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FINESTRA SULLA VERGOGNA > CONFLITTI DIMENTICATI > AFGHANISTAN
Rapporto ONU. Nuovo boom di oppio in Afghanistan: 8200 tonnellate
Fonte: www.afgana.org

Agosto 2007 - "Nuova linfa per il terrorismo: il Paese è' a un bivio" dice il direttore dell'UNODC. "Con 193.000 ettari coltivati a papavero da oppio, il 17% in più rispetto al 2006, una produzione media di 42,5 Kg per ettaro - lo scorso anno era di 37 Kg - per un totale di 8.200 tonnellate di oppio (il 34,4% in più del 2006), l'Afghanistan può praticamente considerarsi l'esclusivo fornitore mondiale di oppio.

Oggi la sua produzione copre il 96% del mercato mondiale degli oppiacei&. E questo record si deve in particolare alle province del Sud-Est". Antonio Maria Costa, Direttore dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine - UNODC - ha presentato con queste parole il rapporto annuale sulla produzione di oppio in Afghanistan rimarcando che "Escludendo la Cina nel XIX secolo, che peraltro in quel periodo aveva una popolazione 15 volte superiore a quella di oggi in Afghanistan, nessun altro paese ha mai prodotto narcotici a un livello tale".

Costa, oggi a Kabul, ha dichiarato che la produzione di oppio èquasi raddoppiata rispetto al 2005.Il Direttore dell'UNODC ha poi precisato "Nel Centro-Nord, area tra le più povere del mondo, la produzione è diminuita. Nel corso di un solo anno le province libere dall'oppio sono più che raddoppiate, passando da 6 a 13. Nella provincia di Balkh 7.200 ettari di coltivazione sono stati addirittura azzerati. Altre province dovrebbero essere incoraggiate a seguire l'esempio di questa regione il cui successo si basa sul funzionamento dello stato e sugli incentivi allo sviluppo, che hanno convinto i coltivatori ad abbandonare l'oppio", ha spiegato Costa. Nel Sud-Est del paese, a dispetto di una situazione economica relativamente buona, la coltivazione di oppio e' esplosa a livelli senza precedenti: circa il 70%di tutto l'oppio prodotto in Afghanistan, provengono dalle 5 province che confinano con il Pakistan.
Nella sola provincia di Hilmand si produce il 50% dell'oppio afgano. Con i suoi 2,5 milioni di abitanti, questa provincia è la principale fonte mondiale di droghe illecite, superando la produzione di paesi come la Colombia (coca), il Marocco (cannabis), il Myanmar (oppio). Paesi che hanno una popolazione 20 volte maggiore.

L'analisi del Direttore dell'UNODC ha evidenziato che la produzione di oppio prescinde dalla povertà. "Le 5 grandi province produttrici, tra queste Hilmand e Kandahar, sono infatti tra le più ricche e fertili, eppure oggi producono 5,744 tonnellate. Le province settentrionali sono invece piu' povere, eppure stanno abbandonando la coltivazione." La produzione di oppio èsempre più gestita dai guerriglieri. I Talebani controllano ampi territori delle province di Hilmand, Kandahar e lungo tutto il confine con il Pakistan, ostacolando il lavoro delle autorità nazionali e della comunità internazionale. Alimentano inoltre l'avidità, la corruzione e il dilagare dell'oppio.

Tra il 1996 e il 2000 le aree controllate dai Talebani produssero 15.000 tonnellate di oppio: l'unica risorsa che il regime esportava.
Nel 2000, il Mullah Omar - leader talebano - bandì la coltivazione di oppio - ma non l'esportazione - poiché contro l'Islam. Oggi i Talebani hanno cambiato nuovamente posizione e con l'oppio possono comprare armi e pagare i guerriglieri. Secondo Costa "Il problema dell'oppio non può essere risolto solamente attraverso misure contro i narcotici. Ne' può chi combatte la guerriglia sottovalutare l'economia della droga e i finanziamenti che ne derivano al terrorismo. Abbiamo di fronte una crescente minaccia, a dispetto della presenza di militari stranieri e degli ingenti investimenti finanziari e politici .
Ma assistiamo anche agli incoraggianti sviluppi nel Nord-Est. Per tutte queste ragioni sollecito il governo afgano e la comunitaà internazionale ad attuare immediati interventi in linea con Strategia nazionale afgana contro la droga. Costa ha proposto una serie di azioni:
"In primis, maggiore sostegno a chi abbandona la coltivazione di oppio. I vari fondi di assistenza sono neutralizzati dalla corruzione, dalla burocrazia e dalla competizioni tra i ministeri. I futuri aiuti finanziari devono essere mirati, erogati velocemente, e seguire questa clausola: aiuti a chi si impegna a non produrre oppio".

