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DOSSIER > CHIAPAS > DENUNCIE
Ringraziamo per il il grande lavoro di traduzione il
Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo e il Comitato Chiapas di Torino

La Jornada – Lunedì 25 febbraio 2008

Samuel Ruiz: "Resistete all’offensiva privatizzatrice"
Inizia in Chiapas l’incontro indigeno in difesa del territorio
ELIO HENRÍQUEZ


Betania, Ocosingo, Chiapas, 24 febbraio - Centinaia di uomini e donne hanno dato avvio oggi all'incontro di organizzazioni e comunità indigene a difesa del territorio, della cultura e delle risorse naturali della selva Lacandona in questo ejido situato nelle vallate di Ocosingo.

Con appelli ad unirsi per difendere la terra hanno aperto la manifestazione: "Dobbiamo difendere la terra perché è nostra madre, è un'eredità di Dio", ha affermato l'indigena Cristina Mena López, una delle partecipante che ha strappato i più calorosi applausi durante la prima giornata. "Se vendete la terra presto il denaro finirà, ma se la conserverete potrete vivere centinaia di anni con i vostri figli, nipoti, le vostre galline, maiali e bestiame", ha spiegato alle nuove generazioni.

In un messaggio video registrato il vescovo emerito di San Cristobal, Samuel Ruiz García, ha spiegato che si sta sviluppando su scala nazionale "una politica di privatizzazione delle risorse naturali, utilizzando diversi modi e mezzi, incluso l'acquisto di persone e la divisione delle comunità". Ha detto che nonostante sembri che non si possa opporre nulla a questa politica, "in realtà è nelle nostre mani il potere di affrontarla".

Nello stesso senso ed attraverso lo stesso mezzo si è espresso il vescovo di Saltillo, Raúl Vera López, che ha esortato gli indigeni: "Non arrendetevi, che nessuno si metta al servizio dei poteri che vogliono impadronirsi delle vostre risorse con false promesse, facendovi grandi offerte".

La Jornada – 1º marzo 2008

La Opddic pretende mettersi a capo di nuove frazioni di una rancheria
Gruppo priísta aggredisce un nuovo villaggio zapatista
Difenderemo la terra con il nostro sangue e la nostra vita – dichiara la JBG
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato


San Cristóbal de las Casas, 29 febbraio – La giunta di buon governo (JBG) Corazón del arcoiris de la esperanza, del caracol di Morelia, ha denunciato le aggressioni da parte di membri dell’Organización para la Defensa de los Derechos Indígenas y Campesinos (Opddic) contro il nuovo centro di popolamento 21 de Abril, nei terreni della rancheria El Nance che appartengono al municipio autonomo Vicente Guerrero.

I fatti sono accaduti il 25 ed il 26 febbraio, quando i “presunti padroni” delle 19 frazioni nelle quali si è suddiviso El Nance, dopo esser stato recuperato dagli indígeni a seguito dell’insurrezione zapatista, sono arrivati sul posto con l’intenzione di effettuare delle opere sui terreni che sono di proprietà comunale del villaggio zapatista, ed hanno picchiato con un bastone un contadino autonomo.

La JBG chiarisce che i tre principali aggressori hanno già 52 ettari a testa e si tratta di Serafín Aguilar Hernández, Antonio Pérez Aguilar e Emilio Aguilar García, che abitano nella città di Comitán. Nell’incursione erano accompagnati da “due loro lavoratori”: Alfonso García e Francisco Vázquez Aguilar. Con loro sono arrivati pure dei dirigente dell’Opddic: Carmelina Aguilar Abarca, Gonzalo Hernández Pérez, Francisco Hernández Aguilar, Mario Abarca Hernández e Julio Abarca Hernández.
“Dieci delle 19 frazioni sono già sotto il loro controllo e solo della rancheria El Nance. Ma da come si stanno comportando si vedo che non gli basta; vogliono tutto e togliere ai nostri compagni il diritto di godere delle terre recuperate. Noi, in queste nove frazioni, stiamo lavorando collettivamente a beneficio del municipio autonomo” – aggiunge la JBG.

“Complici” della SRA
Si tratta di coloro che negli ultimi anni “si sono resi complici della Segreteria della Riforma Agraria (SRA) quando hanno tentato di convertire in ejido la rancheria El Nance. A loro non importano assolutamente le conseguenze dei problema che provocano”.

