIS dalla fine dell'anno.
Il responsabile della missione ibrida ONU-AU, Rodolphe Adada, ha dichiarato che questa forza sarà “una delle due gambe per trovare la pace in Darfur” ma che, comunque, è “solo una operazione di pace, mentre nel Paese c'è bisogno di mantenerla poi questa pace…ecco perché l'incontro politico è essenziale.”
Abdalmahmood Abdalhaleem Mohamad, ambasciatore dell'ONU in Sudan, ha detto alla BBC che lui e la sua fazione si impegneranno e saranno onesti verso i propri doveri, ma che, comunque, la risoluzione non è un “assegno in bianco” per i peacekeepers.

Adada ha detto che la forza sarà tracciata principalmente dai Paesi africani, in modo da attenuare l'ostilità, anche se solo iniziale, del governo sudanese verso questa forza, anche se comunque la risoluzione dichiara che è l'ONU ad aver potere assoluto sulla missione. Il comandante dello SLA (Sudan Liberation Army)
Abu Jamal Khalil Ali ha riferito alla BBC di accogliere in qualsiasi momento le truppe ONU in Darfur senza alcuna condizione, cosa che ha fatto anche Abu Elgasim, comandante delle truppe in campo di una diversa fazione SLA.

Le critiche

Su questa operazione ci sono state critiche positive, come quella del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon che l'ha definita storica e senza precedenti, ma anche negative, da parte di un democratico americano che presiede al Senato alle relazioni estere per il sottocomitato sull'Africa che ha dichiarato la propria disapprovazione a questa risoluzione in quanto, secondo lui, prima di tutto i co-sponsor si sarebbero sottomessi alle pressioni del governo sudanese, poi perché questa forza non avrà la possibilità di disarmare le milizie e non avrà il potere di arrestare o perseguire i criminali di guerra accusati dall'ICC (International Criminal Court), infine la risoluzione non minaccia sanzioni contro il Sudan se esso non si atterrà alle regole.

Il Primo Ministro Gordon Brown ha dichiarato che “se una delle parti dovesse bloccare questi tentativi di ristabilire la pace e continueranno ad esserci uccisioni saranno raddoppiati gli sforzi per imporre nuove sanzioni” aggiungendo durante una visita alle Nazioni Unite, riferisce la Reuters, che “… quando poi la pace sarà stabilita cominceranno gli investimenti per la ricostruzione e la ripresa”

La missione

L'operazione ha il nome di UNAMID, United Nations African Union Mission in Darfur e costerà circa due miliardi di dollari all'anno e sarà la più vasta forza di pace nel mondo.
La risoluzione approvata dall 'UNSC (United Nations Security Council) è la 1769 del 2007 ed avrà un mandato iniziale di 12 mesi.

Il testo autorizza esattamente 19.555 personale militare, compresi 360 osservatori militari, 3.772 componenti della polizia internazionale e 2.660 ufficiali che faranno parte di unità di polizia speciale; questa forza incorporerà i sotto equipaggiati e sotto finanziati 7.000 militari facenti parte dell'AMIS (African Union Mission in Sudan), dispiegata in Darfur dal 2004 che poi andrà a sostituire completamente, visti anche i risultati negativi del loro dispiegamento in questi anni, anche se comunque bisognerà impegnarsi molto per preparare adeguatamente i nuovi soldati africani che saranno impiegati, che hanno la stessa insufficiente preparazione dei loro precursori.

Il voto unanime è arrivato dopo che le trattative si sono assicurate il sostegno della Cina, che ha minacciato un veto al Consiglio di Sicurezza e che ha forti interessi economici in Sudan, del quale è il principale acquirente di petrolio.

La Germania ha fatto sapere che non invierà proprie truppe in quanto, secondo un portavoce del Governo, ci sono al momento altre priorità, al contrario invece di altri Paesi che hanno accettato di aderire all'iniziativa, come Francia e Danimarca che interverranno militarmente, o come il Canada che parteciperà invece economicamente stanziando altri 58 milioni di dollari a favore dei rifugiati. La Francia poi ha giocato un ruolo importante in quanto il nuovo presidente francese, evidentemente, non ha fra gli obiettivi prioritari della propria politica estera l' interesse per il petrolio sudanese ed ha quindi collaborato con l'ONU.

La risoluzione ha chiesto agli Stati membri di mettere a punto i loro contributi alla nuova forza entro 30 giorni, ed è stata adottata proprio pochi giorni prima che gli Inviati Speciali per il Darfur dell'ONU e dell'AU presentassero i colloqui pre-trattativa ad Arusha, in Tanzania, con quei gruppi ribelli e quelle milizie che non avevano firmato il DPA (Darfur Peace Agreement).

Disegni bambini del Darfur presentati all'ICC come prove

Intanto gli effetti della guerra continuano a devastare il corpo e le menti di chi la subisce. Cinquecento disegni di altrettanti bambini del Darfur di un campo profughi in Chad, al confine con il Sudan, saranno presentati da un' organizzazione non governativa, Waging peace, all'ICC come testimonianza delle atrocità subite dai civili nella Regione sudanese - che ha già accusato un leader janjaweed ed il ministro degli Affari umanitari sudanese di crimini di guerra - che dovrà comunque in futuro giudicare i responsabili dei crimini di guerra e contro l'umanità.

I bambini hanno fatto i disegni mentre un'attivista dell' organizzazione intervistava le loro mamme proprio sulle violenze da loro subite e la direttrice dell'organizzazione ha dichiarato all'Independent che questo smentisce tutto quello che ha sempre dichiarato il Governo sudanese, che non ha mai ammesso le proprie responsabilità nel genocidio.

Dati delle vittime dal 2003 ad oggi

Da quando i gruppi ribelli insorsero contro il Governo di Khartoum, accusandolo di disinteresse verso la loro arida Regione, nel 2003 si calcola siano morte nella Regione almeno 200.000 persone e che più di due milioni di persone hanno abbandonato le proprie case.

Il Governo del Sudan e le milizie arabe filogovernative sono accusate di crimini di guerra contro la popolazione nera africana della Regione, nonostante l'ONU non lo definisca genocidio.

Attualmente i gruppi ribelli sono circa una dozzina e si combattono l'un l'altro ed in soli due giorni durante questa settimana hanno già provocato 140 vittime

Beatrice Giunta
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