E' necessario alzare il livello di rischio per chi coltiva droga.
Colombia, Marocco, Peru, Thailandia e Laos hanno dimostrato che l`eradicazione delle coltivazioni illecite e' efficace come misura preventiva e correttiva. In Afghanistan la campagna di eradicazione e' stata più estesa che in passato, il 10% della coltivazione cioè circa 20.000 - ma tuttavia inadeguata: non ha ridotto la produzione di quest`anno, ne rappresenta un deterrente per la produzione del 2008.
Nel 2007 molti campi di marginale importanza sono stati distrutti, spesso a seguito di negoziati all'insegna della corruzione. "In definitiva solo i poveri coltivatori hanno sofferto le conseguenze di questa eradicazione. Il governo dovrebbe quindi intraprendere una campagna di eradicazione piu` onesta e piu`capillare", ha chiarito Costa. Nel 2008 i ricchi signori della guerra, in particolare nel Sud del Paese, che infrangono la legge dovrebbero pagarne le conseguenze. Un altro punto della strategia illustrata da Costa si basa sul numero delle provincie libere dall`oppio. "La storia dimostra che dalle Ande all'immenso delta del Mekong, i governi hanno ripreso il controllo delle aree dedicate alle coltivazioni illegali, attraverso un lavoro capillare, provincia per provincia. In un certo senso ciò èquanto èavvenuto in Afghanistan nel 2007, con 2/5 delle 34 provincie liberate dall`oppio, il doppio rispetto al 2006. E' perciò verosimile liberare dall'oppio almeno la metà delle provincie afghane nel 2008. Ma non solo: le province devono essere liberate dalla coltivazione e al contempo dal traffico di oppio. Nel Nord, laddove la coltivazione èscomparsa, prosegue tuttavia il traffico e la raffinazione di droga. E' inoltre essenziale azzerare la coltivazione di oppio nelle provincie di Nangarhar e Badakshan per poter confinare la coltivazione e la guerriglia nel Sud del Paese. Costa ha spiegato che "A Nangarhar c' èstata una ricaduta: nel 2005 la coltivazione èdiminuita del 95%, ma nel 2007 ètornata a 17.000 ettari. Invece, nel Badakshan, la coltivazione quest'anno èdiminuita del 72% . E' quindi verosimile che si possa liberare la provincia dall'oppio nei prossimi mesi."

Un altro punto della strategia del Direttore dell'UNODC prevede il sostegno della NATO. L`economia dell`oppio potrebbe essere distrutta attraverso il blocco dell'importazione dei precursori chimici e dell'esportazione della droga. "Oggi tonnellate di sostanze attraversano indisturbate le frontiere meridionali senza che nessuno veda nulla", ha commentato Costa. "Considerando la relazione simbiotica tra terroristi e trafficanti, i militari che operano in Afghanistan dovrebbero avere un forte interesse nel sostenere le operazioni anti-droga: la distruzione dei laboratori di eroina, la chiusura dei mercati della droga e la cattura dei trafficanti. La distruzione dell'economia della droga guadegnerebbe il sostegno popolare, non il contrario come si sostiene: solo una famiglia su dieci coltiva oppio, guadagnando un reddito sproporzionato rispetto alla media". Riducendo la domanda da parte dei trafficanti, il prezzo dell'oppio diminuirebbe rendendo più allettanti le coltivazioni lecite.
Secondo Costa "Le politiche di contenimento dell'oppio devone essere coerenti. La metastasi della droga, favorita dalla corruzione, si èdiffusa in tutto il Paese. La benigna tolleranza del governo nei confronti della corruzione sta compromettendo il futuro del Paese: nessun Paese ha mai costruito la sua prosperità sul crimine. Al contempo la tacita accettazione del traffico di oppio da parte delle truppe straniere nelle province confinanti con il Pakistan in cambio di informazioni d'intelligence e sostegno occasionale durante le operazioni contro i Talebani e Al Queda mette a rischio gli sforzi per stabilizzare il Paese". E' necessaria un'azione internazionale contro i trafficanti di droga. Il sistema giudiziario afgano èdebole, il personale èsottopagato e corruttibile. Sono necessarie più risorse per promuovere l'integrità del personale e rafforzare la capacità del paese di perseguire i trafficanti. La risoluzione 1735 del 2006 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU dà ai Paesi la possibilità di includere nella lista dei Talebani/Al Qaeda i maggiori trafficanti di droga collusi con il terrorismo. "Nel corso del 2007 la comunità internazionale dovrebbe inserire i nomi di una dozzina di questi trafficanti nella lista del Consiglio di Sicurezza, di modo da poterne impedire i viaggi, da poter consentire la confisca dei beni e la loro estradizione", ha spiegato Costa.

Il Direttore dell'UNODC spiega inoltre che "Il boom dell'oppio e l'instabilità delle frontiere afgane allarma e crea una convergenza d'interessi tra i paesi vicini. Afghanistan, Pakistan e Iran si sono impegnati a collaborare per contrastare il traffico di droga attraverso la creazione di barriere fisiche, la condivisione delle informazioni e dei servizi d'intelligence, la conduzione congiunta di operazioni e l'incremento delle forze dell'ordine. Questo impegno èun segnale incoraggiante, che fa parte della strategia triangolare promossa dall'UNODC e che merita il sostegno della comunità internazionale". L'UNODC ha spesso fatto notare che i governi dei paesi consumatori di droga dell'Unione Europea, la Comunità degli Stati Indipendenti e la Cina hanno una responsabilità. E' necessario far fronte con urgenza. Quest'anno, ancora una volta, l'oppio afgano uccciderà direttamente o no più di 100.000 persone.
Comunque, poiché nel 2007 il margine di eccedenza dell'oppio afgano rispetto alla domanda globale sarà enorme - circa 3000 tonnellate - il problema va affrontato alla fonte: in Afghanistan. Non e' solo la salute in gioco: le scorte di oppio afgano - di considerevole valore - potrebbero ancora una volta essere usate per finanziare il terrorismo internazionale. La situazione dell'oppio in Afghanistan appare tetra, ma non eè senza speranza. Il problema si sta concentrando nelle province meridionali lungo il confine con il Pakistan. I risultati ottenuti nel Nord-Est del Paese dimostrano che e' possibile progredire. "Determinazione, tempo e denaro. Investimenti che vale la pena di fare per salvare l'Afghanistan e risparmiare al resto del mondo altre tragedie" ha concluso Costa.
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