La JBG denuncia che il 26 febbraio scorso hanno picchiato un abitante della 21 de Abril, che è rimasto ferito da una bastonata nel collo, “e i nostri compagni non hanno risposto”.
Quelle persone volevano “aprire una breccia sul confine delle frazioni”. La JBG afferma: “Sappiamo che queste terre sono nostre. Tutto il mondo sa che le abbiamo recuperate nel 1994 e che continueremo a difenderle perché sappiamo che sono nostra madre e che di lei viviamo. Restituirle, giammai. Rinunciare alla terra, giammai. Costi quello che costi, con il nostro sangue e con la nostra vita, la difenderemo”.

Le autorità autonome richiedono “ai presunti padroni che la smettano di molestare i nostri 25 compagni che vivono nella 21 de Abril affinché possano lavorare in tranquillità e anche loro vivano tranquilli”.

La JBG avverte che “se succede qualcosa” ai suoi compagni saranno responsabili i “presunti governi” di Felipe Calderón e di Juan Sabines, “perché uno dei nostri compagni è stato picchiato dalla gente dell’Opddic”. Nel 2007, il tribunale agrario di Tuxtla Gutiérrez ha annullato i reclami della Opddic per quanto riguarda El Nance. “Sappiamo da dove arriva questa provocazione; ricordiamo il tentativo fallito della SRA di umiliare ed escludere i nostri compagni dalla terra” - conclude la giunta ribelle.

Nel frattempo, il governo perredista del Chiapas ha diffuso ai quattro venti giovedì scorso la notizia che 2 mila membri della priísta Opddic avevano “disertato” proprio nella sua piazzaforte, Monte Líbano, per affiliarsi alla Confederazione Nazionale Contadina (CNC), del Partito Rivoluzionario Istituzionale.
Però, mentre la Opddic si dissolve, continuano le aggressioni come quella appena descritta o quelle sempre frequenti in Agua Azul. Si trata solo di un cambio di sigle e niente più? C’è da ricordare che la CNC, come tale, è raramente ricordata in casi di aggressioni agli zapatisti, nonostante sia presente nelle vallate di Ocosingo.

La Jornada - 3 febbraio 2008

Autorità proteggono militanti dei partiti che commettono illeciti
Abusi in Oventic durante un operativo per smantellare una banda di ladri d’auto
Arrestano e torturano psicologicamente due indigeni che si rifiutano di consegnare denaro - In Magdalena la Paz trattengono l’automobile di un abitante con le carte in regola
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis., 2 febbraio - La giunta di buon governo (JBG) di Oventic ha denunciato gli abusi commessi dalla forza pubblica mercoledì scorso, durante un molto appariscente operativo dell’Esercito federale e di diverse corporazioni di polizia in comunità del municipio ufficiale di Aldama (e autonomo, Magdalena La Paz), per “smantellare” una banda di ladri d’auto che operava nei dintorni, “in complicità e/o con la protezione delle autorità locali, municipali, statali e pure federali; per questo le autorità ufficiali non fanno nulla per evitare e controllare la compra, l’uso e la circolazione di veicoli illegali, come non fanno nulla contro la semina, il traffico ed il consumo della droga”.

La JBG Corazón Céntrico de los Zapatistas delante del Mundo documenta due casi di abitanti, basi d’appoggio dell’EZLN, che hanno subito furti, arresto, colpi e torture psicologiche da parte di agenti della polizia. Il 30 gennaio è iniziato questo operativo nelle comunità di Xuxch’en, Cotsilna’m e Xulumo’, tutte “appartenenti al municipio autonomo Magdalena de la Paz” - precisa la giunta. “L’obiettivo di questo operativo era il recupero di veicoli rubati e il rancho San Isidro, invaso da un gruppo di persone, però non è successo solo questo, perché sono stati fermati alcuni compagni”.
Così, “quando è arrivato l’operativo a Xuxch’en, si sono presi il veicolo Nissan, modello 2004 di Mateo Pérez Hernández, base d’appoggio dell’EZLN”. Quanto questi è arrivato “per dimostrare che il suo veicolo è legale, con tutti i documenti necessari (fattura, carte di circolazione e patente), oltre alla registrazione ed al permesso della JBG”, i poliziotti “non gli hanno fatto caso; lo hanno obbligato a salire sulla loro camionetta e se lo sono portato via all’Unità Amministrativa (UA), in San Cristóbal”.
Dopo varie ore nell’Unità Amministrativa, l’ndigeno zapatista ha richiesto che gli venissero restituiti i documenti del suo carro. “Gli hanno risposto che non c’era la persona che gli poteva rispondere e che quindi non poteva far altro che aspettare, finchè alla fine gli hanno detto che poteva andarsene e che doveva cercarsi un avvocato per recuperare il suo carro”. Nel Ministero Pubblico (MP) gli hanno detto “che non sapevano nulla dell’operativo e che poteva ritornare il giorno dopo”. Nell’UA gli hanno detto che il suo veicolo era stato portato a Tuxtla Gutiérrez.

Questo comportamento del Ministero Pubblico - dice la giunta - “è lo stesso di tutte le autorità governative che non si preoccupano di fare giustizia e delle persone innocenti, ma solo fanno loro perder tempo e spendere il denaro alla gente povera”. Durante lo stesso operativo “hanno preso altre due basi d’appoggio dell’EZLN, in Xulumo, in un sentiero che portava alle loro case”. Venivano dal vicino San Andrés. Si sono incontrati con l’operazione di polizia e dell’Esercito federale, “senza che avessero commesso nulla”.
“Dato che camminavano a piedi, hanno ordinato loro l’alt ed hanno puntato contro di loro le armi”. Poi li hanno interrogati e perquisiti “per vedere se portavano armi, però non hanno trovato nulla”. A Alfredo Pérez Hernández ed a Marcos Pérez Hernández, “hanno trovato 300 pesos in moneta e glieli hanno portati via. A parte, Marcos aveva 280 pesos in biglietti e glieli volevano prendere, ma lui si è rifiutato di farseli portar via; la polizia si è incazzata e l’hanno spintonato sotto il camion per fargli del male”.
In diversi veicoli sono stati portati a San Cristóbal de las Casas. Alfredo Pérez Hernández “sdraiato nel camion della polizia”. Marcos, che era in un altro camion, è stato obbligato a “sdraiarsi e gli hanno detto di non sollevare la testa. Dato che lui la sollevava gli hanno coperto la faccia con una coperta”.
Insieme con altri arrestati durante l’operativo, li hanno portati a Tuxtla Gutiérrez. “Hanno patito fame e sete perchè sono stati varie ore detenuti illegalmente. I poliziotti si sono comportati da prepotenti e si facevano forti delle loro armi e delle loro divise per intimidire. Era una tortura psicologica” – precisa la JBG.

Dopo varie ore, sono stati liberati, per intervento del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas. “Non avevano nessuna accusa contro di loro perché non hanno nulla a che vedere con i veicoli illegali, né con la invasione del predio San Isidro. Consideriamos una violazione dei diritti umani arrestare innocenti in un operativo, in cui si dovrebbero arrestare solo le persone che realizzano attività illecite come comperare ed usare veicoli illegali o rubati”.
La JBG sottolinea: “Da vari anni sono state date istruzioni da tutte le comunità, i municipi e territori zapatisti, con la proibizione totale di queste attività illecite. Nella nostra zona Altos ci sono coloro che non rispettano queste istruzioni. E sono in aumento i veicoli illegali, la semina ed il traffico di droga da parte delle persone affiliate ai differenti partiti politici. Agiscono in complicità o con la protezione delle autorità”.

3 FEBBRAIO 2008

SNAlL TZOBOMBAlL YU’UN LEKlL J’AMTELETlK TA O’LOL YO’ON ZAPATlSTA TA STUK’lL SAT YELOB SJUNUL BALUMIL
GIUNTA DI BUON GOVERNO CORAZON CÉNTRICO DE LOS ZAPATlSTAS DELANTE DEL MUNDO


ALL'OPINIONE PUBBLICA
ALLA STAMPA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
ALLA SOCIETÀ CIVILE NAZIONALE E INTERNAZIONALE
ALLE ORGANIZZAZIONI DEI DIRITTI UMANI
AI MEDIA ALTERNATIVI
FRATELLI E SORELLE

La Giunta di Buon Governo Corazón Céntrico de los Zapatistas Delante del mundo, zona Altos de Chiapas, Messico, rende noti i seguenti accadimenti:

Lunedì 28 Gennaio dell'anno corrente, nell'ufficio della Giunta di Buon Governo, si sono presentate delle basi d'appoggio zapatista della comunità di San Antonio, municipio di Tenejapa, Chiapas, per informare sul taglio del servizio di Energia Elettrica a nostri compagni e compagne basi d'appoggio zapatista, che dal 1994, sono in resistenza e per questo non pagano l'imposta sulla luce elettrica, perchè non ricevono niente degli aiuti che dà il mal governo.

Primo. Il 16 ottobre 2007, ad una famiglia base d'appoggio zapatista è stato tagliato il servizio di energia elettrica, da parte di alcuni priisti di quella comunità, e l'unica motivazione per questa interruzione del servizio è che non paga l'imposta sulla luce elettrica.
Però la nazione e il mondo sanno che gli zapatisti e tutte le persone che scelgono la resistenza civile, hanno le loro ragioni per non pagare i servizi, perchè non ricevono gli aiuti economici e sociali che dà il mal governo; in cambio, quelli che chiedono e ricevono qualsiasi tipo di aiuto da parte del governo, hanno l'obbligo di pagare se vogliono, ma non devono obbligare quelli che sono in resistenza, che comunque hanno il diritto di fruire del sevizio di energia elettrica in quanto cittadini messicani e soprattutto in quanto esseri umani.

Secondo. Il giorno 25 gennaio 2008, ad un altro compagno di nome Miguel Luna Girón, è stato tagliato il condotto della luce elettrica, e quelli che tagliarono il servizio, sono gli stessi priisti della comunità, come hanno fatto nei mesi prima. Ma non solo, lo hanno anche minacciato di portarlo in carcere perchè no paga l'imposta sulla luce elettrica, perché è in resistenza, ed è il suo unico reato.

Terzo. Il giorno giovedì 31 gennaio 2008, il sig. Miguel Luna Girón, base d'appoggio dell'EZLN, è stato minacciato nella propria abitazione da una signora priista di nome Rosa Méndez Jiménez, che era in stato di ebbrezza e che aveva con sé un machete per uccidere il notro compagno; gli ha detto "non nasconderti perchè ti ammazzo", e poi si è accorta che il sig. Miguel non c'era e questo l'ha incoraggiata e si è rifatta tagliando un ramo di pesco, ma sciaguratamente nel tagliare quasi si ammazza con il machete e ha finito dicendo "infami zapatisti!".

Quarto. Questi non sono tutti i fatti, anche i dirigenti priisti, Diego Jiménez Méndez e Miguel López Gómez, hanno obbligato il rappresentante della comunità Antonio Guzmán López a togliere la terra a Miguel Luna Jirón in modo che diventi terreno scolastico, ma Antonio, rappresentante della comunità, non è d'accordo, perchè sa che queste azioni comportano molti e gravi problemi.

Quinto. I dirigenti priisti Diego Jiménez Méndez e Miguel López Gómez affermano che se non riusciranno a levare la terra a Miguel Luna Girón, cominceranno una persecuzione diretta verso il compagno e altre basi d'appoggio zapatista.

Riteniamo direttamente responsabili di tutti questi problemi che stanno vivendo i nostri compagni basi d'appoggio zapatista e di tutto quello che potrà accadere loro, i rappresentanti della comunità Diego Jiménez Méndez e Miguel López Gómez e le autorità ufficiali del municipio di Tenejapa.

Le cause di tutti questi problemi sono le cattive idee che il mal governo propina per confondere la gente, affinché indigeni della stessa comunità, dello stesso sangue e della stessa radice si dividano e si vedano come nemici per poter poi cominciare a scontrarsi.
Quando questi problemi si presentano, il mal governo ne approfitta per giustificare la militarizzazione nelle comunità zapatiste, che secondo loro serve ad evitare i problemi.

Noi, uomini e donne della Giunta di Buon Governo, ribadiamo, come abbiamo sempre fatto, che mai abbiamo considerato nemici i nostri fratelli indigeni, ma che al contrario cerchiamo l'unità tra le popolazioni povere, emarginate e sfruttate del mondo.

PER IL MOMENTO QUESTA È LA NOSTRA PAROLA, IN SEGUITO CONTINUEREMO AD INFORMARE DI QUANTO ACCADRÀ
CORDIALMENTE
Rosalinda Gómez López, Mateo Pérez Gómez, Esaú Rodríguez Aguilar, Patricia Hernández Santíz
(tradotto da radio silvanetti dal Comitato Chiapas di Torino)

La Jornada – Lunedì 14 gennaio 2008

La Giunta di Buon Governo denuncia il rifiuto delle autorità di risolvere il problema. Filo-zapatisti decidono di accedere all’acquedotto di San Cristóbal de las Casas

HERMANN BELLINGHAUSEN Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chiapas. - Abitanti del quartiere popolare 5 de Marzo di questa città hanno deciso, questo sabato, di ripristinare il servizio di erogazione dell'acqua sospeso dalle autorità alle famiglie in resistenza, indigeni basi di appoggio dell'EZLN o aderenti all'altra campagna.
La giunta di buon governo (JBG) Corazón Céntrico de los Zapatistas Delante del Mundo, di Oventic, ha appoggiato questa azione a San Cristóbal de las Casas alla quale hanno partecipato abitanti e membri della Sexta Jovel.
Il quartiere 5 de Marzo nasce a seguito dell'insurrezione dell'EZLN il 1º gennaio 1994, "quando un gruppo di persone si armarono di coraggio ed occuparono questo podere".

Circa 16 famiglie, di lingue tzotzil, tzeltal, chol e zoque, "per prime si stabilirono qui, ma poi ne sono arrivate altre. Ora la colonia è abitata da 451 famiglie", racconta la JBG.
"Attualmente in questo quartiere c'è il problema dell'acqua, perché le famiglie affiliate ai partiti politici esigono un pagamento da parte dei compagni basi di appoggio, degli aderenti e della società civile che sono in resistenza e non pagano acqua e luce. Ora diverse famiglie dei nostri compagni hanno subito l'interruzione dell'erogazione dell'acqua ed esiste la minaccia di chiusura totale degli idranti pubblici da dove i compagni prendono l'acqua. Con la loro chiusura non ci sarà più accesso all'acqua".

La chiusura degli idranti colpisce le famiglie che hanno fondato questo quartiere, "mentre quelli che sono arrivati più tardi vogliono imporre la loro volontà sulla maggioranza". Il tavolo direttivo ed i gestori dell'acqua potabile del quartiere "convocano riunioni per motivare il pagamento del servizio sapendo in anticipo che i nostri compagni non sono d'accordo perché sono in resistenza".

La giunta ricorda: "La nazione ed il mondo sanno che gli zapatisti e tutte le persone che sono in resistenza civile hanno le loro ragioni per non pagare i servizi, perché non accettano gli aiuti economici e sociali che dà il malgoverno. Invece, quelli che chiedono e ricevono ogni tipo di aiuto dal governo hanno l'obbligo di pagare se vogliono, ma non devono obbligare quelli che sono in resistenza che hanno diritto all'acqua e all'energia elettrica come cittadini messicani e soprattutto come esseri umani". La JBG lamenta: "Ai fratelli priisti si vede che non gli importa, prendono accordi anche se con la minoranza dei presenti nelle loro assemblee. Questa insistenza per il pagamento è per provocare problemi".

Per "vedere ed analizzare il problema", la JBG ha mandato tre inviti al tavolo direttivo del quartiere ma nessuno si è presentato. "Si vede chiaramente che non hanno la volontà di risolvere il problema", aggiunge la giunta […]

Davanti al rifiuto del direttivo di risolvere la questione, "i compagni hanno il diritto di risolvere i loro problemi come ritengono giusto per il bene dei loro membri". La JBG dichiara che non può opporsi alla decisione delle vittime del provvedimento. Avverte solo che "di qualsiasi fatto, minaccia o aggressione contro i nostri compagni e compagne, riteniamo responsabili direttamente il direttivo e le autorità municipali, statali e federali".
Firmano per la giunta zapatista: Lucas Pérez Gómez, Rosalinda Gómez López, Carlos Díaz Pérez e Javier Pérez Santiz.

La Jornada – Giovedì 29 novembre 2007

Denunciano ingiustizie nel carcere di Catazajá, Chiapas, principalmente contro gli indigeni
La giunta di buon governo esige la liberazione del prigioniero politico Gregorio Álvaro Cruz
Ai reclusi è negata l'assistenza medica, perfino d'emergenza, accusano
Costruiscono una strada verso il villaggio di Roberto Barrios che danneggerà gli abitanti della zona
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato


Roberto Barrios, Chis., 28 novembre - La giunta di buon governo (JBG) Nueva Semilla que Va a Producir ha reso note le ingiustizie e gli arbitri che subiscono i reclusi nel Centro di Reinserimento Sociale (Cereso), numero 17 a Playas de Catazajá, in particolare il suo compagno base di appoggio zapatista Gregorio Álvaro Cruz, della comunità Choles de Tumbalá, stabilita su terre recuperate nel municipio ufficiale di Palenque e distrutta dalla polizia statale mesi fa.

I reclusi nel Cereso subiscono "gravi violazioni dei loro diritti, prepotenze ed abusi da parte dei custodi". Ricevono un trattamento aggressivo, "con insulti, perché sono indigeni". È negata loro l'assistenza medica, anche se è d'emergenza: "Vedi di sopportare, smetti di rompere le scatole", dicono loro.
Abusano anche dei famigliari che vengono insultati e non viene permesso loro di introdurre cibo.

Invece, quelli che hanno denaro o influenze introducono tutto quello che vogliono. (...) C'è una marcata discriminazione contro la popolazione indigena, in maggioranza choles e tzeltales. Il cibo del Cereso "è molto cattivo, a volte andato a male".

La JBG denuncia in particolare il comandante Francisco Lizcano Cruz, che minaccia le donne in visita. Il direttore, Fernando Orantes Padilla, non risolve mai i problemi e protegge le sue guardie ed i secondini.
Alcuni visitatori,soprattutto donne, sono obbligate a denudarsi completamente "e fare piegamenti, e le trattano in maniera molto volgare".
Le secondine Martha María Flores ed Ana Negrón "fanno sparire" gli oggetti che i parenti lasciano all'ingresso. I secondini Eduardo Arturo Herrera, Ezequiel Sánchez, Marcial Gregorio Landero ed uno di nome Enrique abusano ripetutamente di famigliari ed interni.
Per tutto questo gli internati hanno denunciato i fatti alle autorità autonome della zona nord.

La sera del 17 novembre, 10 secondini armati di manganelli e gas sono entrati a perquisire le celle in cerca della denuncia che 84 reclusi avevano firmato per far conoscere queste violazioni ed esigere rispetto. La denuncia è stata trovata nella cella di Gregorio Álvaro Cruz, al quale era stato chiesto di conservarla. Ora stanno "indagando" su chi ha fatto la denuncia per trasferirlo in un altro "Cereso". Gregorio viene tenuto sotto minaccia ed è proibito all'assistenze sociale di comprargli qualsiasi cosa di cui abbia bisogno.
I reclusi possono comprare solo quello che viene venduto alla prigione da José Patrocinio González Blanco Garrido, in onore (lo voglia o no) dell'ex governatore e figlio del passato di Catazajá.

La JBG chiede il rispetto dei reclusi e dei loro famigliari, la destituzione del direttore e dei secondini che compiono abusi e la liberazione immediata di Gregorio Álvaro Cruz, "prigioniero politico" il cui "unico crimine è quello di lottare per un pezzo di terra, come per gli altri membri della comunità Choles de Tumbalá".

Una nuova strada per Roberto Barrios
D'altra parte, è stata accelerata in maniera straordinaria la costruzione di una nuova strada che condurrà alla comunità di Roberto Barrios da oltrefrontiera. Decine di scavatrici, spianatrici ed altri veicoli pesanti e numerosi camion, lavorano giorno e notte.
In pochi giorni il paesaggio si è trasformato. Le società costruttrici hanno già realizzato un ponte sul fiume Bascán per attraversare Roberto Barrios.
Sebbene la maggioranza della popolazione (perredisti e zapatisti) si oppongono alla creazione di un centro turistico alle cascate ancora selvagge sul fiume Bascán, l'accelerata creazione di infrastrutture, così come la pressione del governo e degli investitori sulle comunità del luogo sembrano annunciare nuovi conflitti comunitari. Il gruppo priista del luogo è un sostenitore dello sviluppo turistico e dell'eventuale privatizzazione delle terre.
Il tratto carrozzabile prevede l'accesso a Roberto Barrios come destinazione finale. Tutti gli abitanti, indipendentemente della filiazione politica, sono molto preoccupati. La vita della comunità sta per cambiare drasticamente. Questa settimana il villaggio si è riempito di serpenti, sembra cacciati dalle macchine che rompono la terra, i pendii e la vegetazione. La proposta autonoma è preservare il fiume, ma i piani governativi sono diversi.
Visto da qui, lo "sviluppo" futuro sarà a beneficio di altri ed il fiume, sul quale ogni sera arrivano ancora gli zaraguatos [tipo di scimmia - n.d.t.] potrebbe diventare uno stabilimento balneare con hotel e campi sportivi, e gli indigeni finiranno per pagare per lavarsi nel fiume che oggi appartiene loro.

Morelia 25 novembre 2007

Giunta del Buon GovernoCorazón Arcoiris de la Esperanza
Caracol 4 Torbellino de Nuestras Palabra
La Giunta denuncia di una nuova aggressione da parte di OPDDIC


All'Opinione Pubblica Nazionale ed Internazionale
Agli Altri Mezzi di Comunicazione Alternativi, Nazionali ed Internazionali
Alle Organizzazioni Indipendenti dei Diritti Umani
Ai Compagni della Sesta e dell'Altra Campagna del nostro paese Messico e del Mondo

La Giunta di Buon Governo" Corazón del Arcoiris de la Esperanza ", denuncia energicamente questi nuovi fatti di violenza e minaccia da parte dell'organizzazione paramilitare OPDDIC, Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini, avvenuti nei giorni scorsi.

Primo. Il giorno 24 novembre dell'anno in corso alle 11 del mattino un gruppo di 80 persone, appartenenti all'Organizzazione OPDDIC è penetrato con violenza nel nuovo centro abitato Bolón Ajaw, Región la Montagna, del Municipio Autonomo Ribelle Olga Isabel, portando armi, machete e bastoni. 20 persone avevano pistole calibro 22 e 38, altre 6 con fucili ed il resto con bastoni e machete sono arrivati sul posto trovando donne e bambini, e bambine, ed un compagno promotore di salute di nome Manuel Hernández. Non c'erano altri compagni perché erano andati a lavorare nei campi, tranne questo compagno. In quel momento hanno preso il compagno Manuel Hernández e nonostante fosse malato, lo hanno brutalmente picchiato con calci e bastoni su tutto il corpo lasciandolo privo di conoscenza, dicendo poi di andarsene immediatamente da quel posto col suo gruppo, perché altrimenti sarebbero tutti morti. Dopo aver compiuto tale vergognosa e vile brutalità, se ne sono andati.

Secondo. Lo stesso giorno 24, alle ore 8 di sera, nell'ejido di Agua Azul, Municipio ufficiale Tumbalá, il bambino Miguel Pérez Álvaro di 8 anni, figlio di un compagno base di appoggio zapatista, è uscito di casa a prendere acqua, a 40 metri circa da casa, dove c'era buona luce, quando è stato sorpreso da quattro persone di OPDDIC (le stesse che continuano a perseguitare a Bolon Ajaw) di nome Florentino Silvano Pérez, Alejandro Gómez Hernández Marcos López Silvano e Miguel Hernández López, le quali hanno afferrato il bimbo torcendogli i polsi di entrambe le mani, tanto da farlo gridare per il dolore, e quando il bambino ha gridato, l'hanno lasciato e sono fuggite.

Davanti a questi fatti di vile brutalità, di tanto sfacciata ingiustizia, di completa impunità da parte di chi si dice essere Governo dello stato di diritto, e della mancanza di applicazione della legge, la Giunta di Buon Governo di questo caracol chiede la completa applicazione della giustizia e la punizione immediata delle persone responsabili di questi atti vergognosi:
Jeremías López Hernández, Salomón Moreno Estrada, Adolfo Moreno Estrada, Alberto Urbina López, Jerónimo Urbina López, Floretino Silvano Pérez, Alejandro Gómez Hernández, Marcos López Silvano, Miguel Hernández López.

Che in maniera tanto cinica hanno cercato, non per la prima volta, di perseguitare, violare e privare della vita i nostri compagni che, in cambio, non hanno fatto altro che lottare e resistere anche per questi che, pur essendo indegni, sono nostri fratelli di razza e colore.
Per questo diciamo al malgoverno ORA BASTA! all'impunità, alla violazione dei diritti umani e dei diritti costituzionali.
BASTA! usare i nostri fratelli indigeni e contadini che a causa della miseria subiscono l'ingiustizia e la paramilitarizzazione, ed usando loro, il malgoverno massacra la gente povera ed i lavoratori.

PER LA PACE, PER LA GIUSTIZIA E PER L'UMANITÀ!

Distintamente
Giunta del Buon Governo Corazón Arcoiris de la Esperanza
Caracol 4 -Torbellino de Nuestras Palabra -
Morelia, Chiapas, Messico

Morelia 21 novembre 2007

Giunta del Buon GovernoCorazón Arcoiris de la Esperanza
Caracol 4 Torbellino de Nuestras Palabra


All'Opinione Pubblica Nazionale ed Internazionale
Agli Altri Mezzi di Comunicazione Alternativi, Nazionali ed Internazionali
Alle Organizzazioni Indipendenti dei Diritti Umani
Ai Compagni della Sesta e dell'Altra Campagna del nostro paese Messico e del Mondo

La Giunta di Buon Governo "Corazón del Arco Iris de la Esperanza " denuncia energicamente le minacce e violazioni dei diritti umani da parte dell'organizzazione paramilitare OPDDIC, Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini, nei seguenti fatti:

Primo.- Il giorno 13 novembre del presente anno nel nuovo centro abitato Bolón Ajaw, regione montagna, territorio Municipale Autonomo Olga Isabel, sono entrati a lavorare collettivamente nel campo i compagni basi di appoggio dell'EZLN, quando sono arrivate quattro 4 persona di OPDDIC che volevano entrare a lavorare nel campo stesso, allora i compagni hanno detto a quelle 4 persone di andarsene perché quel campo appartiene ai compagni, ed in quel momento sono arrivate altre persone di OPDDIC, fino a che le persone di OPDDIC erano in totale undici e di queste, quattro avevano armi: una pistola calibro 38, due pistole calibro 22 ed una carabina calibro 22. Nel momento della discussione hanno estratto le armi e sparato in aria spaventando i compagni e minacciando che loro erano in tanti, dell'organizzazione più forte, con buone armi e che se i compagni non se ne andavano da quel posto saranno fatti a pezzi e gettati nel fiume Agua Azul.
I compagni basi di appoggio non hanno raccolto le minacce ed hanno continuato a seminare il mais, ma quelli di OPDDIC avanzavano brandendo i machete e colpendo alla testa un compagno. Allora i compagni si sono dispersi per non cadere nella provocazione e si sono diretti alle loro case, ma sono stati intercettati durante il tragitto da altre persone di OPDDIC in stato di ebbrezza.

Secondo.- Il 16 novembre dell'anno in corso, alle ore 5 del pomeriggio, sul tratto di strada Ocosingo-Palenque, all'incrocio di Agua Azul, di fronte ad un negozio collettivo dei compagni basi di appoggio zapatisti della regione San José, appartenente sempre al Municipio Autonomo Olga Isabel, un'auto Urvan della società Las Brisas si è fermata in questo luogo ed uno dei passeggeri, non identificato, ha consegnato una lettera (anonima) ad una persona di nome Juan García López, appartenente dell'organizzazione OPDDIC, che l'ha consegnata al negoziante dello spaccio collettivo sopra citato, e la lettera diceva: 16 NOVEMBRE 2007 DI BUONA AMICIZIA E COME FRATELLI AVVERTO QUELLI DELL'EZLN DI BOLÓN AJAW DI ANDARSENEM IL PRIMA POSSIBILE, PERCHÈ DOMANI, O QUESTA NOTTE, ARRIVERÀ L'ESERCITO. CREDETEMI AMICI

Terzo.- Il 17 novembre è arrivata a Bolón Ajaw una commissione di 5 persone di OPDDIC: Salomón Moreno Estrada, Jerónimo Urbina López, Manuel Hernández López e José Alberto Gabina López, guidati da José Hernández Nava presunto commissario per le Aree Protette (CNAP). Questa presunta commissione era venuta a verificare che cosa era successo in questo luogo perchè aveva sentito dire che i compagni avevano abbandonato Bolón Ajaw. José Hernández Nava ha chiesto: "Abbiamo sentito che avevano abbandonato questo posto perché era arrivato l'esercito, non è vero?" I compagni che erano lì non erano tutti, ma quelli che c'erano gli hanno risposto che non era vero e che se anche fosse arrivato l'esercito loro non se ne sarebbero andati. José Hernández Nava ha chiesto ancora: "Che cosa è successo ieri?". Allora i compagni gli hanno chiesto "Dove hai sentito questa notizia?". E lui ha risposto: "L'ho sentita", e non ha potuto specificare. Allora i compagni hanno chiamato gli altri e José Hernández Nava vedendo che arrivavano tutti i compagni ha detto: "Non è necessario che veniate qua tutti, perchè ho visto che non è vero, ed ora me ne vado". Se n'è andato e non ha voluto aspettare.

Quarto- Il 20 novembre, alle 7 del mattino, i compagni sono andati a lavorare nel loro campo dove però stavano andando anche qualli di OPDDIC. Sono arrivati 38 compagni ed a poco a poco si sono riuniti un'altra volta quelli di OPDDIC con bastoni, machete, ed armi. Quelli di OPDDIC erano in totale 19 persone, 8 persone con pistole calibro 22, 5 persone con pistole calibro 38 e 3 fucili, ed una ricetrasmittente portatile ed una macchina fotografica, ed i compagni sono stati nuovamente minacciati di morte ed è stato loro impedito di svolgere il lavoro in quel campo.

Davanti a questi avvenimenti che i nostri compagni basi di appoggio non è la prima volta che subiscono, la Giunta di Buon Governo "Corazón de Arco Iris de la Esperanza" respinge energicamente questo tipo di azioni e minacce che ha fatto questo gruppo paramilitare, braccio destro del malgoverno federale, statale ed esigiamo il completo rispetto di tutti i nostri popoli in resistenza in tutti i Municipi Autonomi.
Riteniamo responsabili i 3 livelli del malgoverno di quanto possa accadere ai nostri compagni basi di appoggio.
Costi quel che costi, continueremo a difendere le nostre terre; per questo diremo sempre:

LA TERRA È DI CHI LA LAVORA.
DEMOCRAZIA GIUSTIZIA E LIBERTÀ.

GIUNTA DI BUON GOVERNO
CORAZÓN DEL ARCO IRIS DE LA ESPERANZA
CARACOL 4,TORBELLINO DE NUESTRA PALABRA
MORELIA, CHIAPAS MESSICO

Traduzion del Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo e il Comitato Chiapas di Torino

VILLAGGIO TERRA ong onlus - sede operativa: loc. Monte Maria 1, Cellere - Viterbo